Da Law & Order a The Afterparty, tutti pazzi per il crime

Dopo il (bellissimo) finale di The Afterparty su Apple Tv+ e l'arrivo di Law & Order: Organized Crime su Top Crime, passiamo in rassegna la passione innata del pubblico per il crime in tv, dai classici polizieschi e procedurali, ai podcast e alle docu-serie true crime, fino al nuovissimo genere crimedy.

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The Afterparty: Tiffany Haddish in una scena del primo episodio

Se c'è un genere che sta impazzando in tv e sulle piattaforme e sta facendo impazzire gli spettatori negli ultimi anni questo è sicuramente il crime. I polizieschi e procedurali appassionano da sempre il pubblico, complice quella passione quasi vojeuristica per la cronaca nera, che poi si specchia nei casi fittizi o tratti da storie vere visti nella serialità. Se però prima erano una forma d'intrattenimento che si poteva anche guardare distrattamente - il corrispettivo drama delle sitcom - negli ultimi anni si sono non solo evoluti in nuovi formati - come il podcast, figlio dei radiodrammi di un tempo - ma hanno anche reinventato se stessi, mescolando i generi e prendendosi anche bonariamente in giro, per sopravvivere e rimanere attuali. Come l'ultimo arrivato The Afterparty su Apple Tv+, di cui il 4 marzo è arrivato il finale. Cogliamo quindi l'occasione - complice anche l'arrivo su Top Crime dell'ultimo prodotto legato al franchise di Law & Order: Organized Crime, per fare un breve excursus sulla passione innata per il crime in tv.

In principio erano i procedurali

Law & Order: Sam Waterston, Linus Roache ed Alana De La Garza nell'episodio Dignity
Law & Order: Sam Waterston, Linus Roache ed Alana De La Garza nell'episodio Dignity

Come dicevamo, inizialmente i crime venivano percepiti e "venduti" (nel senso di pubblicizzati) come un intrattenimento da poter vedere anche distrattamente, o comunque senza un fil rouge che unisse tutte le puntate, poiché i detective - o gli avvocati - erano sempre gli stessi e cambiava solamente "il caso della settimana" (dicitura utilizzata poi in vari ambiti dell'audiovisivo e della serialità anche in altri generi). Casi che rispecchiavano quanto si leggeva sui giornali o ne prendevano ispirazione. È così che fecero la fortuna franchise come Law & Order - I due volti della giustizia e NCIS - Unità anticrimine e relativi spin-off ma anche gialli classici come La signora in giallo o Colombo ben prima, e CSI: Scena del crimine negli anni duemila, sempre con relativi spin-off, mostrando un nuovo punto di vista sulle indagini criminali, più scientifico e meno action, proprio per l'evoluzione della tecnologia.

I 10 migliori serial killer delle serie tv

Poliziotti corrotti e serial killer

Mindhunter: un momento della prima stagione
Mindhunter: un momento della prima stagione

Prima i protagonisti erano detective integerrimi di cui interessava anche relativamente la vita familiare e personale, se non quegli sprazzi tra un episodio e l'altro, poi ci si è concentrati su poliziotti corrotti di cui far vedere anche il lato più oscuro e marcio, come in The Shield e The Wire. Si è poi passati a guardare più da vicino, nell'abisso, sull'altra faccia della medaglia: i serial killer, portando al successo serie come Criminal Minds, The Mentalist e Mindhunter, ma anche Hannibal, Dexter il serial killer dei serial killer tornato di recente con un revival, The Fall e così via. La passione del pubblico per gli antieroi - sempre per il voyeurismo di vedere qualcosa che non si avrebbe mai il coraggio di mettere in atto - va a braccetto con quella per i serial killer, specchio della società che spesso criticano e denunciano. Infine ci si è indirizzati verso serie antologiche e quindi c'era più il "caso della settimana" ma veniva messo al centro del racconto quello stagionale/seriale, mostrando anche come a volte il lavoro investigativo logori una persona se non impara a separarlo dalla propria sfera personale. Ne sono esempi The Killing, American Crime Story e Murder in the First.

I migliori documentari true crime su Netflix

Omicidio, ti sento

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Only Murders in the Building: i protagonisti in una scena

Con il ritorno in auge dei podcast negli ultimi anni, quelli che vanno per la maggiore sono proprio quelli true crime, scimmiottati spesso anche nella serialità stessa: gli esempi più recenti e più lampanti li possiamo trovare in Only Murders in The Building, nel revival Dexter: New Blood con quello "scherzoso" che prende il nome da un gioco americano, "Merry F*cking Kill". Il true crime quindi "crea dipendenza" perché basato sulla realtà, sulla storia della porta accanto ma ai limiti del reale, così come le docu-serie di genere, oramai uno dei fil rouge dei contenuti di Netflix ad esempio. Storie sanguinolente e possibilmente vicino a casa propria, per sentirsi attratti e allo stesso tempo terrorizzati, un mix irresistibile per lo spettatore avvolto nel proprio plaid sul divano.

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Il teen mystery drama

Kristen Bell dietro l'obiettivo in una scena dell'episodio 'Questione di fiducia' della prima stagione di 'Veronica Mars'
Kristen Bell dietro l'obiettivo in una scena dell'episodio 'Questione di fiducia' della prima stagione di 'Veronica Mars'

Parallelamente all'ibridazione con altri generi, anche il teen drama è stato coinvolto nel processo. Ecco spiegato il proliferare di teen mystery drama: dalla detective story Veronica Mars che omaggiava il giallo classico da colpo di scena e ha permesso al mondo di scoprire il talento di Kristen Bell, al teen pop e dark di Gossip Girl e Pretty Little Liars (e relativi spin-off e reboot) fino ad esempi più recenti. Tra questi il "fenomeno" tratto dai fumetti Archie Comics Riverdale, che inizia proprio come un enorme mistero che coinvolge i giovani protagonisti, l'ancora inedita in Italia Dead of Summer e la da poco arrivata Uno di noi sta mentendo, che ha tentato di unire malamente The Breakfast Club ad alcuni titolo già citati. Quasi un voler aggiungere gravitas a una vita adolescenziale già complessa e complicata come spesso viene dipinta oltreoceano.

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La crimedy

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La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra: Kristen Bell in una foto di scena

Ecco che a questo punto arriva l'ultima invenzione per "sopravvivere" e differenziarsi nella bulimica offerta seriale contemporanea. Già messa in atto nelle comedy che erano dark e mescolavano generi - come Desperate Housewives - I segreti di Wisteria Lane, Ugly Betty, Devious Maids, l'ancora inedita in Italia Why Women Kill, la sottovalutata Pushing Daisies che univa anche l'elemento supernatural e romantico, proponendo una durata da drama di 40 o 50 minuti - ora le ha trasformate in vere e proprio comedy da mezz'ora, che invece scimmiottano, prendono in giro e allo stesso tempo celebrano il genere crime raccontandolo in salsa comedy. Ne vengono fuori esperimenti stranissimi che rendono estrema la reazione degli spettatori (assoluto amore o profondo disgusto) nei confronti del prodotto, come La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra, che a suo modo ha provato a fare il verso a La donna alla finestra e alla suspense hitchcockiana. L'omaggio al giallo classico e al noir è merito di Steve Martin con la sua Only Murders in the Building, che insieme a Martin Short e Selena Gomez abbraccia addirittura più generazioni, e che prende in giro proprio gli appassionati di podcast e di true crime, che si improvvisano detective nella vita reale, di cui parlavamo qualche riga sopra: più metà-televisivo di così!

The Afterparty, i creatori Philip A. Lord e Christopher Miller: "L'Inferno è una rimpatriata del liceo!"

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The Afterparty: Sam Richardson e Ben Schwartz in una scena del primo episodio

Arriviamo all'ultima proposta di Apple TV+, The Afterparty, che già dal plot promette un incontro esplosivo: un omicidio avvenuto durante una reunion scolastica, uno dei topoi della narrazione statunitense, sede di antichi rancori, gelosie e coming of age irrisolti. Qui non solo si scimmiotta e celebra ciò che rende il crime tale - compresa la detective che invece di utilizzare un metodo investigativo classico vuole sapere le storie personali e romantiche dei protagonisti perché ci si appassiona, e perché alla fine sa che porteranno alla verità. Gli autori Philip A. Lord e Christopher Miller (quelli di the Lego Movie) hanno avuto la brillante idea di celebrare in ogni episodio un genere attraverso il racconto di ognuno dei sospettati: la commedia romantica (che è quella che ha una durata maggiore degli altri anche perché introduttiva), l'action, l'horror, il teen movie, addirittura l'animazione e così via. La serialità continua a evolversi e a trovare nuovi modi per raccontare non solo la società che ci circonda ma anche se stessa, scherzando e (ri)guardandosi allo specchio e domandandosi: quale sarà il prossimo trucco per appassionare e terrorizzare il pubblico?