Parte dalla provincia dell'Agro Pontino e dal romanzo omonimo di Alice Urciuolo (una delle due penne dietro Prisma) ma poi prende una strada decisamente tutta sua. Stiamo parlando di Adorazione, la nuova serie young adult originale Netflix, presentata in anteprima con i primi due episodi ad Alice nella città, e in arrivo in streaming dal 20 novembre con tutte e sei le puntate.
Lo ha dichiarato la stessa sceneggiatrice Donatella Diamanti presentandola: "Con gli altri autori Tommaso Matano, Giovanni Galassi, Gianluca Gloria e Francesca Tozzi abbiamo compiuto un vero e proprio smembramento del romanzo dal punto di vista tecnico. L'abbiamo trasportato in word e vivisezionato per capire fino a che punto potevamo mantenere alcuni aspetti. Quello che nel libro è il passato, che racconta le conseguenze dell'evento scatenante da cui parte l'intreccio un anno dopo, nel serial diventa il presente. Volevamo trasporre in racconto visivo tutto ciò che su carta veniva solamente evocato. Una bella scommessa e avventura, che secondo me è vinta quando a prodotto finito non riesci più a capire se si tratta di materiale narrativo tuo oppure della fonte di ispirazione".
La storia della serie Netflix
Qual è l'evento scatenante della narrazione? L'estate è appena iniziata sulla costa dell'Agro Pontino quando la scomparsa della sedicenne Elena getta un'ombra sulla piccola comunità, composta tanto dal suo gruppo di amici adolescenti quanto sugli adulti che compongono le loro famiglie. Data la natura ribelle della ragazza, sia la polizia che i suoi amici pensano che si tratti dell'ennesimo tentativo di fuggire da una provincia soffocante: forse si sbagliano.
Una regia emotiva
Durante la conferenza stampa di presentazione, i protagonisti hanno lodato la direzione artistica di Stefano Mordini, già dietro un'altra storia (questa volta vera) complessa e che unisce giovani e violenza come La scuola cattolica, sul massacro del Circeo. "Più che un'urgenza per il settore di raccontare questo tipo di storie, c'è un'urgenza proprio mia di farlo. Non amando la spettacolarizzazione della violenza, credo sia importante raccontarla innestando nello spettatore una forma di responsabilità non solo del colpevole ma allargata. Vorrei che la serie arrivasse tanto ai giovani adulti quanto agli adulti veri e propri, affinché possano vederla insieme e discuterne. Non credo che il cinema e le serie servano ad insegnare ma per fare memoria, non ci vede protagonisti ma costruisce un ricordo collettivo".
La musica di Adorazione. A partire dal trailer
Stefano Mordini ha fortemente voluto Fabri Fibra a capo della colonna sonora della serie. Questo perché lo ammirava come artista e perché pensava potesse avere lo sguardo giusto per raccontarla. La conferma è arrivata non solo dal suo quasi immediato salire a bordo del progetto, ma anche dall'averlo incontrato dopo aver già letto romanzo e sceneggiatura. Nel giro di una notte, poi, aveva composto quello che sarebbe diventato il tema musicale. Un segno del destino. "Possiede una capacità emotiva straordinaria" tanto che gli aveva preparato una playlist esemplificativa. È stato lui a scegliere anche altri brani che si sentono, come quello inedito di Madame, Ghost Town, che è protagonista del trailer.
A proposito di musica, la serie segna il debutto come attrice di Noemi: "Ho accettato perché Stefano mi aveva visto a Sanremo e gli ero piaciuta, quindi comunque siamo partiti dalla musica. Inoltre mi attirava l'idea di interpretare un personaggio molto lontano da me, questa donna indipendente e risoluta. Siamo partiti dalla tecnica per arrivare a qualcosa di molto viscerale ed umano. Sul palco mi sento come una piuma nel vento, sto altrove, mentre il set ti impone consapevolezza dell'esserci".
Il cast racconta il teen mystery drama italiano
Molti degli interpreti di Adorazione sono alla loro prima esperienza attoriale e questo ha permesso, insieme ai tanti mesi passati insieme a girare nella provincia, a creare un vero e proprio team di lavoro che fosse anche un gruppo di amici la sera al bar. Dice Noemi Magagnini che interpreta Vanessa: "Un'esperienza magica perché la prima vera e propria lunga su un set, con un regista che sa lavorare coi ragazzi, che mi ha dato la possibilità di capire i miei limiti e le mie capacità, di dare vita al personaggio sentendolo in ogni scena, senza dovermi stringere in un angolo".
Continua: "Mi ha dato lo spazio per esprimermi, penso che il cinema e le serie esistono per raccontare storie che normalmente le persone non vivono. Ma questa storia penso vada vissuta sulla pelle di tutti". Il volto di Elena, Alice Lupparelli, ha trovato il set "principalmente un mezzo per riuscire a crescere professionalmente, che le ha dato l'opportunità di conoscere visceralmente un personaggio, a tutto tondo".
C'è poi la controparte maschile del cast, a partire dai due giovani attori che sono i due fidanzati delle amiche protagoniste, rispettivamente Luigi Bruno (Gianmarco), Tommaso Donadoni (Enrico). Il primo l'ha trovata un'esperienza tanto fisica quanto emotiva, ricevendo tanto amore dal cast e dalla troupe, si è sentito ascoltato che è uno dei temi affrontati dal teen drama italiano: "Vi ringrazio per avermi dato il vostro cuore e averlo fatto insieme". Il secondo l'ha trovata un'esperienza formativa da tutti i punti di vista, per la grandezza del progetto stesso e per tutto quell'aspetto umano affrontato durante le riprese: "Liberatorio e catartico, ci siamo resi conto dei problemi vissuti dai personaggi proprio mentre li raccontavamo".
Giulio Brizzi (che potreste aver visto in Cùron) - che è Giorgio, cugino di Vanessa e fratello di Vera - ha vissuto il set a metà tra 'bello' e 'difficile', mentre l'ex Cesaroni Federico Russo (Christian) ci ha tenuto a ringraziare tutta la troupe tecnica - che li ha trattati come figli e nipoti sul set - soprattutto in questi tempi difficili per il nostro cinema.
Le altre protagoniste femminili dello show - Penelope Raggi (Diana), Beatrice Puccilli (Vera, cugina di Vanessa), Alessia Cosmo (Teresa), Federica Bonocore (Melissa) - hanno invece sottolineato come si siano trovate a proprio agio e mai fuori posto, e la differenza tra cinema e tv: "Si gira 16-20 settimane invece di 4 e quindi c'è molto più tempo per entrare nell'atmosfera del racconto e dei personaggi. Un'esperienza quasi totalizzante. Il posto dove vivi diventa la tua nuova casa, i colleghi la la tua nuova famiglia, questo ha un grande impatto su come rendi in scena, è più faticoso a livello fisico e mentale ma anche più appagante, siamo stati fortunati ad essere tutti coetanei e aver fatto gruppo e ad aver avuto Stefano a guidarci".
Le colpe dei padri (e delle madri)
Adorazione è uno show young adult estremamente corale, che trova spazio anche per i protagonisti adulti. A parlare sono le interpreti femminili, a partire da Noemi: "Le colpe degli adulti si rifanno in realtà a qualcosa che esiste dall'alba dei tempi. Parlano di distanza e incomunicabilità a causa delle nuove tecnologie e dei social media, non si conoscono per davvero questi figli e non si riesce ad accettare che sono a tutti gli effetti dei giovani adulti. Il mio personaggio proietta sulla figlia molte delle proprie aspettative e obiettivi. Un atteggiamento un po' velenoso. In provincia si cerca sempre di evadere le etichette che il contesto e gli altri hanno deciso per te. Si crea così un sistema di solitudini, e non appena uno riesce a sintonizzarsi con l'altro trova una speranza di farsi capire".
Claudia Potenza - che è Manuela, madre di Vanessa - parlerebbe invece piuttosto di fragilità. "Anche io penso sia dannoso proiettare le proprie mancanze su qualcun altro, ancor più se si tratta della generazione successiva".
Barbara Chichiarelli è invece Chiara, la zia di Melissa nonché la poliziotta che indaga sulla scomparsa di Elena: "Tra biblico e cristiano mi sento di citare la parabola del figliol prodigo che torna a casa dopo aver tradito le aspettative del padre e un percorso già segnato. Eppure viene addirittura festeggiato".
Continua: "Proprio questo dovrebbero fare i giovani: contraddire i genitori in maniera diabolica, nel senso etimologico del termine. Ci sono tanti spunti di riflessioni nel serial, come quanto questa eredità debba essere contraddetta soprattutto nella realtà di provincia. Un non-luogo anche se gli diamo una connotazione geografica. Ci fa capire quanto sia urgente che tutto questo venga esplorato tanto da un'educazione casalinga quanto scolastica". Nel cast anche Ilenia Pastorelli nei panni di Enza, la madre di Vera e Giorgio.
La provincia dell'Agro Pontino e il significato di Adorazione
L'interprete di Elena ha sottolineato come venendo lei stessa da una realtà di provincia abbia rivisto molto di quei meccanismi nel racconto veritiero della serie: "Una realtà che vediamo poco rappresentata, una gabbia soffocante, l'unica cosa che conosci se ci nasci e cresci. Scatena questo desiderio di fuga, ma anche di paura dell'ignoto, terrore che sia tutto finito là, che i tuoi progetti di vita sia stati già prestabiliti dagli altri e dal contesto, se esci anche solo leggermente dal seminato vieni visto come strano. Un fenomeno molto presente ancora oggi purtroppo".
Ci tiene poi a sottolineare come il titolo del romanzo e del serial abbia una connotazione negativa: "Porta ad una tossicità che inclina le relazioni tra le persone, io penso che ognuno di questi personaggi provi un'adorazione verso qualcosa o qualcuno. Quando però erigi una statua a quel qualcuno, la metti su un piedistallo e quella persona è lì ferma e non può più muoversi, diventa una trappola di aspettative anche positive. Anche mia madre mi adora nella serie, e sono quasi un prodotto per lei su cui incanalare tutti i propri desideri e aspettative".
Analisi generazionale
Infine, una riflessione del cast sul confronto tra generazioni al centro del racconto. "L'ipercontrollo non fa mai bene, bisogna saper lasciar andare, è liberatorio" dice l'interprete di Manuela, e chiude la Chichiarelli: "Come si definisce un adulto, quando lo si diventa per davvero? Io credo sia colui che porta sul corpo e sull'anima una serie di cicatrici - qui mi sono fatto male ma qui sono anche guarito. Gli adulti sono come degli specchi che a volte diventano tali anche a dieci anni in altre parti del mondo. Adulti e genitori sono poi due ruoli diversi, che implicano responsabilità civile ed emotiva, spero che la serie farà sentire meno sole tutte le generazioni".