Esce in sala in 14 febbraio Alita - Angelo della Battaglia, non il solito film di San Valentino, ma comunque una storia piena d'amore, quella di cui parliamo in questa intervista a Robert Rodriguez, una storia che lega tre amici diventati tra gli autori più importanti del cinema contemporaneo: era infatti un giorno di 20 anni fa quando, in un negozio di DVD di Los Angeles, Rodriguez, con all'attivo il solo film d'esordio, El Mariachi, incontrava il collega Guillermo Del Toro, anche lui neofita della settima arte, autore di Chronos. Paralizzato in mezzo agli scaffali, Del Toro disse a Rodriguez una frase importante: "Sto aspettando il mio amico James Cameron, lo vuoi conoscere?" Ovviamente potete immaginare quale sia stata la risposta: così è nata una delle amicizie più importanti di Hollywood.
Cosa c'entra tutto questo con Alita - Angelo della battaglia? Oltre a far sognare di potersi trasformare in una mosca e tornare indietro nel tempo per osservare questo incontro leggendario (continuato con Cameron che si è gettato per terra per mostrare agli altri due come ha girato alcune scene cruciali di Terminator 2), ha reso possibile il film sulla guerriera cyborg: è stato infatti proprio Guillermo del Toro a regalare il manga di Yukito Kishiro a James Cameron, che ha lavorato al progetto per i successivi 20 anni.
Rapito dal mondo di Avatar, il buon Cameron si è trovato nella posizione scomoda di dover far dirigere la sua creatura a un altro regista e la scelta è ricaduta sull'amico Rodriguez. È proprio l'autore texano ad averci raccontato questo aneddoto incredibile a Londra, durante il tour europeo del della pellicola. Ambientato in un prossimo futuro, in cui l'umanità è divisa in un "mondo di sopra", la città sospesa di Zalem, e un "mondo di sotto", la discarica a cielo aperto Iron City, il film, di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione di Alita - Angelo della battaglia, racconta la storia di Alita, adolescente dal cervello umano e dal cuore che funziona ad antimateria, un cyborg che sembra in tutto e per tutto umano, ma che ha la forza di un esercito. A interpretare Alita è Rosa Salazar, che per dare vita al personaggio ha lavorato con la motion capture.
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Le lacrime di Alita: l'umanità è nelle nostre emozioni
Costruita utilizzando una tecnologia ormai andata perduta, Alita è l'ultima del suo genere e viene riportata in vita dal dottor Ido, il premio Oscar Christoph Waltz, che quando la risveglia prima le dà un'arancia, poi controlla lo stato delle sue lacrime: per essere davvero umani dobbiamo necessariamente provare dolore? Secondo Robert Rodriguez sì: "Le lacrime in particolare sono un segno di umanità, perché possono essere anche di gioia. Dimostrano che il sistema funziona, che hai delle emozioni: se provi dei forti sentimenti vuol dire che sei un essere umano."
Il rapporto padre-figlia che si instaura tra Alita è Ido è il cuore del film: prima di ricostruirla, il dottore cercava la pace interiore tramite la vendetta, invece, grazie a lei, scopre che creare è meglio che distruggere, un concetto che oggi sembra non essere di moda: "Distruggere è più facile di creare. Distruggere fa sentire potenti le persone, ma c'è un grande potere anche nella creazione, grazie a cui puoi realizzare molte più cose positive."
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La regia è di Rodriguez, ma la visione è quella di Cameron
Anche se ha dovuto rinunciare alla regia, la presenza di James Cameron, che figura come produttore insieme a Jon Landau, è molto forte: Rodriguez ci ha confermato che si è messo completamente al servizio della visione dell'amico, lasciando il proprio marchio qua e là, grazie alla presenza di due sue attrici feticcio, ovvero Michelle Rodriguez ed Eiza González (vi sfidiamo a riconoscerle) e di un set noto: "La scena al bar era stata già disegnata così, ma il set che ho usato viene dalla serie tv di Dal tramonto all'alba: è il Titty Twister, lo abbiamo modificato." Un altro ingrediente personale che il regista ha messo nel film è la propria passione per il cinema: "Per trovare ciò che amiamo fare bisogna seguire le nostre passioni: cosa amo fare nel weekend, quando non devo lavorare? Probabilmente è quella la tua passione, o il tuo hobby. Ho scoperto che il cinema è la cosa che mi riesce meglio perché è ciò che faccio continuamente: sono diventato più bravo e veloce perché lo amo. A volte hai successo facendo ciò che ami perché gli dai tutto te stesso, perché ti viene senza sforzo. Devi sempre provarci, se poi non riesci torni a pagare le bollette in un altro modo."
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Alita e le donne dotate di potere
Nel film Alita ispira sia tenerezza che timore: il suo sguardo puro sul mondo è disarmante, ma la sua forza incute timore, come le dice Hugo (l'esordiente Keean Johnson), ragazzo affascinato da lei ma che ne è anche intimidito. Perché le donne dotate di potere fanno ancora paura nel 2019? Secondo Rodriguez: "È colpa dell'ambiente: è per questo che dobbiamo cambiarlo. È anche l'ambiente in cui vive Hugo: non è abituato a una ragazza con quella forza cibernetica, in grado di staccarti letteralmente un braccio. In senso figurato: se non sei abituato alle donne di potere potresti esserne intimidito. È per questo che le persone devono sapere com'è il mondo e imparare ad accettarlo. A volte, quando qualcuno ha un punto di vista interessante sulla realtà, può ispirare gli altri a essere onesti con se stessi: è quello che succede al personaggio di Jennifer Connelly, Chiren, che è una scienziata, ma una volta era anche una madre e sembra essersene dimenticata. Alita le fa ricordare tutto questo"
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