Ormai è diventato di casa nel nostro paese. E non solo per la sua liaison con Elisabetta Canalis ma anche perchè dopo le sue numerose apparizioni veneziane George Clooney ora debutta anche sul tappeto rosso della kermesse capitolina giunta al suo terzo giorno. La star regina del gossip più chiacchierata dell'anno è protagonista del nuovo film di Jason Reitman, figlio del mitico Ivan Reitman, giunto al suo terzo film dopo Thank You for Smoking e lo splendido di Juno con il quale vinse proprio qui a Roma il Marc'Aurelio d'Oro per il Miglior Film nel 2007. Tra le nuvole (Up in the air) racconta in chiave ironica la vita di un uomo solo, che riesce ad infilare in una valigia tutti i suoi effetti personali e a vivere la vita tra un aeroporto e l'altro, tra una camera d'albergo e l'altra. Ryan Bingham (Clooney) è un tagliatore di teste, un uomo che colleziona centinaia di migliaia di miglia di volo e che per lavoro licenzia le persone in giro per le grandi aziende del paese devastate dalla crisi economica mondiale. Un momento d'oro per lui e per l'azienda per cui lavora, un momento drammatico per gli Stati Uniti. Rapporti praticamente nulli con la sua famiglia, nessun amico, nessun legame in nessun posto del mondo Ryan comincia a riflettere sul suo futuro e alla soglia dei 50 anni comincia a valutare l'idea di fermarsi e di mettere radici da qualche parte. L'incontro con una donna speciale, con una collega un po' troppo zelante ed un radicale cambiamento di metodi di lavoro, nonchè il matrimonio di sua sorella, contribuiranno a farlo sentire per la prima volta importante a livello umano e non solo professionale. Forse per lui è venuto il momento di iniziare una nuova vita...
Questo quello che ci hanno raccontato George Clooney e Jason Reitman durante l'incontro di presentazione di Tra le nuvole, film tratto dall'omonimo romanzo di Walter Kirn che arriverà nelle sale il 15 gennaio prossimo distribuito da Universal Pictures.
George Clooney: Si certo, anche in questo momento qui davanti a voi mi sento solo, ma fortunatamente ho una vita meravigliosa, una famiglia stupenda e amici che amo moltissimo, in questo il mio personaggio è molto diverso da me, forse il punto di vista dal quale osserva la vita è lo stesso ma Ryan è sempre solo mentre io sono sempre circondato da tanta gente.
Signor Reitman, la rinuncia ad un lieto fine è stata una scelta coraggiosa da parte sua ed è abbastanza insolita per una commedia che ne rafforza il significato serio sebbene la chiave narrativa sia decisamente umoristica. E' stata una decisione presa sin dall'inizio quella di non permettere al protagonista di uscire completamente dalla sua solitudine?
Ivan Reitman: Sin dall'inizio sapevo quale sarebbe stato il mio finale, ho adattato il romanzo di Walter Kirn cercando di usare la sua storia per sperimentare ed osservare l'amore e i legami tra esseri umani da un punti di vista diverso dal solito. E' anche attraverso la perdita che si possono raccontare storie dai contenuti umani molto intense. Non è importante sapere cosa avviene al personaggio interpretato da George, l'importante è capire qual è stato il suo percorso durante il racconto.
Perchè la decisione di fare sempre meno interviste negli ultimi tempi?
George Clooney: Perchè rispondere alle domande puramente di gossip non aiuta i film che vado a presentare in giro per il mondo. Capisco che voi giornalisti siate obbligati a porre delle domande da pubblicare sui vostri giornali e rispetto anche la vostra professione soprattutto perchè sono figlio di un giornalista, ma penso che ci debba essere un confine legittimo tra quello che è il lavoro e la vita privata. Non voglio che le mie risposte abbiano un impatto negativo sui film che accompagno nei festival.
Jason Reitman: Sono molto grato al Festival per l'opportunità che mi è stata data di venire qui a Roma per presentare il mio film in concorso, è stato bellissimo ritrovarmi qui dopo la bellissima esperienza di Juno. Penso che gli americani si identificheranno molto in questi personaggi, sia uomini che donne, quando ho iniziato a scrivere il film sette anni fa ho pensato subito a George per il ruolo di Ryan ma non avrei mai creduto che potesse accettare. Sono fierissimo che l'abbia fatto e sono altresì orgoglioso del lavoro di Vera Farmiga e Anna Kendrick nei ruoli femminili del film. Tra le nuvole è una storia che racconta l'uomo e il suo essere individualista, la sua natura solitaria, una storia un po' in conflitto con il mondo di oggi, una realtà in cui ti senti in ogni modo interconnesso con il resto del mondo ma in realtà non lo sei. Nessuno di noi può sentirsi a proprio agio lontano da casa o in un aeroporto o in un posto del mondo che non sia la nostra casa.
Quali sono i suoi progetti futuri come regista?
George Clooney: Mi piacerebbe moltissimo dirigere un film sul terrorismo e su Guantanamo, sto aspettando che mi arrivi la sceneggiatura giusta ma la mia intenzione è questa. Vorrei presto dedicarmi anche alla regia di una commedia, aspettiamo e vediamo, il trucco per fare un ottimo film è non avere fretta e scegliere il copione giusto.
George Clooney: Beh si, mi capita spesso di passare tantissimo tempo sospeso in aria per lavoro, è nei momenti in cui esci dal torpore di essere un disoccupato che fai di tutto per tenerti impegnato e che non vorresti mai fermarti. In quei momenti senti moltissimo la mancanza degli amici, della famiglia, è in quei frangenti che ti accorgi che il tempo passa e vola via e ti chiedi se non sarebbe stato meglio passarlo con i tuoi cari.
Signor Reitman, è vero che la colonna sonora del film è stata scritta da un uomo che aveva appena perso il lavoro e si è improvvisato cantautore?
Jason Reitman: Dopo Juno mi è capitato spessissimo di incontrare studenti e ragazzi nelle scuole che mi davano direttamente in mano cd con la loro musica da inserire nei miei film. Un giorno incontrai un uomo di circa cinquant'anni che mi dette non un cd bensì un'audiocassetta che sinceramente non sapevo con che mezzo ascoltare. Non era una canzone bellissima ma era onesta e soprattutto incentrata sull'argomento per un motivo semplice: egli era stato appena licenziato dopo quindici anni di duro lavoro nella sua azienda. E' un omaggio che ho voluto fare a tutti coloro che nell'ultimo periodo hanno perso il loro posto di lavoro, volevo dar loro voce, sono stufo di vedere che in America il rapporto che la società ha con i disoccupati è fatto solo di cifre e freddi numeri. Nel film tutte le persone che vedete recitare nei panni dei 'licenziati' sono in realtà veri disoccupati di una grande azienda che è fallita.
Jason Reitman: Mi piacciono i personaggi complicati, mi piaceva l'idea di raccontare le storie di un lobbista odioso, di una ragazza incinta dal carattere difficile e di un tagliatore di teste con la testa fra le nuvole. Mi piace l'idea di umanizzare personalità complicate e a loro modo u npo' spigolose.
Signor Clooney, sappiamo che non è in Italia solo per presenziare a questo festival. Come stanno andando le riprese del film che sta attualmente girando in Abruzzo con protagonista Violante Placido?
George Clooney: Violante è un'attice straordinaria, penso che nel film (che non ha ancora un titolo definitivo ma li vedrà innamorati ndr) sarà veramente straordinaria, attualmente stiamo girando a Sulmona, una città che ha subito pochi danni, ho visitato L'Aquila durante il G8 in luglio e lo spettacolo non è stato per nulla piacevole, ci creava ansia il pensiero di quella gente che avrebbe probabilmente dovuto passare l'inverno al gelo. Un problema che anche gli Stati Uniti hanno affrontato ai tempi dell'uragano Katrina a New Orleans, la realtà è che dopo qualche mese nessuno più se ne preoccupa e allora calano i finanziamenti e l'attenzione dei media. In quelle zone nulla è stato risolto, ho voluto in questo modo far tornare quei luoghi sotto i riflettori, oltre a dare posto di lavoro a chi un lavoro in quelle città non ce l'ha più.