Cronenberg a Cannes per A History of Violence

Questa ricchissima edizione del Festival di Cannes è anche scenario del ritorno di David Cronenberg, che presenta A History of Violence, un thriller tratto da un graphic novel.

Questa ricchissima edizione del Festival di Cannes è anche scenario del ritorno di David Cronenberg, geniale autore di capolavori disturbanti come Videodrome e Inseparabili, che presenta A History of Violence, un thriller tratto da un fumetto con protagonisti Viggo Mortensen, Maria Bello e William Hurt, che hanno anche acompagnato il regista canadese sulla Croisette e hanno preso parte all'affollata confenza stampa.

Mr. Cronenberg, crede che la violenza cinematica sia in quelahce modo responsabile della violenza reale? David Cronenberg: La responsabilità è dovuta solo nei confronti dell'arte. Nessuno fa arte in un vuolo spazio-temporale, ma è alla propria creazione che deve andare il pensiero. Una volta presa la tua strada, non devi pensare a queste cose. Le persone diventano violente quando assistono alla violenza ritratta in un film? Si mettono ad ammazzare quando vedono ammazzare in un film? Beh, francamente credo che se fosse così il mondo si sarebbe spopolato da un pezzo. Anzi penso che quello che abbiamo fatto in questo film rappresenti una presa di coscienza eccezionalemnete responsabile, perché è una seria discussione sulla natura della violenza e sull'impatto che ha sulla società.

La società americana. David Cronenberg: Sin dall'inizio sono stato consapevole del fatto che si trattasse di una storia decisamente americana. Si svolge in una cittadina nel cuore tranquillo degli Stati Uniti, quasi un piccolo paradiso; naturalmente ha funzionato alla perfezione perché il film è stato girato in Canada. Ha la stessa risonanza dei film western americani: un uomo che mette mano alla pistola per proteggere la sua famiglia e la sua casa. E' un tipico topos western che ho voluto approcciare ed esplorare in questo film, ed è molto americano. Ma come ogni artista vi dirà, se si vuole essere universali, bisogna ritrarre il particolare. Le specifiche sono americane, ma la riflessione sulla violenza è universale.

Lei parla di una discussione seria, ma il film è costellato di humour nero... David Cronenberg: Non credo che le cose si escludano. Credo che si possa essere seri e divertire allo stesso tempo. Ed è vero, il film è divertente. C'è un'autentica tensione tra gli aspetti seri e d emozionali del film e quelli divertenti.

Anche qui torna il connubio tra violenza e sesso. Perché la interessa tanto David Cronenberg: Sesso e violenza vanno a braccetto come le uova e il bacon. Credo che ci sia sempre una componente sessuale nella violenza, e una componente violenta nella sessualità, e per me è naturale esplorare questo aspetto. Come disse George Bernard Shaw, 'il conflitto è l'essenza del dramma'.

Mr. Hurt, il suo ruolo è breve ma importante. Come ha lavorato sul suo personaggio? William Hurt: Come ha detto giustamente David, per mandare un messaggio universale devi entrare nei dettagli. E' attraverso i dettagli che entri nella vita delle persone. Così mi sono preso molto tempo prima ancora di girare, e poi in David ho trovato un grande rispetto.

Viggo Mortensen: E' stato così per tutti; il film è stato uno sforzo corale guidato magnificamente da David, che aveva un'assoluta padronanza di quello che voleva ottenere. Nella mia esperienza, è raro trovare un regista con la preparazione e la sicurezza di David che allo stesso tempo permette agli attori di portare del loro, di contribuire con le proprie idee.

Maria Bello: E' così che vedo David come regista, come un buon padre che tu cerchi di rendere orgoglioso, che ti lascia libertà di andare dove vuoi, ma tu vuoi sempre riavvicinarti a lui.
David ci ha lasciato libertà creativa, eppure tornavamo ad essere attratti dalla sua visione.