Baby Boss 2, la recensione: bimbi troppo cresciuti o genitori rimasti bambini?

La nostra recensione di Baby Boss 2: Affari di famiglia, il sequel che alza il tiro sul punto di vista e sulle tematiche, dal 7 ottobre al cinema con Universal Pictures.

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Baby Boss 2 - Affari di famiglia: una foto del film

Il problema di molti sequel soprattutto animati è che tentano di replicare la formula vincente del primo capitolo senza provare a rinnovare la storia, la tematica o il punto di vista. Chi pensava che Baby Boss 2, dal 7 ottobre solo al cinema con Universal Pictures, mostrasse i due fratelli poco più grandi dovrà ricredersi perché li fa vedere invece adulti e cresciuti, Tim il maggiore ha formato la propria famiglia, Ted invece si è immerso totalmente negli affari finendo per trascurare la famiglia (del fratello). E il sottotitolo del sequel "Affari di famiglia" dovrebbe darvi un indizio su cosa aspettarvi ma noi cercheremo comunque di spiegarvelo senza spoiler in questa recensione di Baby Boss 2: Affari di famiglia.

Genitori e figli (o viceversa?)

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Baby Boss 2 - Affari di famiglia: una scena del film d'animazione

Il ciclo della vita tanto caro al Re Leone si compie e quindi i due protagonisti sono ora adulti, per modo di dire: Tim è diventato genitore di due bambine, Tina e Tabitha, ma è rimasto un eterno Peter Pan che ha infatti un rapporto molto stretto con Tabitha, ora pre-adolescente e che quindi inizia ad allontanare il padre. Ted è "nato anziano" dalla Baby Corp e crescendo ha messo sempre più il muso nel lavoro dedicando poco tempo alla famiglia, quella del fratello estraniato da tempo. Sarà proprio Tina a riunire inaspettatamente i due fratelli con la scusa delle festività natalizie da passare insieme, perché in realtà è anche lei una spia della Baby Corp e loro non si sono immaginati tutto quando erano piccoli.

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Baby Boss 2 - Affari di famiglia: una scena

Controvoglia i due decidono di andare di nuovo insieme in missione, del resto l'ultima volta avevano salvato il mondo, e dovranno farlo di nuovo, agendo sotto copertura. La copertura migliore? Tornare bambini ovviamente, in una scuola-asilo diretta da un misterioso maestro del crimine e del travestimento. È così che i ruoli si ribaltano e invertono continuamente in questo sequel e giocano sulla dualità dei personaggi. Adulti che vorrebbero tornare bambini, perché ci si divertiva per il gusto di farlo, concetto riportato in auge da un altro sequel recente, Space Jam - New Legends. Adulti che non comprendono fino in fondo i bambini e viceversa. Tutto il film non è solo un grande gioco di comunicazione tra generazioni diverse ma anche un divertente e spassoso ribaltamento di ruoli e di caratteristiche etichettate spesso come "da bambini" oppure "da adulti" quando nella società contemporanea è in realtà tutto molto più sfaccettato e sfumato.

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Comicità slapstick

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Baby Boss 2 - Affari di famiglia: un'immagine del film animato

Questo sequel alza ancora più il tiro sulla comicità visiva utilizzando quella slapstick e fisica dei personaggi per portarli in una rocambolesca e coloratissima missione. Tom McGrath, dopo l'esperienza con il primo film e altri progetti DreamWorks come la trilogia di Madagascar e Megamind, alza ancora di più l'asticella del proprio lavoro utilizzando una regia estremamente dinamica che fa sembrare Baby Boss 2 - Affari di famiglia un grande luna park, una giostra da cui non si riesce a scendere fino alla fine.

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Baby Boss 2 - Affari di famiglia: una sequenza del film animato

Gli stilemi "da adulti" e "da bambini" sono utilizzati non solo come escamotage narrativi ma anche visivi, e il corpo e la fisicità dei protagonisti sono scherzosamente messi a disposizione degli animatori che è evidente come si siano divertiti un mondo a fare il verso non tanto agli office drama come il primo capitolo, ma soprattutto alle spy story - vedi i baby ninja - e ai supereroi, come sono visti i genitori dai propri figli finché sono piccoli - vedi la sequenza in cui i familiari non riconoscono Tim da piccolo, perché non porta gli occhiali (vi ricorda qualcuno?). Un film che quindi è rivolto tanto ad un pubblico infantile quanto ad uno più navigato, spostando il perno della riflessione dal rapporto tra fratelli a quello tra genitori e figli, e ancora a quello fra insegnanti e piccoli studenti, e questo è sempre un pregio per l'animazione oggi. Tra citazioni, movimenti di macchina e grande affiatamento fra i due fratelli protagonisti, il divertimento è rigurgitat... ehm servito.

Conclusioni

Concludiamo la nostra recensione di Baby Boss 2: Affari di famiglia contenti che questo sequel provi ad aggiungere tematiche e punti di vista nuovi rispetto al primo capitolo, non riuscendoci sempre ma intrattenendo e alzando il tiro sulla comicità slapstick e sulla regia dinamica di Tom McGrath. Un film rivolto tanto ai grandi quanto ai piccoli spettatori, che permette divertimento ma anche riflessioni sulla nostra società e sul rapporto genitori-figli.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • Il nuovo punto di vista e le nuove tematiche messe in calderone danno un senso compiuto a questo sequel.
  • La regia e l’animazione di Tom McGrath alzano il tiro sulla comicità slapstick e sulla fotografia coloratissima.
  • Il villain funziona nell'economia del film.

Cosa non va

  • Non tutti i passaggi sono completamente fluidi e alcune trovate sono un po’ ridondanti rispetto al primo capitolo.