Pierluigi Pasino, da Lidia Poët a Mameli: quando la storia diventa pop

"I libri di storia? Bisogna saperli raccontare nel modo giusto". La nostra intervista a Pierluigi Pasino, che dopo Enrico Poët nella serie Netflix diventa Giuseppe Mazzini nella miniserie Rai Mameli - Il ragazzo che sognò l'Italia.

Pierluigi Pasino, da Lidia Poët a Mameli: quando la storia diventa pop

"L'unica condizione possibile per una crescita sociale secondo me, è la parità e la libertà. E la democrazia, senza però avere la presunzione di esportarla...". Dieci minuti con Pierluigi Pasino, tra le stanze della Rai in Viale Mazzini, a parlare di diritti, di personaggi storici - "non così pallosi come quando li studiavamo", ci dice - e poi delle assonanze tra la serie Mameli, nel quale interpreta Giuseppe Mazzini, e lo show Netflix La legge di Lidia Poët, che sta per tornare con una seconda stagione. Classe 1981, Pierluigi Pasino alterna il set con il palcoscenico (lo abbiamo visto anche in Lovely Boy di Francesco Lettieri), affrontando ogni ruolo con la giusta consapevolezza e il giusto prospetto, rendendo una figura storica come quella di Mazzini un personaggio marcatamente pop "Spero che questo progetto avvicini molto i giovani a questi personaggi", continua l'attore, "Del resto parliamo della nostra storia. Ce l'abbiamo in casa, ma spesso non le sappiamo vendere".

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Mameli: Pierluigi Pasino è Mazzini

Anche perché, Mameli, miniserie Rai diretta da Ago Panini e Luca Lucini, è dipinta come fosse una sorta di coming-of-age: "Secondo me è un romanzo di formazione nel nell'accezione in cui nascono questi personaggi. Iniziano in un modo e finiscono in un altro, cioè attraverso il percorso cambiando. L'incontro con la morte e l'incontro con il dovere comprometteranno anche le relazioni familiari. Li troviamo che sono dei ragazzi, li lasciamo che sono uomini", spiega Pierluigi Pasino.

Pierluigi Pasino: la nostra intervista

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Mameli: Pierluigi Pasino sul set della serie

Se per ogni attore arriva il momento di affrontare un ruolo in costume, Pierluigi Pasino si sposta qualche anno indietro rispetto al ruolo di Enrico Poët nello show Netflix con Matilda De Angelis. "Per me è la seconda volta vestire panni d'epoca, perché vengo da Lidia e mi sono spostato solo di qualche anno nell'arco temporale. Però a parte questo è molto molto molto affascinante. Poi soprattutto in questa occasione specifica è stato interessante affrontare l'interpretazione di una persona realmente esistita, e così importante per la storia italiana. E poi al di là di tutto ovviamente quando ti confronti con personaggi così grandi hai un timore reverenziale che cerchi di colmare in tutti i modi possibili, leggendo qualsiasi cosa, andando anche a trovare i pettegolezzi del tempo per scoprire poi qualcosa di più dal punto di vista umano, che poi è sempre quello che ti interessa nel lavoro".

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"Mazzini? Un personaggio molto particolare"

A proposito di Mazzini, per Pierluigi Pasino la parte è stata "Una grandissima palestra. Ricordo di aver saltato a piè pari tutto il capitolo quando era a scuola! Mi facevano noia solo le foto... Sono riuscito a colmare la mia ignoranza su quell'aspetto storico, ma poi questa mia ignoranza mi ha portato a scoprire dei personaggi veramente avvincenti. Mazzini era un vero un vero rivoluzionario. Ha avuto una vita super avventurosa, ha girato il mondo, ha conosciuto Marx, ha conosciuto in treno Nietzsche. Suonava la chitarra con Dickens, aveva un tatuaggio sul braccio. Era un personaggio particolare, un esule per tutta la vita, sempre in fuga".

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Mameli: Pierluigi Pasino sul set della serie

In fondo, la nostra narrativa spesso ha spesso raccontato in modo svogliato alcune figure, essenziali nella storia italiana. È un discorso di scrittura? "Certe figure devono attrarti, e tutto parte della scrittura. Spero che Mameli avvicini molto i giovani a questi personaggi. Più che essere ben venduti, devono essere ben raccontati".

Da Lidia Poët a Mameli, i diritti come filo comune

Che sia Lidia Poët o che sia Mameli, i diritti sono tema comune. Se continuiamo a parlarne, è perché non sono ancora stati totalmente raggiunti? "Abbiamo bisogno di storie che ci ricordino quello che dovrebbe essere un dato di fatto. Quindi, da un lato è un male, dall'altro lato è un bene perché ci sono molte storie che ricordano quanto sono importanti. In questo momento storico specifico poi purtroppo è fondamentale ricordare certe cose. Come scriveva Bertolt Brecht in Vita di Galileo: maledetta la terra che ha bisogno di eroi".

Altro tema di Mameli - Il ragazzo che sognò l'Italia, il concetto di Patria. Un concetto diventato negli anni sempre più oscuro, legato ad una narrazione nazionalista. Ma non c'è Patria senza libertà. "Mazzini ha teorizzato una sorta di equità sociale. Era uno scritto dedicato proprio agli operai, in modo tale da innalzare le fasce della popolazione più ignoranti, sia spiritualmente che anche eticamente. Quello è uno scritto che è stato preso dal fascismo ed è stato stravolto per la propria propaganda. Questo per dire: la storia fa i suoi giri e le sue sue capovolte. Però sì, l'unica condizione possibile per una crescita sociale secondo me, riguarda parità e libertà. E la democrazia. Certo, senza doverla esportare..."