A quattro anni di distanza da La mossa del pinguino (2013), Claudio Amendola torna dietro la macchina da presa abbandonando i toni della commedia per realizzare un crime drama che gioca con i generi, spaziando dal noir al western. Scritto insieme a Giancarlo De Cataldo, autore di Romanzo Criminale e Suburra, Il permesso - 48 ore fuori, racconta la storia di quattro carcerati, detenuti nel penitenziario di Civitavecchia (in cui lo scrittore è stato giudice di sorveglianza) che ricevono un permesso di due giorni per tornare nel mondo. Donato (Luca Argentero), ex pugile, si ritrova a dover vendicare la moglie, Luigi (Amendola), deve aiutare il figlio ventenne finito nei guai, Rossana (Valentina Bellè), figlia di papà arrestata per possesso di cocaina, intreccia invece la sua storia con quella di Angelo (Giacomo Ferrara), dentro per una rapina.
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Orgoglioso di aver realizzato un film "rigorosamente di genere", Amendola si è detto felice di poter finalmente lasciare libera la sua creatura, in sala dal 30 marzo, completata a maggio dell'anno scorso e tenuta ferma ai nastri di partenza per un periodo infinito. Abbiamo incontrato il regista a Roma, all'anteprima per la stampa del film, insieme al collega e amico Luca Argentero.
Il cinema italiano punta di nuovo sul genere
Dopo anni di letargo, il cinema italiano sembra aver riscoperto finalmente il genere, ritrovando il coraggio di andare oltre il solito schema "dramma da camera in interno borghese" e di mettere sullo schermo personaggi anche sgradevoli: "C'è un'enorme cinematografia basata su personaggi negativi, cito Drive (2011) e Fargo (1996) per mille altri, che sono i più belli da fare secondo me. La stagione cinematografica passata ha finalmente riaperto delle porte che tutti aspettavamo con ansia fossero di nuovo esplorate: il quartetto Non essere cattivo (2015), Suburra (2015), Lo chiamavano Jeeg Robot (2015) e Veloce come il vento (2015) ha riscoperto la strada che ci permette di fare film diversi dalla commedia, che è un genere che tutti amiamo, noi italiani siamo gli inventori della commedia, ma lo siamo anche del crime. Inserirmi in questa tradizione è per me fondamentale".
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Dopo aver lavorato insieme in La mossa del pinguino, Cha Cha Cha (2013) e Noi e la Giulia (2015), Argentero è tornato a recitare al fianco di Amendola, accettando di trasformarsi completamente: persi otto chili e presi sei di muscoli, l'attore interpreta uno dei personaggi più oscuri della sua carriera, ruolo per cui si è affidato completamente al regista: "È stato bellissimo potersi confrontare con Claudio" ha detto, continuando: "Avere un amico in cabina di regia, che ha passato gli ultimi trent'anni a masticare questo tipo di cinema è stato come camminare sul velluto: sul set non ho mai avuto un momento di difficoltà".
Prima di salutarci abbiamo fatto un gioco: prendendo esempio dall'intervista fatta negli Stati Uniti a Jake Gyllenhaal e Ryan Reynolds, protagonisti di Life - Non oltrepassare il limite di Daniel Espinosa, abbiamo posto ai due attori le prime domande che escono su Google digitando i loro nomi nel motore di ricerca: la rete si interroga sulla bellezza di Argentero e sull'essere nonno di Amendola. È proprio il regista e attore a commentare: "Beh lui è contento di essere bello e io di essere nonno".