ACAB, La serie è un altro capitolo della rivoluzione di Stefano Sollima

Diretto da Michele Alhaique, lo show Netflix cerca di trovare il proprio posto all'interno del sempiterno universo immaginativo creato dall'autore romano, partendo da presupposti diversi rispetto ai suoi predecessori.

Un'immagine di A.C.A.B. - La serie

All'interno di un contesto di crisi (sia essa una crisi di idee, una economica, una strutturale) è umano affannarsi alla ricerca di una soluzione totalizzante. Qualcosa in grado di ribaltare il quadro o, meglio, di infrangerlo, aprendo una crepa e facendo intravedere una strada. Spesso questa scossa viene individuata in un fenomeno singolo, una ricetta e nel nome dietro di essa. L'errore che si compie in questo scenario è affidare tutto a tale singolarità, pensando che per osmosi essa si propagherà a tutto il contesto, quando è invece il contesto che deve seguirla e, se possibile, fornirgli gli strumenti per esistere. Ad essa, come ad altre sue simili.

Acab La Serie Immagine
Una scena di A.C.A.B. - La serie

Un equivoco di cui è stata spesso vittima la nostra industria audiovisiva nel recente passato e di cui è vittima tutt'ora, dal momento che continua ad aggrapparsi a nomi che orientano ormai la loro fortuna in modo indipendente oppure ad altri che, per mancanza di sostentamento, sono sempre in affanno. C'è stata però una grande eccezione (se non la sola, probabilmente la più grande), che ha abbracciato cinema e serialità, ed è quella legata a Stefano Sollima. Su Netflix è arrivata da poco l'ennesima testimonianza, A.C.A.B. - La serie, diretta da Michele Alhaique.

Nel caso dell'autore romano infatti si è verificato qualcosa di non comune: la creazione di una visione per raccontare il nostro Paese proveniente direttamente dalla sua dimensione più popolare, attraverso una formula cinematograficamente efficace e, da noi, inedita. Una visione così forte da aver convinto il contesto ad assecondarla. Merito soprattutto della sua capacità di sedimentarsi velocemente nell'immaginario del grande pubblico, il quale ormai la riconosce come lente estetica e semantica, permettendole di camminare in modo autonomo senza il suo 'inventore'.

La portata della rivoluzione di Stefano Sollima

Una foto di scena di Romanzo Criminale - La serie
I protagonisti di Romanzo criminale - La serie.

Tutto iniziò nel 2008 con Romanzo Criminale - La serie, probabilmente lo spartiacque maggiore per il nostro movimento e il titolo considerato da tanti ancora come il migliore da noi mai fatto per il piccolo schermo. Nell'adattare il manoscritto di De Cataldo, Sollima rielaborò la visione di Michele Placido in termini di punto di vista e pensò ad un casting estremamente giovane. Nella sua testa c'era la voglia di creare una origin story non della Banda della Magliana in quanto tale, ma di un intero entroterra criminale composto da ultimi, sbandati e, allo stesso tempo, antieroi romantici. Un mondo prodotto della cultura e della Storia nostrana e quindi da inglobare al suo interno attraverso dei protagonisti con cui potersi identificare. Un crime ribaltato, usato come veicolo per leggere la società italiana e testimoniarne i cambiamenti.

Il successo fu enorme, sia in termini di pubblico che di critica e sia in Italia che all'estero, e questo motivò Sky e Cattleya a trovare un modo per dare un seguito al suo percorso, in modo da non dilapidarne il successo. L'industria che segue una formula, cercandone un'evoluzione, in questo caso Gomorra e ZeroZeroZero, sempre con Stefano Sollima al timone, ma anche Suburra - La serie e, appunto, ACAB - La serie. Due titoli, questi ultimi, che sono ramificazioni dell'universo dell'autore, dunque testimonianza di un contesto che cambia in modo organico, cercando strade per supportare altre versioni, anche se molto diverse, della medesima formula. Ma andiamo con ordine.

Dopo il successo seriale, Stefano Sollima adatta un altro libro, stavolta di Bonini, e gira A.C.A.B. - All Cops Are Bastards. Era lo stesso anno in cui uscì Diaz - Non pulire questo sangue e l'attenzione intorno alla celere e alle sue sortite violente erano routine nelle cronache giornaliere del nostro Paese. La ricetta proveniva da Romanzo criminale - La serie, anche se il punto di vista giovanile non è totale e l'identificazione con questi antieroi è più spinosa, dato il loro poco fascino e la volontà di fondo di catturare un ambiente preciso e poco generalizzabile.

Ne uscì comunque un racconto sull'Italia, forse anche più che in Suburra e Adagio, per quanto questi ultimi abbiano contribuito enormemente ad ampliare la poetica cinematografica di Sollima, specialmente in riferimento alla nostra realtà e ben testimoniato la sua storicizzazione.

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Il posto di ACAB - La serie

Suburra La Serie Stagione 2 1
I protagonisti di Suburra - La serie.

Suburra provò nel 2017 a fare un passo indietro e a riproporre l'idea della serie sulla Banda della Magliana attraverso la storia criminale di tre ragazzi, che nel suo sviluppo voleva diventare abbastanza capillare da abbracciare la realtà romana e nazionale. Una nuova ventata all'interno del mondo crime di Sollima, esauritasi però prima di centrare pienamente il suo obiettivo. Essa riuscì ad ingannare i tempi, che ormai erano andati oltre la visione riproposta, più per l'eredità che si portava dietro che per la propria bontà, ma man mano perse la sua compattezza e sfumò nel commerciale, nonostante la struttura che provarono a imbastire Placido (ancora lui) e Molaioli.

Il modo di raccontare e di filmare di Sollima si era rivelato troppo importante per la riuscita di quel tipo di storia e difficilmente replicabile da altri che non avevano lo stesso approccio radicale. Per quanto, ovviamente, determinati stilemi e archetipi erano ormai divenuti parte integrante di un polo attrattivo per lo spettatore mainstream e quindi donavano comunque una buona presa, almeno inizialmente. Appurato questo, Michele Alhaique fu chiamato a lavorare all'opposto, partendo proprio dalla sua capacità di aggiornare il punto di vista originale, piuttosto che da maschere e meccanismi narrativi.

Acab La Serie Scena Netflix
Adriano Gianni in A.C.A.B. - La serie

Questo perché A.C.A.B. La serie arriva a 13 anni dalla pellicola originale e i suoi personaggi e le sue intenzioni non sono più, quindi, immediatamente riconoscibili dal pubblico. La visione stessa della celere e dei suoi "nemici" è oggi mutata e infatti il titolo non racconta più il mondo ultras. Rimane però l'universo creato da Sollima, all'interno del quale Alhaique si muove cercando punti di vista formali e narrativi, pensando al film e all'immaginario crime corale, ma anche alle nuove idiosincrasie possibili dei protagonisti, alle loro nuove fisicità e così agli spazi mentali e fisici in cui si muovono.

La ricerca di un mondo rinnovato, che deriva da quello passato, ma deve cercare di costruire altro. Processo probabilmente lungo, come ci dice la tentazione di giocare con l'onirismo e la rievocazione, come se fossimo dentro un sempiterno discorso ciclico. Forse un'altra prova di quanto sia difficile staccarsi dalla rivoluzione di Sollima.