Al Sundance 2022, Dakota Johnson si sdoppia in quattro. La star delle saga delle 50 sfumature e dell'acclamato La figlia oscura è interprete e produttrice di due film presenti in programma, Cha Cha Real Smooth e Am I Ok?. Due progetti che non potrebbero essere più diversi: in Cha Cha Real Smooth, l'attrice interpreta la madre di un'adolescente autistica che stringe amicizia con un ventiduenne, animatore di party ebraici, alla ricerca del suo posto nel mondo. Am I Ok?, interpretato anche da Kiersey Clemons, Sonoya Mizuno e con la partecipazione di Tig Notaro in un gustoso cameo, è una riflessione sulla scoperta della propria identità sessuale. Dakota Johnson interpreta, infatti, una trentenne inquieta e immatura che si scopre attratta dal suo stesso sesso.
"Vengo al Sundance da quando avevo 22 anni, ma questa è la prima volta che presento due film prodotti da me" esordisce Dakota Johnson. "Sono stati girati entrambi durante l'emergenza sanitaria. Il primo a essere girato è Am I OK?, diretto da Tig Notaro e Stephanie Allynne, che sono sposate. Si tratta di un coming out femminile con sfumature comiche. Sono uscita con un sacco di donne durante il Covid per esercitarmi [ride ndr]. L'altro film, Cha Cha Real Smooth, è diretto da Cooper Raiff, che ha solo 24 anni e ha confessato di non essere mai andato a un festival perché ha iniziato a fare film durate la pandemia. Davvero triste". Parlando del suo esordio da produttrice l'attrice specifica di aver opzionato Am I Ok? "appena aperta la mia compagnia, Tea Time Pictures, ed è stato realizzato subito perché tutti gli altri progetti sono slittati a causa dell'emergenza, anche se abbiamo dovuto comprimere location e riprese. Cha Cha Real Smooth è costato pochissimo, ma è un film che mi ha toccato il cuore e ha il mio DNA ovunque".
Attrici, registe e produttrici
Dakota Johnson frequenta i set fin da quando, a nove anni, ha affiancato la madre Melanie Griffith in Pazzi in Alabama, diretto dall'allora patrigno Antonio Banderas. Ma come rivela, "fino a 18 anni non ho potuto dedicarmi alla recitazione. Volevo così tanto costruirmi una carriera, ma i miei volevano che studiassi. Mio padre avrebbe voluto che frequentassi il college, ma io non ero portata per lo studio anche se sono ossessionata dai libri. Sono cresciuta sui set, ho sempre viaggiato coi miei così appena ho potuto ho cominciato a fare audizioni".
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L'ossessione per i libri, di recente, ha condotto Dakota Johnson a recitare nell'esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal, l'acclamato La Figlia Oscura. L'attrice confessa di conoscere bene l'opera di Elena Ferrante per aver letto la serie de L'amica geniale: "Per un anno ho frequentato una scuola cattolica femminile nella California del Nord. L'esperienza è stata orribile, ma ho conosciuto una delle mie migliori amiche che mi ha consigliato di leggere i libri della Ferrante. Li ho trovati fantastici e quando ho letto lo script di Maggie Gyllenhaal ne sono stata intrigata. Ho imparato così tanto da questo lavoro. Sono questi i ruoli che cerco, quelli che mi possano insegnare qualcosa e che mi aiutino a evolvere come attrice e come donna".
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Come interpretare personaggi stimolanti
Ne La figlia oscura, Dakota Johnson ha prova l'esperienza di essere diretta da una regista che è anche un'attrice. Al riguardo, l'attrice si dichiara molto soddisfatta dell'esperienza: "Prima di essere un regista, anche Scott Cooper, che mi ha diretto in Black Mass, era un attore, ma con Maggie Gyllenhaal è stato diverso. Essere diretta da un'attrice è diverso. L'ambiente era molto particolare, ci trovavamo su una spiaggia, le relazioni tra i personaggi erano ambigue e complicate. Avere una donna che sa cosa si prova a essere esposti davanti all'obiettivo sia dal punto di vista fisico che emotivo è davvero fantastico".
Dakota Johnson confessa di vivere una sfida continua alla ricerca di personaggi reali, con cui sentirsi in sintonia. "Recitare per me non è mai facile" spiega. "Una componente di sofferenza è sempre presente, si tratta di una lotta. Non amo i personaggi preconfezionati. Ma come nel caso dei film presenti al Sundance o de La figlia oscura, preferisco figure complesse. Con dei difetti. Molte donne mi hanno ringraziato perché mostro aspetti della maternità molto reali, avere figli non è sempre facile o sempre divertente. Ma anche gli uomini hanno apprezzato il film dicendo 'Ecco, riconosco quella donna, mia moglie è così.... mia madre è così... Sono donne vive, soffrono, sanguinano, scoprono cose nuove su se stesse".
Il potere curativo del cinema
Questa ricerca continua ha spinto Dakota Johnson a diventare produttrice per dare spazio a nuovi talenti, ma anche per cercare verità nelle storie da produrre. "La regola che mi sono posta è conservare l'integrità della storia" specifica lei. "Ma anche superare i limiti evitando gli stereotipi e i modelli di successo. Questo non mi soddisfa. Voglio raccontare storie che la gente abbia voglia di vedere e poi voglio creare ambienti familiari sui set, in modo che le persone si sentano a loro agio a lavorare". E il lavoro, nonostante l'emergenza sanitaria, a Dakota Johnson non è mai mancato: "La pandemia è scoppiata, ma io non mi sono fermata un attimo, è stato folle. L'anno scorso ho fatto quattro film, che è tantissimo. Mi sento una privilegiata, ma al tempo stesso capisco che trovare sollievo nel cinema in un momento questo sia un modo per evitare i problemi. Se penso alla situazione che stiamo vivendo, mi sento depressa e pessimista".