Battlestar Galactica - Stagione 4, Episodio 9: The Hub

Il fulcro narrativo si sposta dagli Adama verso Laura Roslin in un eccellente episodio scritto dalla bravissima Jane Espenson.

Ad anni luce di distanza e con protagonisti diversi, The Hub, che narra eventi che si svolgono contemporaneamente a quelli di Sine Qua Non, è il perfetto compendio dell'episodio precedente, dal punto di vista narrativo come da quello emotivo e psicologico. Il focus si sposta dagli Adama verso Laura Roslin, che, dopo il salto operato dall'ibrido appena riconnesso, è stata separata dalla flotta assieme a Gaius Baltar, a Helo e a un manipolo di piloti di Galactica. Nonostante appaia impossibile indurre l'ibrido ad articolare discorsi sensati, esso continua a chiamare salti come per raggiungere un obiettivo preciso, e presto sembra chiaro che, nonostante l'ibrido sappia che Natalie è stata uccisa, la missione è ancora in corso, e la base stellare sta viaggiando verso il Resurrection Hub, il cuore tecnologico che controlla le Resurrection Ship e permette ai Cylon umanoidi di rigenerarsi costantemente.

Ora, durante i salti, la Presidente delle dodici colonie ha nuove visioni, ma stavolta non si tratta di immagini profetiche o di un sintomo di un legame psichico con i Cylon umanoidi o con chicchessia, ma di frammenti di un viaggio puramente interiore, anche se parallelo a quello della base stellare. Laura è a bordo di Galactica, una deserta e silenziosa Galactica onirica, e al suo fianco c'è Elosha, la sacerdotessa di Gemenon, uccisa da una mina su Kobol. Quando le era stata al fianco nel periodo in cui erano emerse le visioni indotte dalla chamalla, un legame molto profondo si era instaurato tra lei e Laura, ed è in virtù di questo legame che ora Elosha viene richiamata per aiutare Laura ad affrontare la prova che la aspetta: la propria morte. Un salto dopo l'altro, le due donne attraversano i corridoi nella nave fino all'infermeria, dove l'altra Laura è in fin di vita, e al suo capezzale ci sono, affranti, il dottor Cottle, Kara Thrace, Lee e, ovviamente, William Adama.

Con la consueta maestria, le visioni interiori di Laura si alternano all'azione febbrile dei due gruppi, i militari di Galactica e i Cylon ribelli, che pianificano l'attacco allo Hub: sarà necessario, infatti, disabilitarne i motori FTL, per poi salire a bordo, riattivare e prelevare D'Anna, togliere il disturbo e infine portare a termine la distruzione che renderà mortali tutti Cylon. Naturale leader della missione è Helo, che, durante i preparativi, fa una scoperta sorprendente: una delle otto, affascinata dalla storia di Sharon Agathon, si è appropriata dei suoi ricordi dopo l'ultimo download (quello effettuato quando la futura Athena si era fatta uccidere dall'amato per recuperare la piccola Hera); questo, ovviamente, rende questa otto spaventosamente simile ad Athena, e, se da un lato rende a Helo più facile la

collaborazione con lei, da un altro è certamente inquietante.

A complicare ulteriormente le cose arriva una richiesta, prevedibile ma comunque difficile da digerire per Helo, da parte della presidente, che impone al capitano di ingannare gli alleati e portare D'Anna per prima cosa al suo cospetto.
Intanto, l'altra fazione dei Cylon viene inconsapevolmente in aiuto a quella alleata con i coloniali, eliminando un passaggio del piano: Cavil, infatti, riattiva D'Anna, con la speranza di indurla a convincere i ribelli a porre fine alla guarra civile. Ma lei ha altre intenzioni, e inizia subito a metterle in atto uccidendo Cavil prima ancora di uscire dalla vasca di rigenerazione.
Il piano ideato da Helo e dalla otto si rivela efficace e lo squadrone di Viper di Galactica riesce ad arrivare nei pressi dello Hub senza scoprirsi; così, proprio mentre D'Anna spezza il collo a Cavil, l'attacco ha inizio.

A questo punto, però, ci conviene tornare a Laura Roslin, che avevamo lasciato di fronte alla dolorosa visione della propria fine imminente e del dolore di quelli che ormai, sono diventati la sua unica famiglia, "Ma li ami davvero, Laura?", chiede Elosha, "Sei davvero in grado di amare?". Mentre Laura riflette su quanto il potere e la responsabilità l'hanno trasformata, forzandola a mettere da parte la sua femminilità e il suo grande potenziale affettivo - la Laura Roslin della quarta stagione di Battlestar Galactica è calcolatrice, fredda e unsexed come una fantascientifica Lady Macbeth - Gaius Baltar non trova modo migliore per passare il tempo che mettersi a evangelizzare un centurione. Che, incredibilmente, sembra persino dargli ascolto. Peccato che questo meraviglioso interludio sia interrotto da un missile Cylon che colpisce la base ribelle, distrugge il centurione e mette KO Baltar. L'ex Presidente delle colonie viene soccorso e riportato da Laura, che mette subito al lavoro per bloccare l'emorragia e per iniettargli una dose di morfina. Che, però, a Baltar scioglie pericolosamente la lingua: l'uomo finisce per confessare a Laura di essere l'effettivo responsabile della distruzione delle Colonie, in quanto è grazie a lui che i Cylon sono riusciti a impossessarsi dei codici d'accesso per disabilitare le difese, e per ammettere che, da quando si è votato alla sua missione religiosa, non prova alcun senso di colpa. L'antico nemico, ferito, sanguinante, responsabile di ciò che lei gli ha sempre segretamente attribuito, è nelle mani di Laura: come non agire nel modo che sembra più giusto, che è sempre sembrato giusto? Tremante di rabbia e di sgomento, Laura rimuove la medicazione e lascia scorrere il sangue del traditore. Questi mangia la foglia e la implora di avere pietà, di non farlo morire. Ma dove non possono le sue deboli preghiere, può il piccolo Virgilio dell'inconscio di Laura, Elosha, che mostra a Laura l'estremo atto di amore di Bill Adama, che, al suo fianco al momento del trapasso, disperato e immenso fino all'ultimo, le dice semplicemente "Vai pure, riposa. Non sarò più egoista. Vai pure." E' il suo amore che la lascia andare a convincerla a non lasciare andare il vile Baltar, che a questo punto, per la prima volta davvero sincero, possiamo persino iniziare ad apprezzare.

Mentre Baltar scampa ancora una volta alla morte, la missione si conclude: lo Hub viene distrutto e Helo e la otto trascinano via D'Anna. Mentre quella persona così simile alla sua Sharon parla dell'importanza di questo giorno, della fiducia che si è finalmente instaurata tra gli umani e i Cylon ribelli, Helo sa che dovrà tradirla per condurre l'ultima tre rimasta nell'universo dalla Presidente. Ma non può fare altro che obbedire agli ordini.
Così D'Anna, il Cylon umanoide che conosce i volti e i nomi dei Final Five, è condotta di fronte alla leader dell'umanità superstite, che sa che i cinque Super Cylon sono nascosti nella flotta coloniale, forse ancora ignari della propria natura, e praticamente la prima cosa che fa è rivelarle che lei è una di loro, facendo trasalire la presidente e un paio di milioni di spettatori. Ma D'Anna sottolinea con una risata sprezzante il proprio umorismo, e Laura sorride quando capisce che la prigioniera non dirà nulla fino a che non sarà sicura della propria incolumità e che la sua manovra per vederla da sola è stata una mossa sciocca e inutile. Laura sorride a Elosha, che le preannuncia che il premio per la sua ritrovata umanità non saranno i segreti di D'Anna, ma qualcosa che la aspetta a casa, a bordo di Galactica. O forse anche prima: al punto d'incontro, lo sappiamo, c'è un Raptor ad attenderla, e con esso un momento di sincera, liberatoria e commovente intimità.

Movieplayer.it

4.0/5