Con Boris 4 sceneggiatori e attori sono riusciti a fare qualcosa di incredibile, andare oltre le aspettative del pubblico. È stata questa la "first reaction shock" della stampa, che alla Festa del Cinema di Roma ha applaudito e riso fino quasi a singhiozzare durante la visione dei primi due episodi della quarta stagione revival di Boris, la fuoriserie italiana, dal 26 ottobre su Star di Disney+ con tutte le otto puntate subito disponibili. Al termine di una delle conferenze stampa più ricche di sempre con un numerosissimo cast, produttori e autori, insieme a coloro che impreziosiranno evidentemente gli episodi successivi, con il ritorno di praticamente tutti i beniamini dei fan: da Corrado Guzzanti a Massimiliano Bruno, da Karin Proja a Eugenia Costantini. Unici assenti Mattia Torre e Roberta Fiorentini, creatore-regista della comedy che ha stravolto le regole della comicità seriale italiana, e l'interprete della segretaria di edizione Itala, scomparsi entrambi nel 2019.
Boris 4, il revival tanto atteso e temuto
L'attesa era talmente tanta per la continuazione di Boris che da 11 anni produttori e autori erano invasi da messaggi sui social, e-mail e lettere per dimostrare l'entusiasmo che un fenomeno di tale portata aveva generato in Italia, anche anni dopo la messa in onda, proprio grazie alle piattaforme che hanno fatto conoscere lo show a una generazione molto più giovane e smaliziata. Non si era andati avanti proprio per tutti i rischi del progetto e la voglia di preservare quel gioiello, nonostante il desiderio e le spinte in questi lunghi anni, prevaleva sempre la voglia di non ritornare e ripartire da quel mondo. Ma la morte di Mattia Torre e la ri-esplosione del fenomeno sulle piattaforme sono stati gli elementi che hanno portato gli autori a ripensarci. E l'idea - che vedrete negli episodi - del produttore Lorenzo Mieli di The Apartment Pictures per omaggiare la scomparsa di Torre li ha convinti del tutto.
Boris 4 arriva a ottobre su Disney+: cosa aspettarci dalla serie
Personaggi che cambiano senza cambiare
Come raccontano i due autori rimasti, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo. "Essendo un gruppo di personaggi legati alla realtà, non potevamo avere una soluzione alla Simpson in cui non fossero mutati in questi 11 anni, hanno subito grosse trasformazioni perché è proprio l'audiovisivo ad essere cambiato radicalmente nel frattempo. Boris non poteva esimersi dal parlare del momento televisivo che stiamo vivendo oggi. Abbiamo cercato di cambiare tutto per non cambiare niente in una soluzione quasi gattopardesca. Alessandro, ad esempio, interpretato da Alessandro Tiberi, è l'emblema di questo: è divenuto responsabile della piattaforma immaginaria che dovrebbe ospitare il nuovo progetto di cast e crew de Gli occhi del cuore, ma in realtà è solo uno schiavo in un altro post. Corinna e Stanis si sono sposati ma continuano a odiarsi intimamente" (ride). A livello produttivo la stessa Disney+ che produce e distribuirà la serie è stata estremamente autoironica e ha lasciato totale libertà agli sceneggiatori, che hanno potuto mettere alla berlina il mondo dell'audiovisivo di oggi. "È riuscita ad essere ancora una volta graffiante pur stando dentro il contenitore che 'criticava' e senza essere piaciona. In fondo a suo tempo andando su Fox di Sky quindi la pay tv 'criticava' la Rai e in generale la tv generalista, ora giocava in casa" aggiunge Mieli e gli fa subito eco Francesco Pannofino: "Mieli mi ruba le risposte, la piattaforma ha dimostrato l'intelligenza di sapersi lasciar prendere in giro, nella serie si accentuano cose che esistono da sempre, nella realtà sono sempre peggio in fondo" (ride).
In ricordo di Mattia Torre
Cast e autori hanno ricordato ovviamente chi c'era con loro sul set nello spirito pur non essendoci fisicamente, ovvero il compianto Mattia Torre. "Abbiamo voluto fare Boris 4 anche per chi non c'era, mancava qualcuno sul set, ma eravamo tutti contenti di ritrovarci. Mattia sembrava che fosse con lui, abbiamo cazzeggiato sempre tante volte su Boris - 42 episodi, 3 stagioni e un film, 22 ore e mezzo di prodotto - lui riusciva a stupirci, avevamo la sensazione di cercare di rappresentare quell'idea. Era anche giudice eh, quanto rompeva le scatole se non gli piaceva una scena!". Cosa aspettarsi dal nuovo progetto che il gruppo vuole realizzare per la piattaforma Vita di Gesù? Ora che sono attori-produttori, Stanis (Pietro Sermonti) e Corinna (Carolina Crescentini) si sono praticamente imposti a René Ferretti/Pannofino. Dice la Crescentini: "È un modo per avere un ruolo, un'ossessione di Stanis, un progetto internazionale, noi ci crediamo come SNIP (So Not Italian Production, la società fondata dalla coppia, ndr)". Aggiunge subito Sermonti: "C'è una citazione dottissima in realtà perché Stanis sostiene Benny Morris, nuovo storico israeliano convinto che Gesù sia morto a 50 anni e non a 30 come credono tutti, e questo va a favore di Stanis. Fare Gesù a 50 anni non succede spesso".
Ciarrapico e Vendruscolo confermano, come dicono in una battuta della serie, che l'inferno è pieno di quarte stagioni: "Noi siamo venditori di risate e se si riesce a dire qualcosa facendo ridere abbiamo raggiunto il nostro scopo". A quel punto un divertente meta-momento sul palco, con Sermonti che si sorprende di aver promosso la serie come una sitcom per un decennio quando forse non lo era (nel senso americano di multi camera) e gli attori interpreti degli sceneggiatori che ammettono che per le sitcom prendono molto di più. Antonio Catania ricorda che è cambiata la televisione e l'offerta, sfatando il mito in cui noi credevamo che gli americani e gli inglesi facessero tutto meglio nella serialità, e invece con i servizi streaming abbiamo scoperto anche la loro mediocrità, "alla cazzo di cane". "Continuiamo a rappresentare il peggio dell'Italia in senso positivo, quando arrivò Boris siamo sempre stati dipinti come il Titanic della sceneggiatura, ma in realtà anche come personaggi dal potenziale grandissimo ma pigri". Un'esperienza malinconica per le assenze davanti e dietro la macchina da presa. "È mancata la nota di Mattia, lo strumento all'interno dell'orchestra ma speriamo sia stata abbastanza forte lo stesso. Siamo invecchiati. Qualcuno già lo era 20 anni fa... Che non si dica che l'abbiamo fatto per il mutuo, sono passati dieci anni" scherza Luca Amorosino, interprete dell'aiuto regista Alfredo. Corrado Guzzanti, a capo delle guest star, non ci poteva credere quando gliel'hanno detto ma poi è stato subito contento di ributtarsi nel progetto con il suo Mariano, che vedremo ancora più folle e psicopatico, non più solo triste ma anche di successo, viene preso come consulente dalla produzione di Vita di Gesù e ne vedrete delle belle...
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Riappropriarsi dei personaggi
Per Alessandro Tiberi recitare in Boris 4 è stato come appropriarsi di un personaggio che non potrai mai ripetere da nessun'altra parte e gli fa eco la Crescentini, "un regalo per noi che ci ha fatto tornare indietro nel tempo, perché gli vogliamo bene a questi cialtroni". Aggiunge Caterina Guzzanti, interprete dell'assistente Arianna: "Io mi sono riappassionata da fan vedendola durante la quarantena, perché prima ero riuscita a vederla solamente in modo disordinato. In fondo i personaggi sono dei boomer che arrancano davanti alle novità e alla tecnologia, chi più chi meno". Ovviamente sarà la fotografia a stupire, come promette scherzando Ninni Bruschetta, che torna a interpretare Duccio, mentre Paolo Calabresi ha provato un senso di grande tenerezza a tornare sul set, la gioia di tornare a giocare. Il suo Biascica non ha ancora capito effettivamente cosa sia una piattaforma ma pensa a tutti gli ammonimenti sul set su ciò che non si può più fare e dire e questo lo manda completamente in tilt. Infine Carlo De Ruggieri, interprete di Lorenzo, ha voluto ricordare Arnaldo Ninchi, un grande attore di teatro che accettò di interpretare il temibile Dottor Cane nelle prime stagioni a patto di venire inquadrato sempre di spalle, a testimoniare la statura dell'attore. Come reagiranno le nuove generazioni a Boris 4 e soprattutto i fan della prima ora? Bisognerà aspettare il 26 ottobre per scoprirlo, e a quel punto si capirà se potrebbero addirittura esserci una quinta e sesta stagione. Piene di risate, ovviamente, sempre "a cazzo di cane".