Si è conclusa il 18 ottobre l'edizione 2008 del festival Cinema &/è Lavoro, rassegna di pellicole e documentari inerenti la vasta tematica del mondo lavorativo, intesa in varie accezioni.
Come ci ha detto il direttore artistico, Steve della Casa: "l'abbinamento trae origine da due forti motivi di interesse: il lavoro, come è noto, è uno dei problemi principali per la società attuale. Il lavoro non è solo il posto di lavoro, ma anche la qualità, la socialità, lo scopo, la sicurezza. Come ha più volte ricordato il Presidente della Repubblica Napolitano, è la vera emergenza nell'Italia di oggi".
Il binomio indaga quindi sia su come il mondo del lavoro venga rappresentato al cinema, sia proponendo una carrellata sulle varie professioni cinematografiche.
Da questo punto di vista esemplare è stata la proiezione di La fabbrica dei tedeschi, film di Mimmo Calopresti che racconta la vicenda sull'incendio alla Thyssen di Torino: proiezione molto sentita, anche perché a Terni c'è la sede principale dell'acciaieria tedesca. La stessa Monica Guerritore, interprete del film ha poi incontrato il pubblico per disquisire sulla tragicità della vicenda e dell'incuria con cui i grandi capitalisti trattano spesso gli operai.
Lo stesso argomento è al centro di Morire di lavoro di Daniele Segre, documentario sul settore delle costruzioni in Italia: i protagonisti del film, lavoratori e familiari di lavoratori morti sul lavoro, s'interrogano assieme alle voci di attori che interpretano il ruolo di lavoratori morti in cantiere. Erompe l'orgoglio del lavoro, di come si è appreso a lavorare, della sicurezza e della sua mancanza, di lavoro nero e del caporalato.
È stato presentato Caro Parlamento di Roberto Faenza, che si sviluppa in un arco narrativo di 9 differenti capitoli, presentati sotto forma di favole: i testi delle favole sono in realtà gli articoli della Costituzione che parlano di lavoro, seguono poi brani delle interviste dei giovani che espongono la propria opinione sulle istituzioni, la situazione economica e lavorativa in cui versano. Erano presenti alcuni giovani lavoratori protagonisti del film, Ludina Barzini e Roberto Freak Antoni che ha ripercorso il repertorio degli Skiantos dedicato al lavoro.
Molto interessante anche la proiezione di Useless di Jia Zhang-Ke, che segue una stilista che ha deciso di mettersi in proprio e di creare il suo marchio (dal nome Useless, "inutile", poiché i vestiti sono creati con materiale poverissimo), oltre a varie interviste e filmati in fabbriche: il regista cinese indaga sull'industrializzazione e sull'artigianato, sul ricordo del passato e sul rischio di perderlo.
Ancora Venus di Roger Michell, con Peter O' Toole , vicenda di un vecchio attore inglese che, insieme all'amico-collega Ian, vive ricordando i vecchi tempi finché la loro tranquillità è sconvolta da Jessie, bisnipote di Ian; Un piede in terra e l'altro in mare di Silvio Soldini, cortometraggio che esplora la suggestione di una terra, quella ligure che "Sospesa tra cielo e mare". In anteprima italiana è stato presentato Notre univers impitoyable di Léa Frazer, storia di Margot e Victor, giovani, quadri dinamici di uno studio legale, finché il loro capo nomina un nuovo associato e la concorrenza scoppierà feroce.
Incisivo è stato Parole sante , secondo documentario di Ascanio Celestini che torna a parlare di lavoro e sfruttamento dopo Senza paura, che si occupava della vicenda di sei lavoratori notturni. Il drammaturgo ha incontrato un gruppo di precari che hanno lavorato in questi anni nel più grande call center italiano. Migliaia di persone sono passate per l'Atesia con sede a Cinecittà in un'anonima palazzina che solo apparentemente sembra un condominio qualunque: trecentomila telefonate al giorno, quattromila impiegati.
Tra gli incontri molto interessante quello con Margherita Buy che ha raccontato la sua esperienza di attrice e il rapporto con il set, con un montaggio di alcune delle scene più belle dei suoi film. Seguito è stato il dibattito con gli autori, regista e interpreti di Boris, la serie in onda sul satellite, giunta alla terza edizione e che ironizza sulle fiction italiane, tanto che ipotizza le riprese de "Gli occhi del cuore 2": erano presenti gli attori, Corrado Guzzanti e Caterina Guzzanti, il divo Pietro Sermonti. Anche il pesce rosso, Boris che con la sua indifferenza controlla le ridicolaggini del set.
Infine il premio per il lavoro nel cinema a Gabriele Salvatores, che assieme al socio Maurizio Totti hanno discusso del mestiere di produttore e regista. Salvatores ha anche discusso del suo prossimo film, Come dio comanda, tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammanniti: vicenda di Rino e Cristino Zena, padre e figlio, disoccupato il primo, studente il secondo. Il loro è un rapporto d'amore tragico e oscuro, un legame forte, tanto che Rino educa suo figlio come può, con principi sbagliati, razzisti, maschilisti, nazionalsocialisti e spesso violenti. Il film è in post-produzione ed uscirà nel 2009,
Quello di Terni è un festival che pone interrogativi attuali, che tocca un argomento scottante che fa notizia invece che essere semplice lavoro.