Dodici anni dopo Midnight in Paris, Woody Allen torna a scegliere Parigi come location della sua nuova commedia con venature noir, Coup de chance. A 87 anni il regista newyorkese si imbarca in una nuova avventura dirigendo un cast interamente francese, e il francese è la lingua parlata nel film che uscirà nelle sale italiane il 6 dicembre distribuito da Lucky Red. "Quando ero più giovane, i film che mi hanno formato erano italiani, francesi, svedesi. Amo il cinema europeo e volevo fare un film all'europea" così Allen motiva la sua scelta alla Mostra del Cinema di Venezia, dove Coup de chance viene presentato Fuori Concorso.
L'idea iniziale alla base del progetto era fare un film su due americani che vivono a Parigi, ma poi il progetto ha preso una piega diversa con la scelta di girare in francese. "Gli unici cambiamenti che ho fatto sono stati di tipo cosmetico, piccoli aggiustamenti legati alla cultura diversa" spiega Allen. "Anche se non parlo francese. amo Parigi. Così per il mio 50° film ho provato a diventare un genuino regista europeo come Truffaut, Renoir, Godard".
Una commedia dominata dal caso
Coup de chance racconta l'incontro fortuito tra Fanny (Lou De Laage) e il vecchio compagno di scuola Alain (Niels Schneider), che ha sempre nutrito una cotta per lei arrivando a mettere a repentaglio il suo matrimonio col ricco Jean (Melvil Poupaud). La situazione si complica quando una misteriosa scomparsa turba il triangolo sentimentale. Come conferma Woody Allen, "questo film appartiene allo stesso genere di Match Point. Amore, sesso, morte, stessi ingredienti in due storie diverse". Sulla sua nuova incursione francese, Allen specifica: "Dopo Parigi mi piacerebbe girare ancora all'estero, ma dipende dai finanziamenti e poi dovrei avere un'idea buona per l'Italia o la Germania. Se non conosco bene un paese è difficile che accada, ma mi piacerebbe fare altri film sia a New York che all'estero".
Di fronte a uno script dominato dalla casualità, in cui un personaggio come Jean ripete costantemente che il caso non esiste e la propria fortuna si crea, Woody Allen ammette di essere stato molto fortuna per tutta la sua vita: "Ho avuto due genitori che mi amavano, ho amici cari, ho avuto mogli, figli, non sono mai stato in ospedale, non ho mai avuto malattie gravi. Quando ho cominciato a fare film sono stato apprezzato dalla critica e dal pubblico, mi hanno riservato affetto e attenzione". Allen nutre, però, dubbi sul potere della commedia di esorcizzare la morta e aggiunge: "Di fronte alla morte non si può fare niente, non c'è via d'uscita. L'unica cosa da fare è non pensarci".
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L'evoluzione della poetica
Pur non conoscendo il francese, Woody Allen nega di aver riscontrato difficoltà a dirigere il cast di Coup de chance. "Se tu guardi un film giapponese puoi dire se la recitazione è buona, realistica o esagerata anche senza conoscere il giapponese, seguendo il linguaggio del corpo" spiega il regista. "Ho diretto gli attori senza problemi, hanno letto lo script e l'hanno capito. Non gli ho dovuto dare molte indicazioni, e quando lo facevo parlavo inglese. Il mio lavoro non è stato diverso dal solito".
Ciò che è cambiato, nella poetica del regista, è il trattamento riservato ai personaggi maschili, come ammette lui stesso: "20 o 30 anni fa interpretavo i ruoli che scrivevo, quindi scrivevo per me. Ho sempre trovato più interessanti i ruoli femminili, sono stato influenzato da autori come Tennessee Williams o Bergman e altri che scrivevano per le donne. Mentre non scrivevo molto bene per gli uomini al di fuori di me stesso. Tra le cose che si imparano col tempo c'è il cercare di non essere mai noiosi".