Attesissima dai fan, all'ultimo Comicon 2023 Crunchyroll ha presentato l'anteprima dei primi episodi doppiati in italiano di Blue Lock, l'anime tratto dal manga di successo pubblicato da Panini Comics.
In Blue Lock, 200 giovani e talentuosi calciatori giapponesi vengono costretti a partecipare a un adrenalinico e micidiale elimination game per diventare, alla fine, il miglior attaccante del mondo.
Nel seguitissimo panel di presentazione, Blue Lock è stato introdotto da Gianandrea Muià, doppiatore (Vikings, The Handmaid's Tale, Miles Morales in Spider-Man), che ha curato l'adattamento.
Abbiamo intervistato Gianandrea per scoprire i retroscena di questo nuovo anime.
Arriva Blue Lock
Come hai scoperto Blue Lock? Lo conoscevi già, come manga, prima di adattare la serie animata?
Il mio primo contatto con Blue Lock è avvenuto durante i mondiali di calcio appena passati, con la nazionale giapponese che collezionava vittorie inaspettate e sostegno da ogni parte del mondo. Sotto alle notizie al riguardo, spesso mi capitava di leggere "Blue lock! È reale!", come se la nazionale nipponica si fosse sottoposta davvero agli allenamenti del progetto Blue Lock e alla sua mentalità, portandoli a scalare la classifica. Al che mi informai incuriosito! Non potevo certo immaginare che pochi mesi dopo mi ci sarei trovato a lavorarci.
Parliamo dell'adattamento italiano. Per cominciare: spiegaci il processo produttivo che porta dall'opera originale alla versione che poi vedremo, doppiata in italiano, su Crunchyroll, e tu cosa hai seguito nello specifico.
Il processo di localizzazione di un'opera ha tanti passaggi. Io in particolare mi sono occupato, insieme a Laura Cherubelli, all'adattamento dei dialoghi della serie. Il mio lavoro non è quello di tradurre la serie, ma partendo da un copione lavorato dal traduttore curarne i dialoghi, fare in modo che le singole battute di ogni personaggio siano della giusta lunghezza per stare sul suo labiale, fare in modo che di episodio in episodio i tormentoni e i leitmotiv di ognuno siano coerenti e costanti, fare in modo che l'opera sia comprensibile al pubblico italiano in maniera fluida conservando l'energia caratteristica dell'opera originale giapponese. È un lavoro di fino, un mestiere che deve risultare invisibile agli occhi e alle orecchie dello spettatore. Poi si susseguono le fasi di distribuzione dei vari ruoli ai doppiatori, spesso in seguito a provini per i ruoli più importanti, quella di doppiaggio, quella di post produzione audio...
Sono tante le figure coinvolte nella lavorazione di una singola opera, così come sono tanti i passaggi che portano un prodotto in italiano al pubblico.
In Italia, ovviamente, il calcio è un argomento piuttosto... sensibile: siamo tutti un po' allenatori. Che scelte hai fatto per rendere al meglio il linguaggio tecnico/calcistico che si usa nell'opera originale?
Io e Laura, in accordo con il direttore del doppiaggio della serie Matteo Brusamonti, ci siamo costantemente interrogati ad ogni nuovo termine in cui incappavamo. Lo stesso ruolo in formazione ha nomi diversi in base alla lingua, ogni trick, ogni tiro, gerghi tecnici che hanno o meno una trasposizione in italiano. Io non sono un appassionato sfegatato di calcio, ma mi sono fatto una cultura, spinto da un obiettivo molto semplice: se localizzassero qualcosa che a me sta a cuore, vorrei che il lavoro svolto fosse di qualità, per cui ho cercato di fare il lavoro più preciso possibile per soddisfare tutti i fan del calcio e di Blue Lock.
Domanda d'obbligo: personaggio preferito di Blue Lock e motivo? Puoi anche fare spoiler, se vuoi...
Personalmente ho un debole per i personaggi "negativi", i cattivi. Li trovo più stimolanti e divertenti dei protagonisti. In Blue Lock devo dire che Ryusei Shido mi ha colpito sin dalla sua prima apparizione. Diciamo che un ingresso in scena come il suo lascia il segno!
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Adattamento e roleplay
Una tua opinione professionale, considerato anche il tuo lavoro non solo come doppiatore ma anche come creatore di contenuti e giocatore di ruolo: quali sono i punti di forza che hanno decretato, secondo te, il successo di Blue Lock, dal punto di vista sia tecnico che narrativo?
Prendi uno degli sport più popolari del Giappone (e del mondo), e uniscilo a opere ricche di tensione che portano il concetto di Battle Royale, tutti contro tutti e solo uno può sopravvivere. Bilancia scontro fisico tipico degli anime sportivi ad una battaglia mentale a scacchi che ricorda Deathnote. Spennella il tutto con un character design e un'estetica molto ben definita e accattivante e non è difficile capire come ha fatto Blue Lock a catturare un pubblico così vasto ed eterogeneo.
Una piccola digressione, sempre parlando della tua esperienza da roleplayer: tu hai curato anche l'adattamento di un cult come The Legend of Vox Machina. Quali sono le principali differenze nell'approccio all'adattamento di una serie animata americana rispetto a una giapponese?
Se in un'opera giapponese devo fidarmi del lavoro del traduttore nel 95% dei casi quando vado a lavorare sulla sua traduzione, in un'opera inglese ho perfetta consapevolezza di cosa si sta dicendo, sottointendendo, a cosa si allude. Anche in The Legend Of Vox Machina io e Laura Cherubelli siamo stati fianco a fianco, lei in veste di traduttrice e io di adattatore dialoghista, e devo dire che la differenza principale tra le due serie non è stata tanto nella lingua diversa, quanto nel genere. Blue Lock è un anime sportivo mischiato a un Battle shonen, Vox machina è molto più eclettico, con battute a doppio senso, canzoni, citazioni. Se Blue Lock per me è stato come un'arrampicata, dove dovevo dare fondo alle mie energie per salire fino in vetta sfruttando l'adrenalina della serie stessa per darmi la carica, Vox Machina è stato più come un rompicapo: ogni frase, ogni gioco di parole, ogni canzone era un enigma, e dovevo usare tutta la mia astuzia per trovare una soluzione all'indovinello. È uno dei motivi per cui adoro questo lavoro: trovare una strada, creare un ponte tra due lingue diverse con rispetto per entrambe.