Aquaman non è di certo un personaggio semplice da rendere in tutte le sue potenzialità, soprattutto perché l'idea che ne ha il pubblico non appassionato è data da informazioni sporadiche e immagini frammentarie, che prese da sole non incoraggiano l'approfondimento sul personaggio. Da questo punto di vista ha senso, infatti, l'introduzione della versione cinematografica in Justice League, per dare un assaggio di Jason Momoa nei panni del Protettore degli Oceani prima di dedicargli un film stand-alone, quello di cui vi parliamo in questa nostra recensione di Aquaman.
Aquaman, film in uscita in Italia l'1 gennaio 2019, risolve finalmente questa mancanza, fornendo il background necessario a comprendere meglio l'eroe DC Comics e permettendo a Jason Momoa di incarnarlo in modo più ampio e compiuto, con il carisma che ci è ormai noto e quella sana dose di ironia necessaria per il lungometraggio messo in piedi dal regista James Wan: ricco e fracassone, carico d'azione e persino avventura. Divertente, ammesso che ci si lasci andare a uno spettacolo che vuole intrattenere senza preoccuparsi troppo dell'equilibrio, con la sua voglia di stupire a costo di esagerare.
Più di un re, un vero eroe: le origini di Aquaman nella trama del film
Metà umano, metà atlantideo, l'Arthur Curry dell'universo esteso DC deve vivere in Aquaman una imponente avventura che lo porta in giro per il mondo, ma lo costringe anche ad affrontare chi sia realmente. Un viaggio che muove i suoi primi passi nel 1985 in Maine, dal rinvenimento da parte del guardiano del faro Thomas Curry di Atlanna, principessa di Atlantide di cui si innamora. Dai due nascerà il piccolo Arthur, che la madre sarà costretta ad abbandonare in tenera età per far ritorno alla sua patria sottomarina.
Addestrato dal Nuidis Vulko, Arthur diventa un abile guerriero, ma viene rifiutato da Atlantide per essere un mezzosangue... ed è così che lo ritroviamo nel presente, un anno dopo le vicende di Justice League, quando dovrà fare i conti col suo passato, tornare alla sua patria e, aiutato da Mera, affrontare le cospirazioni del fratellastro Ocean Master e Black Manta per determinare il destino di Atlantide e del mondo intero.
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Arthur, Mera e gli altri personaggi: il cast di Aquaman
Pur diverso dall'immagine più consolidata e nota dell'eroe dei fumetti DC Comics, l'Aquaman di Jason Momoa ci aveva già colpiti nella sua breve apparizione nel precedente film dell'universo esteso con la prorompente fisicità, il carisma e la dose di ironia che sapeva donare al personaggio. Sensazioni confermate dal primo film a lui dedicato, in cui la presenza fisica dell'attore hawaiiano è la solida colonna che regge la costruzione narrativa di Wan, completata da una folta schiera di personaggi comprimari. In prima fila c'è la Mera, la regina di Atlantide interpretata da Amber Heard, capace di trovare la giusta sintonia con il protagonista, così come il Vulko di Willem Dafoe e l'Ocean Master di Patrick Wilson. È però doveroso citare la prova di Nicole Kidman nel dar volto e appeal ad Atlanna, madre di Arthur/Aquaman, pur nel poco spazio a sua disposizione. Tutto il cast di Aquaman risente però dello stesso problema: in un film che sceglie di offrire tanto allo spettatore, in termini di varietà e ricchezza di situazioni, c'è poco spazio per scavare in profondità e presentare in modo adeguato personaggi e relative motivazioni.
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Dal deserto alle profondità marine, il vasto mondo di Aquaman
La stessa mancanza di approfondimento è relativa alle ambientazioni e i diversi popoli che le abitano, perché è pur vero che la ricostruzione visiva è meticolosa e d'impatto, ma si esce dalla visione di Aquaman senza che si abbia un'idea chiara di tutti i luoghi che vengono presentati e che fungono da tappe del frenetico, e confuso, percorso dei protagonisti: da Atlantide al deserto del Sahara, passando per la Sicilia, l'impalcatura scenografica e visiva del film è sicuramente ricca e varia, ma forse un pizzico schizofrenica nella resa visiva, passando dai toni tendenti al blu del fondo marino a quelli caldi del deserto sabbioso e il variopinto villaggio siciliano. Una mancanza di continuità che emerge ancora di più in quanto riflesso del poco equilibrio che ha il film nel decidere chi è e vuole essere, alternando toni da dramma epico a situazioni da commedia e un'abbondante dose da film d'avventura alla Indiana Jones.
Quel che è certo è Aquaman è punteggiato da alcune sequenze d'azione veramente ben orchestrate e dirette, a cominciare dalla prima con Atlanna protagonista, nonché alcune immagini di grande impatto visivo (l'attacco dei Trench su tutti). Il tutto è però annacquato da altre sequenze non altrettanto ispirate o riuscite, sia in termini di ideazione che realizzazione e resa degli effetti visivi, tanto che viene spontaneo chiedersi se non sarebbe stato meglio sfoltire qualcosa e concentrare tutto il budget del film su quelle porzioni di storia fondamentali alla presa di coscienza di Arthur/Aquaman.
Il risultato è un film con poco equilibrio, ma che sa parlare al suo pubblico, divertirlo e intrattenerlo, rappresentando in ogni caso un passo avanti nel problematico cammino di un DC Extended Universe che fatica a trovare una sua identità.
Movieplayer.it
3.0/5