Nel 1964 il Regno Unito, e non solo, stava vivendo una fase di vera e propria Beatlesmania. Il gruppo composto da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr aveva infatti compiuto in meno di quattro anni dalla sua fondazione una rapida ascesa verso un successo senza precedenti che avrebbe segnato per sempre la storia della musica. Era quindi inevitabile, e piuttosto prevedibile, che il mondo del cinema si accorgesse di quei quattro artisti di Liverpool che facevano impazzire le fan e davano vita a nuove mode, decidendo di farli debuttare nell'inedito ruolo di attori.
Per tre giorni (9, 10 e 11 giugno), 38 multisale del circuito UCI Cinemas proietteranno in versione restaurata e digitalizzata il brillante risultato di quel tentativo di sfruttare al massimo il carisma, la fama e l'immagine mediatica dei Beatles: A Hard Day's Night - Tutti per uno, il film che cinquanta anni fa ne ha segnato l'esordio sul grande schermo ed è stato successivamente inserito dal British Film Institute tra le 100 pellicole più belle del secolo.
Un ironico ritratto della Beatlesmania
Diretto da Richard Lester e con la fotografia di Gilbert Taylor (che aveva già lavorato con Stanley Kubrick e che lavorerà quindi con Roman Polanski, Alfred Hitchcock e George Lucas), il lungometraggio è un mockumentary irresistibilmente divertente che segue i quattro membri della band impegnati ad andare a un programma televisivo a Londra mentre vengono infastiditi dal loro manager, dal nonno di Paul e dalle fan. La sceneggiatura brillante scritta da Alun Owen, che sfruttava l'idea che gli artisti fossero diventati prigionieri della propria fama, venne impreziosita da canzoni indimenticabili come A Hard Day's Night, If I Fell, Can't Buy Me Love, e She Loves You. A Hard Day's Night ottenne in breve tempo un grandissimo successo di critica e pubblico, facendo registrare oltre 12 milioni di dollari di incassi a fronte di un budget di sole 189mila sterline, e diede il via a una serie di progetti che hanno visto impegnati John, Paul, George e Ringo in ruoli e stili cinematografici diversi, ma sempre mettendo in primo piano la musica del quartetto di Liverpool.
Richard Lester replica il successo con Help!
L'anno successivo, nel 1965, è stata poi la volta di Help!, nuovamente diretto da Lester, che ha continuato a esplorare l'atmosfera comica un po' in stile fratelli Marx che aveva contraddistinto l'esordio sul grande schermo, mettendo anche a frutto l'esperienza del regista nel lavorare con Peter Sellers. Come prevedibile un altro dei punti forti del film è la colonna sonora, anche strumentale, che univa musica classica, sonorità indiane e brani apprezzati in tutto il mondo come Ticket To Ride, Help! e You're Going to Lose That Girl. Ben più alto il budget messo a disposizione per la produzione (ben 1.5 milioni di dollari), grazie all'accoglienza ottenuta dal precedente lungometraggio e incassi ancora superiori, seppur di poco, ai 12 milioni di dollari.
Un viaggio psichedelico ispirato a fatti realmente accaduti
Completamente diverso, invece, il terzo dei cinque film che compongono la filmografia dei Magical Mystery Tour è infatti stato ispirato dall'esperienza vissuta negli USA da Ken Kesey e i Merry Pranksters, che avevano viaggiato in bus sotto l'effetto dell'LSD e dalle esperienze chiamate "mystery tour" che i ragazzini vivevano nella campagna inglese salendo a bordo dei mezzi pubblici senza saperne la destinazione finale. Magical Mystery Tour, anche a causa della scelta di utilizzare le immagini a colori che quasi nessuno dei cittadini britannici nel 1967 potevano vedere in modo corretto, perché ancora dotati solamente di TV in bianco e nero, e alla decisione della BBC di programmarlo durante la giornata si Santo Stefano, durante il quale abitualmente venivano trasmessi programmi più adatti a tutta la famiglia. La colonna sonora però divenne, nonostante la fredda accoglienza riservata al progetto, uno degli album più amati dai fan.
La musica protagonista in film d'animazione e un documentario
E' però forse Yellow Submarine il progetto cinematografico più conosciuto dei Fab Four: l'avventuroso film animato poteva contare su ben cinque canzoni composte appositamente per il lungometraggio (All Together Now, It's All Too Much, Baby, You're a Rich Man, Only a Northern Song, e Hey Bulldog) e su uno stile innovativo che ottenne immediatamente ottimi riscontri, nonostante i personaggi fossero stati doppiati da professionisti del settore e non dai Beatles stessi. Destino ben più infausto, invece, quello di Let It Be: il documentario, nonostante l'intenzione fosse ben diversa finì per immortalare tutti i problemi del gruppo che, infatti, impresse sulla pellicola la priopria imminente rottura. La band non accolse a braccia aperte il progetto e non si dedicò come in passato alla creazione della relativa colonna sonora, preferendo invece concentrarsi sulla realizzazione di Abbey Road. L'anno successivo, nel 1970, anche grazie al contributo di Phil Spector, Let it be venne comunque completato e conquistò persino un premio Oscar e un Grammy nella categoria Miglior Colonna Sonora.
Un legame con il cinema destinato a non spezzarsi
Lo scioglimento del gruppo non impedì negli anni successivi agli ormai ex Beatles di lavorare a dei progetti individuali destinati al cinema, in veste di attori, registi, interpreti e produttori, oltre al prevedibile contributo alla realizzazione di colonne sonore. John Lennon si è cimentato nel corso degli anni, prima della sua tragica morte, nella realizzazione di numerosi progetti audiovisivi, soprattutto grazie alla collaborazione artistica della compagna Yoko Ono. Tra i filmati più noti diretti dalla coppia Honey Moon, realizzato nel 1969, basato sulle loro nozze e sulla famosa luna di miele durante la quale si svolse ad Amsterdam il Bed-in che suscitò una grande reazione e attenzione mediatica. Tre anni prima, nel 1966, John si mise invece alla prova come attore sotto la guida, ancora una volta, di Richard Lester nel film Come ho vinto la guerra, in cui interpretava il ruolo del soldato semplice Gripweed. Paul McCartney ha atteso l'inizio degli anni Ottanta per addentrarsi con più interesse nel mondo del cinema: nel 1984 ha infatti firmato il suo primo film come sceneggiatore, Broad Street, di cui era uno dei protagonisti. Paul si è però poi concentrato prevalentemente nel ruolo di produttore e autore di canzoni utilizzate in famose colonne sonore, tra cui Vanilla Sky, brano utilizzato nell'omonimo film diretto da Cameron Crowe che gli ha fatto conquistare la doppia nomination ai Golden Globe e agli Oscar come Miglior Canzone Originale, e Live and Let Die, realizzata nel 1973 insieme alla moglie Linda per il capitolo delle avventure dell'agente 007 intitolato Agente 007 - Vivi e lascia morire. Fu invece l'amicizia con il gruppo di comici Monty Python a influenzare l'interesse di George Harrison per il mondo del cinema. Nel 1978 l'ex membro dei Beatles decise di produrre il loro film Brian di Nazareth e il suo successo lo convinse a fondare, insieme a Dennis O'Brien, la HandMade Films che finanziò numerosi progetti a basso budget prima di essere acquistata, nel 1994, dalla casa di produzione canadese Paragon Entertainment e, successivamente, subire diversi cambi di proprietà. Il batterista Ringo Starr, infine, ha trovato nel cinema un altro modo di esperimere il proprio lato artistico in grado di soddisfarlo profondamente: a partire dagli anni Settanta, con il film Candy e il suo pazzo mondo accanto a Charles Aznavour e Marlon Brando, si è cimentato molte volte nel ruolo di attore protagonista, guest star e doppiatore.
I Beatles visti dagli altri
L'incredibile fama del gruppo, negli ultimi decenni, ha tuttavia prevedibilmente dato vita alla creazione di documentari, rappresentazioni della vita dei Fab Four (tra cui il famoso Nowhere Boy ispirato all'adolescenza di John Lennon), ma non solo. Tra i progetti dedicati a ripercorrere momenti importanti della carriera della band e dei suoi singoli membri, si possono ricordare due esempi particolarmente significativi: U.S.A. contro John Lennon diretto da David Leaf nel 2006, che ripercorre le tappe principali degli anni in cui Lennon è stato più attivo politicamente e mostra le reazioni della parte più conservatrice della società americana alle sue prese di posizione; e il recente Freda - La segretaria dei Beatlesche racconta gli anni della Beatlesmania attraverso i ricordi, raccolti dal regista Ryan White, di Freda Kelly, la fedele segretaria e guida del fan club ufficiale del gruppo dal 1963 fino al suo scioglimento che ha assistito a momenti musicali storici e a tante dimostrazioni di apprezzamento, venerazione e fanatismo che a volte sfiorava la follia da parte degli innumerevoli fan. Più corposa e interessante la produzione di lungometraggi e musical ideati o fondati sulle note dei brani più amati dei Beatles: da Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band all'applaudito Across the Universe, senza dimenticare il drammatico Mi chiamo Sam realizzato nel 2001, con protagonisti Sean Penn e una giovanissima Dakota Fanning in cui la musica del gruppo britannico ha un ruolo importante nel rapporto tra un padre, che soffre di problemi mentali, e sua figlia.