Correva l'anno 2017, e al Festival di Annecy, la più importante kermesse europea dedicata al cinema d'animazione, veniva presentato in anteprima mondiale Animal Crackers, progetto americano indipendente diretto da Tony Bancroft e Scott Christian Sava. Tre anni dopo il film è tornato, in forma virtuale, per l'edizione 2020, in occasione del suo tanto atteso debutto su scala globale: il lungometraggio è infatti passato tra le mani di diversi distributori prima di essere acquistato da Netflix, che lo renderà disponibile a partire dal 24 luglio. Sava, che ha anche firmato il copione del film, ha ricordato così la situazione nel video disponibile sul sito di Annecy: "Il distributore, che non nomineremo, andò in bancarotta, e lo stesso accadde con i due successivi, per un periodo di circa due anni. Netflix ha salvato il film." Lui e Bancroft hanno anche partecipato a un Q&A sul web, per parlare della realizzazione del progetto e del suo eventuale futuro. Sava ha infatti svelato di aver già scritto parte di un possibile sequel: "Sarebbe bello poter tornare in quel mondo."
Biscotti magici
L'idea di Animal Crackers è venuta a Scott Christian Sava mentre giocava con i propri figli, due gemelli che all'epoca avevano circa sette anni: "Stavamo mangiando i biscotti noti appunto come animal crackers, e cominciai a pensare a cosa accadrebbe se uno mangiasse uno di quei biscotti e si trasformasse nell'animale in questione. Successivamente ho aggiunto la premessa dei due fratelli che vogliono salvare il circo di famiglia, e ne ho fatto una graphic novel." L'idea di rendere la storia un film è venuta in seguito all'incontro con Tony Bancroft, noto soprattutto per la regia di Mulan: "Io sono cresciuto con il circo, e la sceneggiatura era molto toccante", dice il regista. Nel passaggio dal fumetto al cinema alcune cose sono cambiate: nell'originale i due protagonisti, Owen e Zoe, sono fratello e sorella in tenera età, mentre sullo schermo sono due coniugi adulti, doppiati in originale da John Krasinski ed Emily Blunt. "Siamo stati i primi a farli lavorare insieme", svela Bancroft. "Abbiamo registrato i dialoghi nel 2015, quando John non aveva ancora iniziato a lavorare ad A Quiet Place - Un posto tranquillo."
Tra le altre voci famose nel film ci sono Danny DeVito, Ian McKellen e Sylvester Stallone, quest'ultimo nei panni di un personaggio chiamato Bulletman, che è in grado di dire unicamente il proprio nome. Specifica Sava: "Questo era molto prima che uscissero Guardiani della Galassia e Il trono di spade. Stallone si è divertito molto a doppiare il personaggio, vederlo in studio è stato bellissimo." Per chi fosse interessato, svela il co-regista, ci sarà la possibilità di vedere questi divi in azione sul profilo Instagram del film: "Da oggi fino all'uscita del film posterò almeno un video al giorno, ne ho girati tantissimi mentre lavoravamo con gli attori." Nel caso di Ian McKellen c'è un numero musicale, per il quale c'è un retroscena molto buffo: "Ci dicevano che non l'avrebbe fatto, perché è un attore shakespeariano e non canta. Siamo riusciti a convincerlo, e il brano è stato scritto dagli autori della serie Phineas e Ferb, per soli 2.500 dollari."
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Fuori dal sistema
Il film è stato realizzato in maniera indipendente, una sfida interessante per Bancroft che prima ha lavorato per la Disney: "Era molto interessante lavorare a un progetto come questo, senza la partecipazione degli studios. L'obiettivo era di replicare la qualità e il successo di un progetto alla Disney o Pixar, ma senza spendere 150 milioni di dollari." Queste circostanze produttive sono anche all'origine della scelta di usare la CGI. Spiega Bancroft: "Rimango innamorato dell'animazione tradizionale, ma non puoi proporre quel tipo di film quando lo realizzi in modo indipendente, perché è difficile trovare i finanziamenti. O almeno lo era quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto, sei anni fa. Adesso, con Netflix e altre piattaforme di streaming, le cose stanno cambiando." Il regista ha anche chiarito che il presunto "buco" di diciassette anni nella sua filmografia può trarre in inganno: "Ho lasciato la Disney nel 2000, dopodiché ho girato 4-5 progetti che però non sono stati portati a termine. È molto difficile completare un film d'animazione indipendente." Quanto alla mancata uscita in sala, Sava la prende con filosofia: "Data la situazione attuale, non è così male andare direttamente su Netflix." Appuntamento, quindi, al 24 luglio, e forse di nuovo tra qualche anno, se si dovesse realizzare un sequel.