Prima della conferenza stampa, tra i corridoi della Rai in Viale Mazzini, torniamo a chiacchierare con Barbara Venturato. L'avevamo già incontrata per il suo ruolo in Rido perché ti amo di Paolo Ruffini, quando ci aveva parlato delle promesse, dell'amore, di dettagli che fanno la differenza (l'intervista la trovate qui). Ora, il tono è diverso, così come il medium. Già perché Barbara Venturato è nel cast di Mameli - Il ragazzo che sognò l'Italia, miniserie in due parti in onda su Rai 1 (12 e 13 febbraio) che racconta la storia di Goffredo Mameli nell'Italia del Risorgimento.
Nella miniserie, diretta da Ago Panini e Luca Lucini, Barbara Venturato interpreta Geronima Ferretti, una ragazza in totale opposizione al bigottismo dell'epoca. Una Marchesina colta, sostenitrice del suffragio universale, lettrice di Balzac, nonché personalità di intelligenza e spessore. Tuttavia, dovrà fare i conti con un'epoca reazionaria, che non lasciava spazio a certi ideali liberali ed ugualitari. Per questo, con l'attrice, abbiamo parlato di quanto oggi sia vitale difendere e ricordare certi diritti, facendo sentire la propria voce.
Mameli: la nostra intervista a Barbara Venturato
Barbara, Mameli racconta della lotta per i diritti. Ancora oggi la lotta non sembra finita, anzi.
Siamo portati a pensare che i diritti una volta riconosciuti siano un punto di arrivo, un dato di fatto. Eppure, devono essere concetti rinnovati tutti i giorni. Dobbiamo custodirli e proteggerli, in un certo senso. Dall'altro canto siamo portati a pensare invece che le lotte del passato non facciano più parte di noi. Invece, è importante vedere quelle lotte come un passaggio di testimone, come un'eredità che ci viene lasciata e che quindi dobbiamo portare avanti. Bisogna custodire il fuoco, non adorare le ceneri. Ci sono battaglie ancora totalmente in divenire. Insomma, sono contenta che alcuni punti di questa serie tocchino questi aspetti.
Possiamo dire che il sogno di un'attrice è interpretare un ruolo in costume?
È stata la mia primissima serie in costume serie, poi così storica. È stata un'emozione bellissima più che altro perché è stato fatto uno studio specifico sui colori del Rinascimento che non conoscevo. Erano sgargianti, vivaci. La moda e il costume del tempo riassumevano questa vogliono di riscatto, di cambiamento. Mi hanno permesso di fare un passo in più nell'avvicinarmi a quel periodo.
Tra l'altro le figure raccontate sono meno noiose di quando le studiavamo a scuola!
L dicevano anche Luca Lucini e Ago Panini. Certe figure le vediamo più come busti attaccati alle pagine dei libri. E ed è completamente contrario rispetto invece allo spirito che incarnavano. Erano attivi, vivi, tormentati e trascinatori... spero che Mameli - Il ragazzo che sognò l'Italia sia un modo per portarli giù dai marmi, e vederli vivi in mezzo a noi.
L'attivismo di ieri, e di oggi
Oggi si scende in piazza, rivendicando giustizia e diritti. Un po' come all'epoca. Secondo te oggi c'è lo stesso fervente attivismo?
Sono d'accordissimo con il parallelismo che fai tu con l'attivismo di oggi, perché se dovessi cercare un moderno Mameli, lo andrei a cercare proprio nel mondo dell'attivismo. In comune oggi non c'è soltanto questa voglia di cambiamento, di lotte, di giustizia, di uguaglianza, di parità, ma anche di senso di collettività. Non è un caso, secondo me, che tantissimi movimenti attivisti di questi giorni hanno creato questi slogan di parole fortissime che che hanno accomunato tutti. Penso al Black Lives Matter, diventato virale, o ai Friday for future. Più che sulla parola, c'è di nuovo un potere trascinatore come all'epoca. In un certo senso mi senso vicino a questi attivismi.
Peccato che oggi i giovani non vengano ascoltati...
Probabilmente anche per una questione generazionale. Comunque Mameli era giovanissimo, e ora se sei giovane non hai credibilità.
Nella serie ricorre il termine Patria. Un termine che ha preso significati oscuri nel tempi. Possiamo dire che non c'è Patria senza libertà?
Non c'è libertà senza democrazia. Anche nella nostra Costituzione si parla di patria, nel senso di una terra dove la libertà individuale permette la libertà sociale, e viceversa. Sono tra l'altro dei concetti che vengono espressi per la prima volta anche per iscritto quando Mameli compone l'Inno. È triste che alcuni periodi storici abbiano coperto di oscurità il concetto di Patria. Quando si parla di nazione bisogna allontanarsi dall'idea di nazionalismo e ricercare quell'idea di uguaglianza di diritti.
E tu cosa cambieresti nell'industria cinematografica italiana?
Beh, penso che la parità di genere sia ancora qualche per cui lottare; qualcosa da rimarcare e da ricordare anche in questa industria, come come nelle altre. Sì probabilmente la prima cosa che mi viene in mente una parità di diritti e di riconoscimento, anche economico.