Das Signal - Segreti dallo spazio è arrivata a rimpolpare il catalogo tedesco e sci-fi di Netflix e ci ha portato un epilogo che non ci ha molto convinto, come abbiamo spiegato nella nostra recensione, ma che allo stesso tempo apre ad interessanti e possibili diverse interpretazioni. La trama parte da una missione nell'outer space da parte della ricercatrice Paula (Peri Baumeister) che scopre qualcosa che non avrebbe dovuto scoprire e poco dopo scompare insieme agli altri passeggeri dell'aereo che avrebbe dovuto riportarla a casa una volta ri-atterrata sulla Terra in seguito alla missione. Viene tacciata di omicidio di massa e vengono sorvegliati il marito Sven (Florian David Fitz, anche co-creatore del serial) e la figlia Charlie (Yuna Bennett), rimasti a Terra. Nel corso degli episodi, inoltre, scopriamo che soffriva di allucinazioni per le quali prendeva delle medicine, tenute nascoste e interrotte per essere accettata nella missione spaziale. Due misteri quindi che sembrano collegati e che alla fine hanno portato ad una grande rivelazione. Scopriamola nella nostra (doppia) spiegazione del finale.
La verità nello spazio e sulla Terra
Paula nello spazio ascolta qualcosa non avrebbe dovuto sentire: apparentemente è la voce di una bambina che ripete continuamente "Hello". Vorrebbe denunciare l'accaduto ai colleghi e ne parla con Hadi (Hadi Khanjanpour), il suo partner sulla navicella spaziale ma viene fatta passare per stanca ed esaurita. Lei stessa inizia a pensare di essersi immaginata tutto ma quando capisce il raggiro di Hadi fa in modo di segnarsi le coordinate dalle quali ha sentito quella misteriosa voce (attraverso il segnale del titolo), riuscendo così a calcolare quelle dell'arrivo di un'apparente entità extraterrestre sulla Terra. "They're coming" "Who's coming?" avrebbero detto in Fringe. Paula e Hadi erano a bordo per conto della filantropa miliardaria Benisha Mudhi (Sheeba Chadha) che una volta a terra chiede delucidazioni alla donna che le rivela le coordinate e lo stesso aveva fatto con Hadi. In una serie di avvicendamenti nel corso dell'episodio finale, però, scopriamo che ad entrambi aveva dato coordinate sbagliate.
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La verità sull'incidente aereo
Nell'epilogo di Das Signal - Segreti dallo spazio scopriamo anche ciò che è accaduto davvero sull'aereo che avrebbe dovuto riportare tutti a casa: da una registrazione audio recuperata, risultava che Paula si trovasse nella cabina di pilotaggio e che chiedesse scusa al marito e alla figlia, ma questo perché - lo si scopre dalla scatola nera - in realtà stava cercando di salvare passeggeri ed equipaggio dopo aver capito che è stata Mudhi a far manomettere l'aereo. La "filantropa" era disposta ad uccidere tutti pur di eliminare solamente Paula, ovvero colei che aveva visto e sentito ciò che non avrebbe dovuto e per sfruttare la sua scoperta a proprio vantaggio piuttosto che divulgarla con il mondo intero come voleva fare l'astronauta.
Anche Sven riesce a scoprire tutto grazie all'agente di polizia Friederike (Meret Becker) - coinvolta poi insieme al partner in un brutto incidente stradale sempre da Mudhi intenta ad eliminare ogni possibile testimone rimasto - e grazie all'ex capo della moglie, Rainer (Uwe Preuss). A quel punto si precipita a recuperare la figlia Carlotta che aveva inseguito un altro segnale, quello che pensava essere della madre da tutti creduta morta (e che lo è veramente, come appuriamo in questo finale), ritrovandosi a casa di una donna russa, Die (Katharina Thalbach), da anni parte di una comunità segreta online che cerca disperatamente un segnale dagli alieni. Die aveva intercettato (ecco che torna il concetto alla base del titolo, in stile Interstellar) quello sentito da Paula nello spazio e aveva usato quello della donna per recuperare informazioni dalla ragazzina sorda, ma invano.
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Il finale di Das Signal spiegato: le due teorie
I militari sono convinti di aver abbattuto la presunta navicella extraterrestre con le coordinate ricevute, non sapendo che erano quelle sbagliate. A quel punto Mudhi prova a carpirle da Sven e Charlie - quest'ultima se le era scritte sul braccio durante una telefonata con la madre nello spazio - senza ottenere nulla, e quindi decide di far eliminare anche loro come ultimi testimoni. Mentre lascia il deserto, la sua fidata assistente Nora (Katharina Schüttler) stanca dei metodi della "filantropa" fa solamente finta di ucciderli e li lascia liberi. I due si fingono morti finché l'entourage non si allontana ed è a quel punto che Sven ha un'illuminazione: anche lui ha sempre avuto con sé le coordinate giuste senza saperlo. Quelle della figlia indicavano il luogo, le sue la finestra temporale: il giorno di San Nicola, nominato da Paula per il loro anniversario nonostante non si fossero conosciuti in quel frangente.
Tre mesi dopo i crimini di Mudhi vengono rivelati alla polizia e alla stampa da Nora con conseguente arresto della donna e dei suoi collaboratori. Padre e figlia possono finalmente recarsi nel posto giusto al momento giusto e attendere. Non arriva però ciò che si aspettavano: la Sonda Voyager 1, inviata nello spazio dalla NASA il 5 settembre 1977 per sorvolare Giove, Saturno e il satellite Titano. Al suo interno, Sven e Charlie scoprono il disco d'oro contenente i testi, i suoni ("Hello", il segnale carpito da Paula) e le immagini scelti a suo tempo e volti a rappresentare la Terra e i suoi abitanti nei confronti di una possibile entità aliena.
A questo punto sono due le teorie a cui credere: che si tratti di un modo scelto dagli autori, in stile Arrival, per mostrare come l'incomunicabilità umana che abbiamo vissuto anche durante la pandemia in realtà debba ritornare alle proprie radici. Ovvero quelle della generosità e della speranza, dell'altruismo verso il prossimo e del tornare a connetterci tra noi umani prima di cercare un contatto con specie di vita extraterrestri: un approccio più sentimentale ed emotivo insomma. L'altra teoria invece, più pragmatica, è che, proprio per il fatto che la sonda è riuscita a tornare indietro, pur non contenendo nessun messaggio di risposta, è che qualcuna sia riuscito a riceverla e leggerla per rimandarla sulla Terra. La prova inconfutabile che gli alieni esistono anche se, per il momento, non hanno nulla da dirci. Il re-invio stesso è la risposta.