Da Batman Begins al trionfo di Oppenheimer: la folle corsa di Charles Roven e Christopher Nolan

Il produttore Charles Roven e Christopher Nolan si conoscono da vent'anni e la loro "saltuaria" collaborazione è stata a dir poco trionfale.

Sul set di Batman

Dagli esordi di Following e Memento fino al trionfo commerciale e critico di Oppenheimer, che è stato arricchito da una pioggia di Oscar, la carriera di Christopher Nolan è stata, ed è, una delle più interessanti da seguire della Hollywood di oggi. Una carriera che, in alcuni momenti a dir poco fondamentali, ha visto il regista inglese collaborare con un veterano dell'industria del cinema, Charles Roven.

Oppenheimer 6
Christopher Nolan sul set di Oppenheimer

Una figura che è stata fondamentale nel far integrare Nolan nel sistema delle major, anche se, a rigor di logica, poi è accaduto il contrario: sono le major che si sono adattate al modo di fare. Nel corso di una lunga intervista concessa a Deadline in cui ha affrontato innumerevoli aspetti collegati alla sua lunghissima carriera, Charles Roven ha discusso ampiamente anche della lunga collaborazione col filmmaker.

La nascita di una collaborazione e di una Trilogia su Batman

La partnership fra Charles Roven e Christopher Nolan si è avviata in un momento in cui quella fra il produttore e la Warner Bros stava proseguendo a vele spiegate. La major aveva difatti ottenuto degli ottimi risultati con pellicole di genere molto variegato fra di loro, da Scooby-Doo e relativo sequel passando per Three Kings e City of Angels - La città degli angeli, il remake americano de Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders.

Christian Bale in una scena di Batman Begins
Una scena di Batman Begins

Roven aveva già avuto modo di vedere e apprezzare sia Memento che Following prima di produrre Batman Begins, il primo lungometraggio del regista prodotto da una major. Il precedente, il remake di Insomnia, era stato prodotto dalla Alcon e "solo" dopo acquistato dalla Warner e dalla Summit Entertainment per la distribuzione nei vari mercati. Fu Dan Aloni, il manager di Christopher Nolan e sua moglie Emma Thomas a chiedergli se gli interessasse lavorare come produttore al loro film dedicato al Crociato di Gotham City. Erano stati loro a incaricare Aloni di trovare una figura in grado di aiutarli a gestire un blockbuster prodotto da una major o fu lo stesso Aloni a suggerire il nome di Roven ai due? Neanche quest'ultimo ha mai capito come sia andata.

Il cavaliere oscuro - Il ritorno: Christopher Nolan, Morgan Freeman e Christian Bale sul set del film
Il cavaliere oscuro - Il ritorno: Christopher Nolan, Morgan Freeman e Christian Bale sul set del film

Fatto sta che dopo la telefonata in cui il manager gli chiedeva se voleva andare a Londra per leggere il copione di Batman Begins, ricevette una telefonata anche da parte di Jeff Robinov, all'epoca a capo della produzione cinematografica della Warner, che gli poneva lo stesso quesito. E a entrambi disse di sì perché aveva la necessità di leggere il copione su cui Nolan e Thomas volevano lavorare. Come racconta Roven "Questo significa: vai all'aeroporto, incontri una persona che ti consegna il copione, e quando atterri incontri un'altra persona che lo riprende. I Nolan sono molto attenti alla segretezza. Così ho fatto, ci siamo incontrati, ha funzionato, e mi hanno offerto il lavoro. E così è iniziata la mia relazione con loro sulla trilogia del Cavaliere Oscuro. E siamo diventati anche abbastanza amici".

Supereroi senza superpoteri

Per Christopher Nolan era fondamentale che i personaggi del suo cinecomic sull'iconica creazione di Bob Kane e Bill Finger non avessero superpoteri di sorta. Parliamo di anni in cui i cinecomic, con le doverose eccezioni degli Spider-Man di Sam Raimi e degli X-Men di Bryan Singer, non erano diventati la corazzata commerciale di oggi e i Marvel Studios non avevano ancora cominciato a "indicare la via" di come affrontare la loro produzione in maniera sia serializzata che decisamente variegata.

Non era una cosa scontata vedere una major come la Warner che affidava a un regista come Nolan, che era già apprezzatissimo da una nicchia di appassionati, ma senza alcuna esperienza in materia di blockbuster, il rilancio cinematografico del più noto e amato supereroe di casa DC Comics. E non era neanche ovvio che uno studio accettasse di produrre un cinecomic... senza queglil aspetti "sopra le righe" e decisamente poco realistici tipici di questo genere.

Anche grazie a Charles Roven, la Warner ha deciso di abbracciare la filosofia del regista che poi, con Il cavaliere oscuro, avrebbe portato alla nascita di un film memorabile con un Joker così profondamente differente da quello che le persone avevano conosciuto nel Batman burtoniano di fine anni ottanta. I superpoteri sarebbero arrivati con un altro film che Nolan avrebbe poi prodotto con Roven con la speranza di dare il via a un universo cinematografico della DC: L'Uomo d'Acciaio di Zack Snyder. Sappiamo tutti come sia andata.

Christian Bale/Batman e Heath Ledger/Joker in una scena del film The Dark Knight
Batman e Joker ne Il Cavaliere Oscuro

Parlando del Cavaliere oscuro, Roven ricorda come Heath Ledger, che in precedenza aveva rifiutato di vestire i panni di Spider-Man poi andato a Tobey Maguire, abbia accettato il ruolo di Joker perché era desideroso di lavorare con Christian Bale. Un casting, quello di Ledger, che venne fortemente criticato dai fan, esperienza che il produttore ricorda così: "All'inizio, il clamore sui social media quando lo abbiamo scelto non è stato positivo. Era davvero triste e ridicolo. Ma poi vedere come ha conquistato tutti con la sua straordinaria performance è stato incredibilmente appagante".

Heath Ledger, che avrebbe poi vinto l'Oscar postumo come Miglior attore non protagonista per Il Cavaliere Oscuro, non ebbe mai modo di vedere una versione integrale del film: "Sono andato a Londra per mostrargli il prologo, i primi cinque minuti del film, quelli con la rapina in banca, che abbiamo lanciato a Natale. Eravamo solo io e lui in una sala IMAX, e alla fine era così entusiasta che aveva le lacrime agli occhi, lacrime di gioia. È stato davvero emozionante. Una settimana dopo, è morto".

L'apoteosi di Oppenheimer

Charles Roven e Christopher Nolan si conoscono da vent'anni, ma non hanno collaborato a tutti i film che il regista ha realizzato con l'attenta supervisione di sua moglie Emma Thomas. E non sarà neanche coinvolto nella prossima fatica che il filmmaker realizzerà con la Universal, un lungometraggio il cui titolo è ancora ignoto al pubblico con un cast già pieno zeppo di star di grandissimo richiamo.

Riflettendo su questo, il produttore spiega che "Ho avuto un'esperienza fantastica con loro sulla trilogia del Cavaliere Oscuro. Poi mi hanno coinvolto in Man of Steel. Per i grandi film che hanno realizzato nel mezzo, come The Prestige, Inception e Interstellar, non sono stato invitato a farne parte. Mi sarebbe piaciuto? Certo. Ma non avevano bisogno di qualcun altro". Però è proprio grazie ad Oppenheimer che adesso Charles Roven è diventato un produttore premiato con l'Oscar. Ed il motivo del suo coinvolgimento nella realizzazione del prestigioso biopic è semplice: è stato lui a far leggere al regista il libro di Kai Bird e Martin J. Sherwin American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer.

Una pellicola, Oppenheimer, nata nei giorni in cui Christopher Nolan ed Emma Thomas stavano avendo un po' di problemi con la Warner per Tenet, nel periodo pandemico in cui Jason Kilar era a capo della compagnia. Il dirigente voleva portare tutti i film dello studio in day and date al cinema e in streaming su HBO Max, una decisione che all'autore inglese non garbava e che ha poi portato al divorzio fra lui e la major con cui lavorava da ben quindici anni.

Oppenheimer Cillian Murphy
Cillian Murphy, il protagonista di Oppenheimer

La famiglia di Nolan si recava spesso a cena nel ranch di Roven, che con Kilar sta avendo magagne analoghe. Un giorno, mentre mangiavano, scappò fuori il discorso su Oppenheimer e il libro sul fisico che, fra l'altro, veniva citato da Robert Pattinson proprio in Tenet. Ed è stato così, quasi per caso che tutto ha avuto inizio. E riflettendo sui vent'anni di conoscenza con Nolan e sua moglie, Roven dice: "Se non avessimo già avuto un'esperienza straordinaria insieme, lui non sarebbe stato disponibile a leggere il libro e a collaborare per realizzare il film. Questo è il punto. E credetemi, per quanto ami Chris ed Emma, non andiamo sempre d'accordo. Le persone hanno opinioni diverse". Chissà cosa accadrà nei prossimi vent'anni di collaborazioni "saltuarie" fra i due?