Feed the birds, tuppence a bag; Tuppence, tuppence, tuppence a bag; Feed the birds.
Nel 2022, quando Disney ha iniziato a lavorare al cortometraggio per celebrare i cento anni dell'azienda, fondata nel 1923 da Walt e Roy Disney, sapeva benissimo da dove partire: da un momento in cui Topolino si sarebbe ritrovato a fissare, con lo sguardo malinconico, l'uomo che l'aveva creato, Walt Disney. E in quel momento si poteva far sentire una sola canzone, senza ombra di dubbio: Feed the Birds.
Nel 2001, per l'occasione dei cent'anni dalla nascita di Walter, Richard Sherman venne chiamato a Disneyland per celebrare l'evento e per suonare alcune delle sue composizioni. Per chiudere, decise di suonare Feed the Birds: al termine della performance, un uccello volò dal cielo verso il pianoforte che stava suonando Sherman, per poi riprendere il volo verso le nuvole. Per anni, Richard ha interpretato l'evento come un cenno da parte di Disney, lui che ogni volta che ascoltava Feed the Birds si commuoveva.
Higitus Figitus
Richard Sherman, insieme a suo fratello Robert, è stato uno dei più fedeli e vicini collaboratori di Walter Elias Disney, permettendo di colorare con la musica gli anni '60 e più di 20 film dell'azienda di Burbank. La sua musica, che è sempre stata composta a quattro mani col fratello, arrivò alle orecchie di Walt grazie a Tall Paul, una canzone cantata da Annette Funicello e che permise ai due fratelli di varcare le soglie, nel 1961, degli Studios. Sono tante le produzioni televisive che portano il nome degli Sherman, che nel 1963 possono finalmente mettere le mani sulle canzoni de La Spada nella Roccia, insieme a George Bruns.
Fu un passaggio, un esperimento, tra l'altro vincente: Merlino e Semola non si ritrovavano a cantare spesso, ma Higitus Figitus fece già intuire quanto Richard Sherman fosse accorto alle parole e all'utilizzo dei testi per trovare delle formule vincenti e spassose, non solo per i più piccoli. Erano delle piccole filastrocche da cantare in allegria, così come accade poi per il jingle Qua e Là, fino alla canzone iniziale che raccontava la storia di Excalibur.
L'anno successivo, accortosi che quel duo funzionava, Walt decise di affidare loro Mary Poppins. Disney - è bene sottolinearlo - è sempre stato poco coerente nell'affidarsi ai suoi collaboratori. A parte Joe Grant, che gli è stato accanto sin dai tempi di Fantasia, così come anche Dick Huemer, Walt proprio alla fine degli anni Trenta involontariamente costrinse Leigh Harline a fuggire dagli Studios: lo fece dopo essersi assicurato un Oscar per Pinocchio e quella When You Wish Upon a Star che ancora oggi è il simbolo musicale dell'azienda. Disney se ne separò perché per Fantasia volle Leopold Stokowski e nonostante Harline gli avesse fornito delle ottime idee di arrangiamenti, Disney non si accorse nemmeno del modo in cui lo stava allontanando dai suoi progetti. Non è mai stata appurata cattiveria, bensì inadeguatezza a gestire determinati tipi di rapporti, che hanno portato nel tempo in tantissimi ad allontanarsi da Burbank. Non accadde con i fratelli Sherman: Richard seppe sin da subito toccare le corde giuste del cuore di Walt, al quale serviva solo la musica più adeguata.
Chim Chim Cher-ee
Quella musica arrivò proprio con Mary Poppins, il progetto più grande della storia cinematografica di Disney dopo Fantasia. 24 anni a separare quelle che sono le due pietre miliari della storia degli Studios e di quella tremenda lotta che Walt mise in piedi per convincere Pamela Travers a portare a casa questo enorme risultato. Un musical che non poteva non essere musicato dai fratelli Sherman. Richard scrisse più di 30 canzoni, molte delle quali vennero cestinate, mentre alcune sono ancora recuperabili in alcuni making of o dietro le quinte.
Ad esempio The Chimpanzoo, canzone che avrebbe dovuto caratterizzare l'ilare momento in cui lo Zio Albert è bloccato sul soffitto a causa delle sue risate. Tra quelle recuperate e utilizzate per altri scopi c'era anche The Right Side, che gli Sherman poi riutilizzarono come tema di Winnie the Pooh nella serie Welcome to Pooh Corner su Disney Channel. Quelle che vennero inevitabilmente confermate le conosciamo tutti, perché con quella colonna sonora gli Sherman si aggiudicarono due Oscar: uno alla miglior colonna sonora, l'altro alla miglior canzone, Chim Chim Cher-ee.
La canzone si ispirò al disegno di uno spazzacamino che era stato realizzato a mo' di storyboard da Don DaGradi, sceneggiatore di Mary Poppins: DaGradi, inglese di origine, spiegò a Richard quale fosse il folklore attribuito in Inghilterra agli spazzacamino e quanto stringergli la mano, in qualsiasi momento della giornata, portasse fortuna. Essendo il film ambientato a Londra, era inevitabile che il tutto dovesse ricollegarsi a quel tipo di immagine: si decise quindi di far sì che quella canzone potesse diventare il tema portante del personaggio di Bert, nel quale i fratelli Sherman avevano fatto confluire tantissimi dei personaggi creati da Pamela Travers. Cam-Caminì, come venne tradotta in italiano, divenne una meravigliosa marcetta allegra, serenità e spensieratezza, cantata in italiano da Oreste Lionello, mentre in inglese a Dick van Dyke venne data piena libertà di sfoderare il suo più criticato accento cockney. Un inno alla gioia, che permise, a livello narrativo, di intensificare l'attenzione sul personaggio di Bert, filo conduttore - insieme a George Banks - della rinascita della famiglia Banks.
E se Higitus Figitus aveva funzionato, non è stata da meno Supercalifragilisticexpialidoso - Supercalifragilisticexpialidocious: la parola esisteva già, essendo stata inserita nel 1931 nell'Oxford English Dictionary, come crasi e unione delle parole "above, beauty, delicate, to atone, educable", i cui riferimenti sono nelle terminologie "super, cali, fragilistic, expiali, docious". I fratelli Sherman sono stati per anni al centro di polemiche riguardanti la creazione della parola, della quale Richard ha sempre difeso la paternità, specificando di averla inventata nel corso degli anni 30 durante un campo estivo in America. Una diatriba di poco conto, perché a chi appartenga la parola non importa: ai fratelli Sherman resta la paternità della canzone, della musica, di un pezzo di storia che si è infilato nei pentagramma del cinema in maniera indissolubile. Poi arrivò Feed the Birds.
Feed the Birds
I fratelli Sherman la fecero ascoltare a Pamela Travers, con l'intenzione di farla cantare a Bert: l'autrice fece notare come la scelta fosse inadeguata e che la tonalità non andasse bene per un uomo. Robert Sherman allora decise di appellarsi al veto di Walt Disney, che però venne sostituito da alcuni membri del suo staff. Non si arrivò a una soluzione in breve tempo. Gli Sherman, però, raccontano che capitava spesso che il venerdì sera, dopo il lavoro, raggiungessero Walt nel suo ufficio per discutere di come stessero andando le cose negli Studios: un momento di riflessione e di serenità, durante il quale Disney sembrava aprirsi come a dei vecchi amici, cercando di distendere gli animi che venivano spesso accesi dalle discussioni con suo fratello Roy.
Una sera, nonostante l'orario di lavoro fosse terminato, Walt chiese ai fratelli Sherman di suonare Feed the Birds, la canzone che tanti crucci stava creando a Pamela Travers: volse lo sguardo fuori dalla finestra, verso nord, e si mise ad ascoltare.
Richard Sherman ha sempre raccontato che da quel momento in poi Walt non poté fare a meno di ascoltare Feed the Birds ogni volta che poteva. Fu la prima canzone degli Studios scritta basandosi sul tema della carità, che colpì più di tutti Disney. "È di questo che si tratta: è questa la metafora del film", disse Walt, come riporta sempre una dichiarazione di Sherman. Fu il punto di svolta per la carriera dei fratelli, perché in quel momento avevano creato una breccia nel cuore di quell'uomo disordinato e inadeguato ai rapporti umani, dilaniato dai traumi giovanili e dai sensi di colpa per quanto era accaduto alla sua famiglia: Richard era un dipendente, ma doveva essere pronto a suonare Feed the Birds quando a Walt serviva; era un toccasana.
Fu lì che Disney capì cosa stava realmente facendo per il mondo. Feed the Birds alla fine venne affidata alla voce di Julie Andrews, mentre la donna anziana venne interpretata, in un cameo, da Jane Darwell, una delle attrici preferite di Disney: aveva rifiutato, perché si era ritirata dalla scena, ma l'insistenza di Walt era ben nota in America, quindi alla fine la Darwell acconsentì, sentendosi lusingata dall'idea del film.
In pieno contrasto a quello che era lo stile energico che Sherman aveva tenuto per tutto il film, Feed the Birds venne composta con un ritmo riverente: divenne la canzone più seria di tutta la colonna sonora, così da poter inquadrare al meglio il momento topico del film, precedente alla fuga da parte di Jane e Michael dalla Banca d'Inghilterra. La canzone, tra l'altro, venne usata in più occasioni durante il film, rendendola ciclica e quasi a far sì che fosse un ritornello dell'intera pellicola: la si può sentire nel segmento orchestrale del medley iniziale, nell'overture del film, poi la sera prima della gita alla Banca, cantata come ninna nanna da parte di Mary Poppins, in terzo luogo dopo la fuga e infine, in versione drammatica e orchestrale nonché corale, mentre un pensieroso George Banks cammina verso il posto di lavoro, fermandosi proprio dove la sera prima Jane Darwell stava dando da mangiare ai piccioni. La scena lascia intendere che la donna possa essere morta durante la notte, il tono musicale si fa più grave, più pesante e lo stesso Banks comprende che è come se la sua vita stesse per arrivare a una svolta, condizionata dalla sparizione della donna che portava carità agli uccelli.
La musica che unì tutti
L'Academy premiò il lavoro dei fratelli Sherman e Disney non poté più fare a meno del loro supporto, che purtroppo durò poco. Prima di morire, Walt poté ascoltare Il libro della giungla e nulla di più, perché Gli Aristogatti, Pomi d'ottone e manici di scopa, Le avventure di Winnie the Pooh e Huckleberry Finn arrivarono solo tanti anni più tardi la sua morte. Fece in tempo ad approvare il progetto su quel gatto che in Italia divenne Romeo, er mejo del Colosseo, un irlandese rosso che si presentava al mondo con uno swing che Richard Sherman adattò al nome di Abraham DeLacey Giuseppe Casey Thomas O'Malley, O'Malley the Alley Cat. Non solo, perché si scoprì che quei gatti amavano il jazz, e che presto tutti avremmo voluto fare jazz sempre nella versione italiana di una meravigliosa canzone che spinse la gang di Scat Cat a mettere in piedi una bellissima banda musicale di gatti da tutto il mondo.
E quando nel 1971 Robert Stevenson, che era stato chiamato a raccogliere le redini dell'azienda dopo la scomparsa di Walt, mise in piedi Pomi d'ottone e manici di scopa, Richard Sherman toccò di nuovo le corde di tutti, affidando a David Tomlinson, il fu George Banks, la evocativa Portobello Road, un valzer in 3/4 che - ancora una volta - univa tutto il mondo sotto un'unica arte, la musica: giamaicani, scozzesi, soldati dell'esercito inglese, soldati australiani e indiani danzano per le strade del mercato più famoso al mondo, mentre Tomlinson canta che (...)everything (...) is sold off the barrow in Portobello Road.
Questo faceva Richard Sherman, che durante l'Expo di New York del 1964 aveva già detto la sua sulla capacità della musica di unire tutti, grazie a It's a Small World, l'innovativa attrazione per parchi divertimento che consegnò ancora una volta Disney nell'Olimpo dell'inventiva. I fratelli Sherman scrissero la canzone e la musica, che ancora oggi potete ascoltare attraversando la dark ride nei parchi Disney, da Parigi a Hong Kong. Un segno per l'eternità, per l'immortalità. Perché oggi parliamo di Richard Sherman per la sua morte, ma domani ne parleremo ancora per quello che ha fatto per il cinema, per la musica, per noi tutti.