Noi c'eravamo. Non può che iniziare da un ricordo la recensione di Dampyr, da quell'evento in cui a Lucca Comics di qualche anno fa sono stati svelati i poster dei personaggi del film targato Bonelli, tratto dal fumetto creato nel 2000 da Mauro Boselli e Maurizio Colombo. C'eravamo e fa effetto vedere finalmente il film arrivare nelle sale e sfruttare il lancio, ancora una volta, di Lucca Comics & Games, dopo tre anni e un mondo che in qualche modo è cambiato: un cerchio che si chiude e fa da perfetta cornice per un progetto che parte con l'intenzione di costruire qualcosa di importante per il futuro. A firmare questo primo passo troviamo l'esordiente Riccardo Chemello, alla guida di un cast internazionale che vede Wade Briggs nel ruolo del protagonista Harlan, Stuart Martin, Luke Roberts, Frida Gustavsson e David Morrissey.
La guerra nei Balcani
Siamo nei Balcani degli anni '90 e una guerra è in corso, con i soldati comandati da Emil Kurjak che cercano di tenere il dominio del paese di Yorvolak quando vengono attaccati e massacrati da misteriose figure sovrumane. Un'aggressione nella quale si trova a essere coinvolto anche Harlan Draka, un truffatore che vaga di villaggio in villaggio insieme al suo aiutante e manager Yuri fingendosi un Dampyr, praticando esorcismi e altri riti per sfruttare la superstizione e le paure degli abitanti. Il nuovo incontro, e scontro, fa scoprire ad Harlan di non essere un truffatore, dopotutto: è veramente un Dampyr, figlio di una donna umana, Velma, e un Maestro della Notte di nome Draka, origini che si trova a scoprire nell'aiutare una vampira ribelle chiamata Tesla ad affrontare il temibile Gorka.
Una mitologia da esplorare
Bastano poche righe, senza bisogno di scivolare in fastidiosi spoiler, a far capire quanto potenziale narrativo ci sia nel mondo di Dampyr, che non a caso va avanti da oltre vent'anni su carta e promette dinamiche interessanti anche per eventuali futuri capitoli cinematografici. Un materiale vasto che avrebbe fornito spunti da sviluppare anche in una serie, ma si è scelto il grande schermo per sfruttare le potenzialità evocative di un racconto dal sapore mitologico, per una Origin Story che può soddisfare il pubblico che già conosceva il personaggio dal suo consolidato originale cartaceo. Non manca qualche ingenuità, né alcune scelte che limitano il potenziale evocativo e non rendono giustizia al budget messo a disposizione, ma si tratta di un primo passo interessante e promettente per quella che può essere una nuova realtà produttiva in grado di coinvolgere il grande pubblico.
Bonelli Entertainment debutta sul mercato con le prime due produzioni, tra cui il film Dampyr
Un piccolo passo per un vampiro, un grande passo per un editore
È questo ultimo punto che va tenuto in considerazione, sostenuto e rispettato, il suo essere un primo importante passo, un primo tassello di quello che potrebbe diventare un ricco puzzle. Ed è un primo passo nella direzione giusta, al netto di qualche problema e delle ingenuità a cui abbiamo accennato, tanto da attirare già l'attenzione a livello internazionale: se nelle nostre sale sarà Eagle a curare il film, ad aggiudicarsi la distribuzione internazionale è stata Sony, che ha evidentemente individuato un potenziale interessante nell'adattamento di Dampyr. Un potenziale che speriamo possa essere in grado di intercettare il gusto del pubblico, coinvolgerlo e gettare le basi per proseguire questo cammino, perché abbiamo bisogno di una realtà italiana che operi su titoli di genere, dal sapore pop, di costruire universi narrativi in grado di farsi notare in sala o sulle piattaforme. Una realtà che mancava e quindi non possiamo che dare il benvenuto al Bonelli Cinematic Universe, con la speranza di vederlo crescere e prosperare.
Conclusioni
Strizza l’occhio ai fan e cerca nuovo pubblico il primo film dell’universo cinematografico Bonelli di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Dampyr. Ambientato negli anni ’90, il film diretto da Riccardo Chemello è orgogliosamente figlio di quegli anni, di quell’estetica in cui il fumetto stesso a cui si ispira nasceva e si sviluppava. Una produzione portata avanti con mezzi adeguati all’impresa e una evidente passione, che lascia ben sperare per il cammino futuro degli adattamenti di casa Bonelli.
Perché ci piace
- La ricca mitologia del personaggio, che può fornire materiale a sufficienza per proseguire il cammino.
- L’approccio internazionale, che ha già dato risultati in termini di distribuzione estera.
- L’investimento e la passione…
Cosa non va
- … da tarare per il futuro, ma che ci lascia molte speranze.
- Qualche ingenuità di troppo e un sapore da anni ’90.