Adrian La serie, la graphic novel animata di Adriano Celentano è ormai arrivata alla terza puntata. Svelato il gioco, una storia ambientata in un futuro distopico dove Celentano si è ritagliato un alter ego un po' messia un po' rockstar un po' supereroe, si tratta di capire cosa accadrà nelle prossime puntate, come progredirà la storia. Il nuovo episodio della serie, anticipato da uno show dal vivo, di cui parleremo in questa recensione della terza puntata di Adrian la serie, si apre con I Want To Know, la canzone cantata dall'Orologiaio nella prima puntata, in versione jingle, come spot della casa di orologi che ha deciso di usare - pur senza saperne l'identità - il misterioso personaggio come testimonial, promettendo un premio (o meglio, una taglia) per chi lo troverà. Mentre Adrian, l'Orologiaio attende e rimane fermo, tutti gli altri si muovono: l'affascinante avvocatessa della multinazionale di orologi, il giornalista a caccia di scoop, gli agenti che, colto un misterioso indizio, iniziano a seguire Gilda, il ragazzo che ha la registrazione, ma solo audio, dell'esibizione dell'Orologiaio al famoso concerto di Capodanno.
Leggi anche: Adrian, la serie: anche Maurizio Costanzo e Morgan criticano Adriano Celentano
Cosa dirà stavolta Celentano?
Passata la curiosità per il primo sguardo alla serie, l'approccio con cui ci si accosta alle puntate seguenti di Adrian La Serie è un po' quello con cui si guardava quel famoso Fantastico del 1987, uno di quei momenti in cui, come vi abbiamo raccontato, è nato il Celentano Predicatore, che poi è quello che, sotto altre forme, stiamo vedendo ancora oggi in Adrian. Cosa combinerà stavolta Celentano? Perché, al netto delle immagini suggestive della Milano alla Blade Runner del futuro, della bellezza dei personaggi femminili disegnati da Milo Manara, a fare notizia nelle prime due puntate sono stati due scivoloni o, forse, due provocazioni volute: il palazzo a Napoli con la scritta Mafia International nella prima puntata, e la battuta sulle ragazze che, se non avessero bevuto un po', forse non sarebbero state alla mercé di possibili stupratori nella seconda. Così si aspetta di vedere se, in questa terza puntata, ci sarà qualche provocazione. E, se l'edificio della Mafia International torna in scena, non ci sono altre situazioni o frasi che possano far discutere. O quasi.
Leggi anche: Adrian di Adriano Celentano, recensione prima puntata della serie evento
La sospensione dell'incredulità...
La terza puntata di Adrian è costruita in modo piuttosto particolare. Tutta la prima parte, come abbiamo detto, vede sostanzialmente Adrian in attesa, chiuso in casa, mentre tutto il mondo si affanna a cercarlo. A livello narrativo, è una scelta piuttosto discutibile: da un lato la sceneggiatura affastella personaggio nuovi, o appena intravisti nelle puntate precedenti, senza il tempo e la cura per approfondirli. Dall'altro fa interagire davvero poco il protagonista con gli altri personaggi in scena (tranne con la sua compagna, Gilda che, l'abbiamo capito, è bellissima, la disegnano così, e ha sempre voglia di fare l'amore) con il risultato di farlo crescere poco, di non metterlo di fronte a delle sfide. Quando, all'improvviso, in qualche modo Adrian si palesa a due agenti, con un dialogo da teatro dell'assurdo (ma in tipico stile Celentano), l'interazione c'è. Ma non avviene come ci si potrebbe aspettare. E, nonostante ci troviamo in un racconto tutto sommato fantastico, la storia prende strade dove la sospensione dell'incredulità richiede allo spettatore sforzi sempre più grandi: è possibile che Adrian possa andare in un programma televisivo, truccato con parrucca nasone e gobba, e nessuno si renda conto che sia così grottesco da non poter essere vero? Va bene che l'Adrian reale non l'ha ancora visto nessuno, ma così forse è troppo.
Leggi anche: Adrian di Adriano Celentano, la recensione della seconda puntata della serie
Celentano tra sermoni e temporali
Ma quell'apparizione nel talk show e il discorso sullo scarso approfondimento dei personaggi ci hanno fatto capire più chiaramente una cosa. Come abbiamo già scritto, Adrian è la continuazione, in altre forme, dei sermoni che Adriano Celentano ha lanciato prima nelle sue canzoni, poi al cinema (Joan Lui) e poi in tv (Fantastico e altri): quel discorso sul fatto che oggi non si aggiusta più niente, e quello che si rompe si ricompra, e sui centri commerciali dove siamo tutti in mezzo alla gente ma siamo soli, pur se messo sotto forma di intervista in un talk show, altro non è che uno dei tipici monologhi di Celentano, quelli che avremmo sentito in un Fantastico o in un Rockpolitik. E la mancanza di profondità dei personaggi, bidimensionali non per come sono disegnati, ma per come sono scritti, fa sì che ci siano almeno quattro potenziali villain, ma nessuno sia all'altezza del protagonista. E questo ci dice che Celentano è ancora lui, più preso da se stesso che dagli altri da disegnare così bene il suo personaggio, dandogli almeno tre identità, ma dimenticandosi di disegnare i suoi avversari. E poi, fate attenzione: quel temporale che sembra scatenarsi alla fine della prima parte, sembra proprio portarci in direzione Joan Lui....
Leggi anche: Adrian, la serie: Rosita Celentano difende il padre Adriano
Musica: in vendita o no?
Volendo cercare la polemica, poi, è curioso che Celentano metta in scena Marco, un ragazzo che è riuscito a registrare, ma solo in audio, la famosa canzone che l'Orologiaio ha cantato al concerto di Capodanno: potrebbe avere molti soldi dalle case discografiche, ma la metterà in rete, perché la gente deve sentire la novella, il messaggio, e diffonderlo. Detto che un tempo le canzoni cambiavano davvero le coscienze e oggi non lo fanno più, è strano detto da un personaggio che continua, e lo fa molto bene, a sfornare dischi di successo e nella discografia classica ci pare perfettamente integrato.
Leggi anche: Adrian, La Serie: Vittorio Sgarbi all'attacco di Adriano Celentano
Lo show, tra canzoni e i monologhi di Pastorelli e Balasso
Per dovere di cronaca è il caso di raccontare cosa è accaduto prima, nello show dal vivo che va in onda prima di Adrian: alle 22.03 Celentano finalmente si è palesato, e ha cantato due canzoni. È stato particolarmente piacevole sentire Pregherò, se non altro perché è la sua versione di Stand By Me di Ben E. King. Ma c'è un altro aspetto che fa pensare: nell'era dei social media Celentano e il suo staff hanno costruito lo show come una conversazione sui social, appositamente per rispondere alle accuse. Così, per ovviare a quella frase molto infelice sullo stupro, è andata in scena Ilenia Pastorelli, che ha recitato un monologo su tutte le volte che alle donne si dice "se l'è cercata". Ed è poi toccato a Natalino Balasso fare un monologo sulle critiche della rete, rispondendo ad esempio a chi accusava la serie per le scene troppo spinte. "Ma se uno fa fare i disegni a Milo Manara, cosa volete che disegni, le palme?". La notizia è che Celentano non è poi così chiuso in se stesso. Ma ascolta. E risponde.
Leggi anche: Adrian la Serie, Milo Manara: "Inesattezze e perplessità sul mio coinvolgimento"
Movieplayer.it
2.0/5