Asterix & Obelix sono tornati e lo hanno fatto in forma animata e seriale grazie a Netflix, che ha affidato allo studio francese TAT Productions di portare su schermo Il duello dei capi, il settimo albo dedicato ai celebri galli firmato da René Goscinny e Albert Uderzo, una storia datata 1966 su carta, che si dimostra ancora attuale nella serie disponibile in streaming.

La storia è semplice: il villaggio di Asterix e Obelix è l'unico baluardo di resistenza contro i Romani, grazie al supporto della pozione magica segreta realizzata dal druido Panoramix. Ma i problemi subentrano quando il responsabile della pozione sparisce e mette gli abitanti nel villaggio in difficoltà e con l'antica tradizione celtica del duello dei capi da affrontare, espediente che i generali romani cercano di sfruttare per avere la meglio sugli imbattibili nemici.
Della storia, dell'adattamento e relativa attualizzazione, ma anche dell'importanza di questi personaggi abbiamo parlato con Alain Chabat, creatore e regista, nonché voce francese di Asterix, e Fabrice Joubert, co-regista della serie, entusiasti per il lavoro fatto e per aver potuto lavorare a questo progetto che ridà spolvero e visibilità a personaggi che hanno ancora tanto da dire. Oggi come nel 1959 quando furono creati da Goscinny e Uderzo.
Perché Il duello dei capi

La prima domanda è sulla genesi di questo progetto, sul perché si sia andati su questa storia in particolare e se ce ne fossero state altre prese in esame. Ci risponde Alain Chabat: "Siamo andati diretti su questa, senza troppi pensieri e istintivamente. Una storia forte dal punto di vista drammatico, con il druido impazzito e senza la pozione magica segreta. In più mi piaceva che fosse una storia ambientata nel villaggio, perché avevo già fatto un film in cui i Galli andavano in Egitto e volevo raccontare le atmosfere del villaggio gallico." E proprio il villaggio è splendidamente realizzato nelle scenografie in CGI, con un sapore caldo e accogliente che trasmette l'intimità del popolo di Asterix e Obelix in confronto a quelle dei Romani.
Tra fedeltà e contemporaneità

Ma come si affronta l'adattamento di personaggi iconici come Asterix e Obelix restando fedeli al loro spirito, ma adattandoli ai tempi moderni? Cosa delle loro storie può parlare ancora al pubblico di oggi? "Sono personaggi molto intriganti, che non sono per nulla perfetti, pieni di difetti" ci ha detto Alain Chabat, "sono fastidiosi, ma allo stesso tempo dolci, con un buon cuore. Combattono contro un grande impero che è qualcosa con cui possiamo entrare in sintonia: vogliamo sempre essere dalla parte dei più deboli, anche se poi sono fortissimi grazie a una pozione segreta. Eppure è incredibile quanto siano ancora popolari dopo 65 anni!"
Il formato giusto per Asterix & Obelix: il duello dei capi
La serie Netflix è composta da 5 episodi, un formato perfetto per quello che intende raccontare, senza diluire troppo né affrettare il racconto. È sempre stata quella l'idea? "Dominique Bazay, che è responsabile dell'animazione Netflix, ci ha lasciato grande libertà. Sin dall'inizio ci ha detto che non importava il formato, ma di prenderci il tempo necessario per raccontare la storia, di lasciare che fosse la storia a guidare il formato. Abbiamo iniziato ragionando su sei episodi, poi abbiamo ristretto a cinque perché ci è sembrato lo spazio giusto a costruire l'intreccio bilanciando commedia, emozioni e avventura epica."
In quanto all'aspetto tecnico è il co-regista Fabrice Joubert a darci qualche dettaglio in più, perché Asterix & Obelix: Il duello dei capi è realizzata in CGI ma senza rinunciare a inserti e stili diversi, in particolare frammenti che omaggiano il mondo dei videogiochi a 8-bit: "Lavorare a una serie ci ha permesso di avere più spazio per sperimentare dal punto di vista visivo, avevamo molte sequenze in cui poterlo fare e insieme al nostro direttore artistico, Aurélien Prédal, abbiamo aggiunto qualcosa ogni volta che fosse possibile."

Come per esempio nel caso del richiamo alla grafica a 8-bit: "come nel caso dei mosaici che prendono vita, abbiamo pensato che fossero come pixel art e abbiamo provato a mettere insieme quello stile artistico e i videogiochi a 8-bit." Il tutto senza mai dimenticare la fonte originale, il fumetto, che "abbiamo omaggiato attraverso i personaggi, ma anche con delle stilizzazioni e sfruttando colori piatti per i fondali."
Storia e personaggi universali
Si nota, parlando con Chabat e Joubert, la passione che gli artisti hanno messo in questo lavoro, tanto che a un certo punto sono loro a chiedere a noi se fossimo lettori di Asterix. Lo siamo stati e siamo ancora, perché sono personaggi così interessanti e ben scritti, probabilmente avanti rispetto al loro tempo. Il che li rende attuali ancora oggi. Ma quali sono le storie preferite di Chabat e Joubert? "Tante, tantissime. C'è una che si chiama La Zizanie (ndr: Asterix e la zizzania in italiano), quella in cui tutti fanno calunnie e gossip, che è quasi come un social network di oggi, un commento di questo mondo. Amo Obélix et Compagnie (ndr: Asterix e la Obelix SpA in italiano) perché parla di capitalismo ed è molto, molto divertente."

Tante, veramente tante, che emergono man mano che Alain Chabat ci parla, come Asterix e il giro di Gallia, "che permette a Goscinny di raccontare cosa c'è di tipico in ogni città della Francia, ma è anche la prima volta che vediamo Idefix che diventa poi un personaggio fondamentale della saga." E quale gli piacerebbe adattare in futuro? "è difficile proprio perché sono così tante, ma è necessaria una che abbia anche una componente spettacolare, come è stato il caso de Il duello dei capi. Quindi non saprei, ma sicuramente non mancano gli spunti."