Dario Argento si gode gli onori della Mostra del Cinema di Venezia 2023, dove è giunto per accompagnare il documentario che gli ha dedicato Simone Scafidi, Dario Argento Panico, presentato in Venezia Classici. Quella di Argento col Lido è una storia travagliata visto che nessun suo film è stato ospitato dalla Mostra, fatto questo che lo offende ancora oggi: "Non mi hanno mai invitato perché la commissione vuole solo film politici, impegnati. Il mio cinema era più disimpegnato. Oggi le cose sono un po' cambiate, per certi versi in meglio".
Dario Argento Panico ripercorre la carriera del cineasta romano grazie all'aiuto di estimatori del suo cinema come Nicolas Winding Refn, Guillermo del Toro e l'amico Gaspar Noé, ma contiene anche le voci delle figlie Asia e Fiore, della sorella e della prima moglie Marisa Canale, che si preoccupano di raccontare l'aspetto privato del maestro del brivido. Tra una testa parlante e l'altra c'è spazio per tanto materiale di repertorio, sequenze dei celebri horror e thriller firmati da Argento, ma a far da filo conduttore al tutto c'è una cornice in cui Dario Argento viene condotto in un elegante hotel fuori Roma per concludere la scrittura del suo ultimo, abitudine che appartiene al suo passato e che viene rievocata in alcuni gustosi siparietti. "Dario è stato eccezionale" svela Simone Scafidi. "Abbiamo scelto un hotel completamente diverso da quelle pensioni un po' lugubri in cui lui amava rifugiarsi, Per la parte recitata ho spiegato a Dario cosa mi serviva e lui ha detto 'Faccio io'".
Un documentario dal respiro internazionale
Dario Argento Panico si inserisce in un filone piuttosto frequentato. Su Dario Argento è stato detto tantissimo in film, libri, documentari, nella sua autobiografia Paura. "Non avevo la pretesa di raccontare qualcosa di nuovo" ammette Simone Scafidi. "Il mio è un documentario canonico, alterna materiali di repertorio e interviste, tocca temi chiave che appartengono a lui e al suo cinema come l'abitudine di scrivere in hotel, il tema doppio, a un certo Asia dice 'nei film io son mio padre', lo stesso Dario del finale è diverso da quello della prima parte del documentario. Mi interessava però realizzare un prodotto di respiro internazionale, rivolto al mercato nordamericano, e non esiste paese in cui Dario Argento non sia conosciuto e amato. Refn nel film lo dice apertamente, del Toro è arrivato preparatissimo, voleva fare bella figura con Dario. Quando parlano sono tutti emozionati, il suo cinema continua a essere influente ovunque".
Anche se i finanziamenti americani hanno rappresentato un importante motore, l'impulso iniziale del film proviene dalla produttrice Giada Mazzoleni e Dario Argento ci tiene a comunicarlo spiegando: "Si parla tanto dello scarso spazio riservato alle donne nell'industria, ma qui c'è una donna che ha deciso di fare un film legato all'horror con la sua compagnia Paguro Film. Produrre è più importante che dirigere, senza produttori i film non si farebbero".
Tutti i film di Dario Argento, dal peggiore al migliore
La vita segreta del maestro del brivido
Dario Argento Panico ripercorre tanti momenti della vita del regista di Profondo rosso, pubblici e privati. La sorella e le figlie svelano aspetti inediti del suo carattere mentre Marisa Casale ricorda il loro primo incontro e il loro rapporto sentimentale. "Non mi dà fastidio raccontare il mio privato" ammette il regista che non batte ciglio neppure di fronte alle dichiarazioni di Nicolas Winding Refn, che non perde occasione di definire Suspiria il "cocaine movie definitivo". "Questa è una sua supposizione" spiega Argento. "Il mio mondo interiore mi ha sempre spinto a ribellarmi alle convenzioni, a dire di no, e i miei film rappresentano ciò che sentivo in quel preciso momento. Ecco perché non riesco a dire a quale sono più legato, sono tutti mie creature". Riflettendo sul potere catartico del cinema, il regista ammette sorridendo: "Spero che le mie paure non passino mai, ci convivo benissimo".
Se il regista ha notato dei miglioramenti nella situazione generale del cinema, lo stesso non vale per l'horror, almeno a suo parere. "Ci sono stati momenti, in passato, in cui il genere horror è esploso con l'apparizione di autori come George Romero, Wes Craven, Tobe Hooper. Una valanga di cineasti. Poi sono subentrati altri autori con scarsa volontà di lasciare il segno". E il segno l'instancabile Argento continua a volerlo lasciare con un nuovo progetto a cui lavora da tempo, un thriller interpretato dall'amica Isabelle Huppert. "Il progetto è praticamente pronto, ma qualche mese fa sono caduto e mi sono rotto il femore, quindi ho impiegato mesi per curarmi e il film è stato rimandato. Ma appena troveremo nuovi finanziamenti lo gireremo".