Non poteva che iniziare da Napoli la presentazione ed il lancio di Ti lascio perchè ti amo troppo, film tutto partenopeo, interpretato e scritto dal cabarettista locale Alessandro Siani.
L'attore, accompagnato dai coprotagonisti Francesco Albanese, Lello Musella, Mariana Braga e Nunzia Schiano, oltre che dal co-autore delle musiche Ciro Caravano, dal regista Francesco Ranieri Martinotti e il produttore Mauro Berardi, ha incontrato la stampa partenopea al Palazzo Alabardieri.
L'uscita del film è fissata il 14 Aprile a Napoli e provincia con oltre sessanta copie (per un confronto, de Il Caimano ne erano presenti quaranta), mentre arriverà la settimana successiva a Roma, con la speranza di poter conquistare anche il nord.
Con la sua solita spontaneità e disinvoltura, Siani ha preso la parola per rompere il ghiaccio e presentare i suoi colleghi.
Alessandro Siani: quando mi hanno detto che dovevamo fare una conferenza stampa, ho detto 'facciamola direttamente a mezzogiorno, così non arrivo in ritardo'. Che si dice in questi casi? Penso che prima di tutto devo salutare, quindi buongiorno a tutti. Ed è poi doveroso dire due parole sugli altri presenti, a cominciare da Nunzia Schiano, un'attrice straordinaria che ci ha onorati della sua presenza nel film. Poi Ciro Caravano, uno dei Neri per caso, che ha dato una mano fondamentale nella realizzazione delle musiche, mentre Sal da Vinci è stato la mente, un autore straordinario che conoscete per Scugnizzi. Poi c'è Francesco Ranieri Martinotti, che abbiamo inserito nella realtà napoletana, lui che è romano ed intellettuale, che ha il brutto vizio di leggere e conoscere. La prima cosa che gli abbiamo chiesto è stata "riusciamo a dare un'immagine diversa della città?" e lui: "no, non si può fare. A questo punto andiamo a girare a Parigi o ricostruiamo a Cinecittà".
Per costringere me a parlare un po' di più in italiano, abbiamo inserito nel cast un'attrice brasiliana, Mariana Braga.
E per finire c'è Francesco Albanese, anche co-autore della sceneggiatura, che passa dalla recitazione alla scrittura con coerenza...
Francesco Albanese: nel senso che non faccio bene nessuna delle due.
Alessandro Siani: e non è facile!
Sono stato molto emozionato di fare questo film. Ho dovuto contenere il mio modo di recitare e non è stato facile, ma è stato necessario per seguire la storia, per adattarmi al personaggio. Infatti nella scena iniziale, che è quella in cui Mariano è più tranquillo e sereno, ho potuto essere più aggressivo, ma dopo essere stato lasciato da Daniela, diventa più riflessivo ed è stato necessario essere più contenuto e misurato. Abbiamo cercato di dare un'atmosfera di leggerezza, come poteva essere quella di alcuni film di Massimo Troisi, volevamo fare un film che non ci dovevamo vergognare di portare in giro.
Nel film c'è una visione di Napoli che colpisce, perchè diversa da quella che si vede in giro recentemente, non provinciale, ma da città europea. Diversa dalla visione canonica.
Alessandro Siani: il ragionamento alla base è stato che è più moderno alla volte fare un passo indietro. Noi Napoletani abbiamo una dignità e ci sono molti aspetti della città che sono poco conosciuti e volevamo mostrare, come la tomba di Leopardi o i musicisti che sotto la metropolitana collinare suonano una musica dal sapore internazionale. Non abbiamo escluso alcune immagini tipiche, però, quelle da cartolina, ma le abbiamo usate in funzione della storia, quando servivano a comunicare qualcosa.
Non so se molti si riconosceranno in questa visione di Napoli, ma noi ci tenevamo a fare questa operazione.
Nel film ci sono molti debuttanti o quasi debuttanti. Non è stato un rischio?
Mauro Berardi: in realtà è stato un rischio calcolato, anche grazie alla bravura del regista, che ha saputo mettere insieme il tutto e renderlo naturale. Volevamo un sapore vero e reale, quindi avere dei volti nuovi è stata la scelta giusta.
Avete detto che si vede una Napoli diversa, ed è vero, è quello che volevamo. All'inizio ho avuto qualche dubbio che fosse la scelta giusta, ma il risultato finale mi ha soddisfatto completamente. Devo ringraziare Nando Mormone per questo film, perchè mi chiamò alle due di notte dopo aver visto questo personaggio nuovo che voleva farmi vedere, quindi venti anni dopo i lavori con Massimo sono andato a teatro, ho visto Alessandro e Francesco e ci ho creduto.
Quanto è costato il film? Mauro Berardi: il costo industriale è stato intorno al milione di euro, tra produzione e promozione.
Alessandro, perchè hai voluto far uscire il film a Pasqua? Alessandro Siani: l'anno scorso tra marzo ed aprile è uscito il mio DVD, che è andato molto bene. E da allora il pubblico continua a chiedermi un altro DVD, quindi ho pensato che ad un anno di distanza ci fosse abbastanza attesa per qualcosa di nuovo. In più molti miei debutti sono stati nel periodo di Pasqua, mi porta bene.
Quando uscirà il film al nord? Mauro Berardi: speriamo che la settimana prossima a Roma il film vada bene, questo contribuirebbe a facilitare la diffusione anche al nord.
Vorremmo sentire dal regista un giudizio sugli attori e poi un commento da loro?
Francesco Ranieri Martinotti: a questo proposito vorrei ricollegarmi al discorso di prima, perchè in realtà non sono dei veri debuttanti. Nel cast ci sono attori del calibro di Nunzia Schiano che ha una notevole esperienza, ma anche gli altri vengono da anni di lavoro a teatro. E' l'assurdità italiana: uno come Stefano Accorsi fa la pubblicità di un gelato e tutti lo vogliono, mentre i teatri italiani sono pieni di talenti e di attori navigatissimi. Quando si lavora con professionisti con questa esperienza, il lavoro è diverso. La sceneggiatura, per esempio, è in continuo divenire per l'alchimia che si crea tra i personaggi e quello che continuamente si inventano sul set.
La cosa rischiosa è stata di prendere la classica bella fotomodella da inserire nel cast. Invece Mariana è stata professionalissima e precisa, dimostrando una incredibile capacità di reagire alle indicazioni. E in più è stata naturalissima.
Francesco Albanese: abbiamo cercato di fare un lavoro gradevole, diverso dai nostri lavori da cabaret, mettendo la comicità al servizio della storia e non viceversa, senza inserire in modo forzato gli sketch in ogni scena. E' ovvio, però, che c'è anche questo, perchè sono le nostre origini e veniamo da quella scuola.
Nunzia Schiano: è stata una bella esperienza perchè fatta a Napoli. Ho lavorato a molti film, ma quando si lavora fuori i Napoletani sono costretti a recitare secondo una visione stereotipata e caciarona. Qui è stata fatta un po' una scommessa, perchè si è cercato di portare avanti una visione diversa di Napoli, dimostrando che è possibile fare cinema napoletano che sia fuori dai soliti schemi.
Tempo fa ho fatto anche una protesta contro la Rai perchè mandavano in onda neomelodici come se Napoli fosse solo quello.
Signor Berardi, guardando il film non si può dire che non ha pensato ai film iniziali fatti con Massimo Troisi. Che ne pensa?
Mauro Berardi: è naturale perchè sono cose che ormai fanno parte di tutti noi, ed anche loro con quei film ci sono cresciuti. Io ho cercato di portare quella mia esperienza in questo progetto, infatti mi hanno anche accusato di dire troppo "io avrei fatto..." o "Massimo questo non lo avrebbe fatto..."
Alessandro Siani: infatti la usava come arma per convincerci. Noi non avevamo esperienza di cinema, quindi ci capitava di voler fare qualcosa di eccessivo o sbagliato e Mauro ci diceva "Massimo questo non lo avrebbe mai fatto" e noi subito zitti. Poi abbiamo capito che era diventata una scusa, perchè ha iniziato ad usare questo trucco in ogni occasione.
In un film di un'ore e mezza, un omaggio a Troisi è venuto naturale. Penso alla scena della spiaggia, che ci ricordava, come atmosfera, quella di Scusate in ritardo, allora abbiamo voluto aggiungere un riferimento chiaro. Ma è stato fatto sempre con spontaneità, perchè sarebbe molto pietoso scimmiottare uno come Massimo.
Mauro Berardi: avevamo pensato di inserire anche un'altra citazione di Troisi, in particolare quando la nonna parla con Mariana e scopre che è Brasiliana, avevamo pensato di farle chiedere "emigrante?", ma sarebbe andato fuori dal rigore che ci eravamo imposti per il film.
Funzionerà questo nuovo aspetto di Siani, meno aggressivo, a Napoli?
Mauro Berardi: in realtà è aggressivo anche qui...
Francesco Albanese: sì, la sua comicità solita viene fuori nei rapporti di Mariano con la famiglia.
Alessandro Siani: la cosa importante è che mi è piaciuto far anche emozionare, cosa che non posso fare a teatro. Noi abbiamo una tradizione artistica ed una città che colpiscono le emozioni, e ci sembrava giusto lavorare in quella direzione. Inoltre ho potuto lavorare anche sulla mimica facciale, mentre quando faccio cabaret sparo solo battute a raffica.
Francesco Ranieri Martinotti: non tutti i comici sono bravi anche nelle parti non puramente comiche, mentre lui riesce a tirare fuori anche altre sensazioni. E' una persona molto ricca interiormente, e quando gli chiedi di scavare dentro di sè per trovare un'emozione da tirar fuori, ci riesce.
Quindi questo potrebbe essere il primo di una serie di film per Alessandro Siani? Alessandro Siani: per me era un modo per far capire che è possibile fare questo grande salto nel cinema, il cinema vero, trovando anche dei compromessi per far funzionare quello che facciamo in tutta Italia.
Nel cast c'è anche Clara Bindi, un'attrice straordinaria che ha fatto una straordinaria interpretazione. Come mai questa scelta?
Alessandro Siani: lavorare con lei è stata una bella esperienza. Molte scene con lei sono improvvisate, penso per esempio a quella sul divano. Poco prima di andare in scena le ho detto "Clara, inventiamoci qualcosa di divertente per questa scena" ed abbiamo improvvisato il dialogo che si vede nel film. Dobbiamo dare atto al regista di averci dato la libertà di lavorare in questa direzione.
Francesco Ranieri Martinotti: Purtroppo abbiamo avuto solo quattro settimane per girare, se avessimo avuto più tempo sono sicuro che momenti del genere sarebbero stati molto più numerosi.
Nunzia Schiano: ma dobbiamo sottolineare anche l'abilità dei tecnici, efficientissimi e sempre pronti ad adattarsi ed a seguirci.
Alessandro Siani: infatti è importante anche la fotografia del film. Ci siamo allontanati dalle solite luci sparate con cui fotografano Napoli. Abbiamo voluto un'atmosfera calda che valorizzasse la città.
Francesco Ranieri Martinotti: a questo proposito va sottolineato che tutta la parte tecnica è fatta con risorse umane napoletane, anche il direttore della fotografia, che ha lavorato già a Melissa P. e farà il prossimo film di Saverio Costanzo, e che ha fatto un lavoro di equilibrio tra modernità e tradizione.
Che risposta vi aspettate dal pubblico non napoletano? Mauro Berardi: mi aspetto che piacerà, mi aspetto una bella risposta dal pubblico di tutta Italia.