Sono passati più di 20 anni dal successo di Buffy - L'ammazzavampiri e mentre i fan si dividono sul reboot in arrivo, c'è qualcuno che porta ancora addosso i segni di quell'esperienza. Nicholas Brendon, ospite di Lucca Comics & Games, si mette a nudo ricordando l'eccezionale stagione nei panni di Xander Harris che lo ha portato alle stelle, facendolo entrare di diritto nei cuori di un fandom sterminato, ma spingendolo anche sulla via di una china autodistruttiva. "Cosa mi è rimasto di Buffy? Un trauma. I fan mi raccontano di come la serie li abbia aiutati a superare i loro problemi. A me li ha creati, ancora oggi sono in terapia" ci confessa l'attore.
Abbigliamento casual, riccioli scarmigliati, Nicholas Brendon si nasconde dietro un paio di occhiali da sole e un cappello di paglia. Ogni tanto libera la sua natura di giocoso mattatore, nelle pause tra una domanda e l'altra intona brani popolari come Over the Rainbow e Amazing Grace, accenna qualche passo di danza e ci tiene a descrivere con esattezza gli effetti del gelo sulle dimensioni del suo pene sul set inglese del thriller King of Crime, ma in un momento di sincerità ammette che in cima alla lista dei suoi progetti futuri c'è "vivere". Dopo la fine di Buffy - L'ammazzavampiri, una delle migliori serie tv degli ultimi tempi, Brendon è stato a lungo vittima della dipendenza da alcool e droghe, ha fatto dentro e fuori dal carcere e ha sofferto di depressione. "È un anno che non vengo più arrestato" esclama mentre alza il pugno al cielo per celebrare l'evento. Nel frattempo l'attore ha portato in Europa il suo Kicking Depression in the Gutter Balls Tour (nomen omen), meet and greet in cui incontra i fan più depressi di lui e trascorre del tempo con loro parlando, giocando a bowling o cantando al karaoke. "Ho scelto il bowling perché cantare in pubblico crea ansia a molte persone e i miei fan spesso hanno problemi sociali. Con gli incontri i spingo a uscire di casa, ai meeting sono sempre presenti esperti, persone pronte a prestare aiuto. Sono sempre stato onesto sulla mia depressione, è una malattia molto diffusa, ma la gente tende a non parlarne, la depressione non è sexy".
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Xander: un ruolo che dura una vita
Incontriamo Nicholas Brendon nell'Area Movie di Lucca Comics il giorno di Halloween. L'interprete di Xander si prepara a festeggiare con una diretta live dalla sua camera d'hotel in cui commenterà Hush, uno dei migliori episodi di Buffy - l'ammazzavampiri, che fa parte della quarta stagione, insieme a un pupazzo con le fattezze di Xander. "Hush è l'episodio che mi ha fatto più paura, l'ho scelto per questa ragione. La diretta è un esperimento. Se andrà bene lo ripeterò". Riflettendo sulla stagione a cui è più legato, Nicholas Brendon aggiunge: "La prima stagione è stata una novità, era la prima volta che guadagnavo facendo l'attore, era folle, le altre stagioni le ricordo come un piacevole insieme. Se uno si diverte mentre lavora non sembra nemmeno lavoro, e noi ci divertivamo molto. Non mi pesavano le prove, le ore sul set, ballare e cantare nell'episodio musical è stato fantastico, anche se ero preoccupato perché non sapevo se sarei stato in grado".
In Buffy - L'ammazzavampiri il personaggio di Xander era il solo a non possedere speciali poteri e abilità. Circondato da cacciatrici, demoni e streghe, Xander era in grado di gettarsi nella mischia dotato solo del proprio coraggio. "Ero onorato del fatto che Xander fosse unico, mi piaceva essere picchiato sul set, essere vulnerabile è la mia forza. Anzi, nell'episodio di Halloween in cui Xander diventa un soldato per via di un incantesimo ero infastidito dal fatto di dover sfoggiare un addestramento militare". L'amore per il personaggio di Xander ha spinto Brendon a continuare a collaborare alla serie anche dopo la sua fine co-firmando il fumetto che prosegue le vicende della cacciatrice di vampiri e dei suoi amici.
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Sì al reboot, ma solo se distante dall'originale
Arriva il momento di parlare del tema più scottante, il preannunciato reboot di Buffy. Di fronte alle violente proteste dei fan, star della serie come Sarah Michelle Gellar e David Boreanaz si sono pronunciate favorevolmente sul progetto. Nicholas Brandon si mostra possibilista ritenendola "una buona idea. Può venire bene o può venire male, ma la presenza di Joss Whedon è una garanzia. Sono contento che abbiano scelto di distaccarsi dall'originale, ma mi piacerebbe essere coinvolto. Alcuni dei vecchi personaggi potrebbero ricomparire, ho consigliato alla sceneggiatrice l'uso di dark Willow, secondo me funzionerebbe alla grande. Spike è invecchiato, anche James Marsters è invecchiato... ma non ditelo al suo fottuto fan club. Abbiamo tutti una malattia mortale chiamata vita". Di fronte all'ipotesi che le storie scritte nel fumetto confluiscano nel reboot, però Brendon nega con decisione specificando che "il fumetto non è canone".
A distanza di un ventennio dalla fine di Buffy, Nicholas Brendon continua a essere legato al personaggio di Xander anche se questo gli è rimasto appiccicato addosso fino a oggi. "Un po' come nel caso di Fonzie in Happy Days" commenta l'attore. "Ruoli iconici che bloccano la carriera di un attore. Quando mi sono trovato davanti Henry Winkler ho pensato 'Come fa questo omino dolce e gentile essere Fonzie?' È facile confondere un attore con un personaggio, ma non pensavo che sarebbe successo a Xander, è troppo normale". Per evitare di rimanere intrappolato a vita nel ruolo di Xander, Nicholas Brendon ha provato ad affrancarsi da Buffy recitando in Criminal Minds ("purtroppo durante le riprese avevo problemi di dipendenze e i produttori hanno capito che la vera mente criminale ero io") e in Private Practice, dove veste i panni di uno stupratore: "È stato disgustoso interpretare quel ruolo, ma Shonda Rhimes mi ha detto che mi ha voluto dopo aver pensato 'Quale sarebbe il personaggio meno adatto a essere considerato un violentatore? Xander'. Mi hanno chiamato, la prima volta ho detto di no, poi ci ho ripensato".
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La Cacciatrice? Un esempio per le donne nell'epoca del #metoo
Pensando ai meriti di Buffy - L'ammazzavampiri, la serie di Joss Whedon si distingue per essere stato uno dei primi show ad avere una protagonista forte, indipendente, moderna e aggressiva. In epoca di #MeToo sono molti a guardare al contenuto positivo della serie in termini di emancipazione femminile, ma Nicholas Brendon ci tiene ad allargare il discorso: "Credo che i personaggi femminili forti siano meravigliosi, ma credo anche che i personaggi maschili forti siano meravigliosi. Credo anche che se ci fossero più donne al mondo sarebbe un posto migliore. Voi siete delle supereroine e noi degli idioti narcisisti con la mania del controllo". Il discorso si fa politico: "Con l'arrivo di Trump alla Presidenza siamo tornati indietro di anni, siamo soffocati dalle fake news, dal razzismo e dal bigottismo. In italia parlate tutti di sesso, in America non si può né parlarne né mostrarlo in tv, ma di armi ne possiamo parlare. Io non mi sono mai interessato di politica, ma in questo momento è inevitabile". La ricetta di Nicholas Brendon per curare i mali dei paese è la cultura ed è la stessa ricetta che ha usato per curare i mali della propria anima: "Da quando ho scoperto di soffrire di depressione ho cominciato a scrivere molto, cerco di lanciare messaggi positivi, di diffondere la consapevolezza. E guardatemi ora, sono felice come un fottuto clown".