Clifford: il grande cane rosso, la recensione: grande rosso e cucciolone

La recensione di Clifford: Il Grande Cane Rosso, un perfetto film per le festività natalizie e per le famiglie, dal 2 dicembre al cinema con Eagle Pictures.

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Clifford - Il grande cane rosso: Darby Camp in una scena del film

I film live action con gli animali, con i cani in particolare, sono stati spesso un classico dei pomeriggi di Italia1, data la loro dimensione televisiva. Clifford, come dice il titolo, è invece un grande cane rosso troppo enorme per essere chiuso nel piccolo schermo e si rivelerà, come potrete leggere in questa recensione di Clifford: Il Grande Cane Rosso, un perfetto film per le festività natalizie e per le famiglie, dal 2 dicembre al cinema con Eagle Pictures.

Anime affini

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Clifford - Il grande cane rosso: un momento del film

È proprio con queste parole che inizia questa favola ambientata nella New York innevata pre-natalizia: protagoniste del film saranno infatti due anime sperdute eppure affini che sapranno darsi una grande forza a vicenda. A parlare è un misterioso e buffo signore dai papillon colorati (John Cleese), la cui voce fuori campo dolce e accogliente ci introduce nel più classico dei "C'era una volta". Facciamo così la conoscenza di Emily Elizabeth (Darby Camp), una ragazzina bullizzata nella nuova scuola prestigiosa dove è arrivata grazie ad una borsa di studio, e in generale affranta dalla vita difficile della grande città. La madre (Sienna Guillory) cerca di consolarla come può ma quando deve andare fuori qualche giorno per lavoro, la lascia nelle mani non proprio affidabili del fratello, il divertente ma irresponsabile zio Casey (Jack Whitehall), semplicemente perché non ha altre opzioni a buon mercato. Il tempo passato insieme da zio e nipote si rivelerà pieno di imprevisti e colpi di scena, dovuti soprattutto al piccolo cane rosso preso da quel vecchio signore di cui parlavamo poc'anzi: questo perché, nel giro di una notte, al desiderio espresso da Emily Elisabeth, Clifford diventerà alto più di tre metri mettendo a soqquadro l'appartamentino di New York dove vivono e l'intera città.

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Clifford - Il grande cane rosso: una scena del film

Ci sono tutti i topoi e gli elementi della favola in questa pellicola: l'eroina che imparerà qualcosa sulla propria forza interiore, lo zio strampalato che scoprirà un lato paterno e inaspettatamente responsabile, l'amico di scuola (e forse qualcosa di più) della giovane protagonista, il custode scorbutico ma dal cuore d'oro, i vicini del quartiere espressione dell'inclusività razziale che sono dalla sua parte, e il doppio villain, da una parte la compagna saccente e ricca, dall'altra il capo esaurito di una terribile multinazionale (Tony Hale) che vuole catturare a tutti i costi Clifford per farne una cavia da esperimenti.

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Grande cuore rosso

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Clifford - Il grande cane rosso: Jack Whitehall e Darby Camp in una scena del film

Clifford: Il grande cane rosso è l'espressione dei sentimenti più puri e sinceri che, insieme al coraggio, fanno di Emily Elisabeth e di Clifford i simboli dell'eroismo moderno per ragazzi, forse un po' naif ma con un grande cuore rosso. Diretto da Walt Becker e scritto da Jay Scherick & David Ronn e Blaise Hemingway che hanno adattato la serie omonima di libri scolastici di Norman Bridwell, il film mostra un ritmo abbastanza sostenuto, battute divertenti e il cuore di New York che batte insieme a quello dei protagonisti, e si spera quello degli spettatori. Una regia dinamica che fa viaggiare letteralmente il pubblico attraverso la Grande Mela, alcune citazioni come quella a La storia infinita con Emily Elisabeth in groppa a Clifford come Atreiu e Falcor, la pellicola riesce a snodarsi tra cliché e stereotipi non risultando eccessivamente chiusa negli schemi narrativi e nelle "gabbie" dei personaggi ma piuttosto aprendosi a nuove scoperte e possibilità.

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Clifford - Il grande cane rosso: un'immagine del film

Proprio come i protagonisti che dovranno imparare a guardare al di là del proprio naso, poiché la soluzione spesso è sotto i nostri occhi, o meglio dentro di noi senza doverla cercare altrove o molto lontano. I colori del film, a partire dal rosso acceso del cane protagonista, sono l'espressione proprio del tono positivo e spensierato della storia raccontata, del coraggio della protagonista di imparare ad affrontare le proprie paure. E anche l'espressione della crescita della ragazzina protagonista, proprio come succederà probabilmente nel nuovo film Red. A volte basta un amico accanto a farci sentire meno soli, anzi meno piccoli; ci sentiremo così grandi (nel senso di adulti come di abbastanza "grossi" da poter sopportare tutto) da poter affrontare qualsiasi avversità. E questo è il tesoro più grande che ci sia.

Conclusioni

A conclusione della recensione di Clifford: Il Grande Cane Rosso, confermiamo come sia la pellicola perfetta per le famiglie a Natale, che possa mettere d’accordo grandi e piccini, far divertire e riflettere e mostrare un percorso di crescita per tutti i protagonisti, in una New York innevata e magica non solo per la trasformazione del cane protagonista.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Il tono allegro e il calore familiare del film, perfetto per le festività.
  • Il cane diventa coscienza e metafora della crescita interiore della ragazzina protagonista.
  • L’uso dei colori e una regia dinamica per viaggiare attraverso la Grande Mela col film.

Cosa non va

  • Il villain e i comprimari sono un po’ troppo macchiette a volte, ma ci passiamo sopra nel quadro generale del film.
  • Alcune sequenze hanno meno ritmo di altre pur non avendo il film un’eccessiva durata.