Da amanti del cinema del terrore, è con un certa emozione che cominciamo questa recensione di A Quiet Place 2: l'arrivo in sala del sequel di un film particolarmente amato è spesso sinonimo di aspettative deluse, lasciando lo spettatore con la sensazione che forse era meglio non allungare ed espandere una storia che funzionava perfettamente proprio perché limitata ad una sola pellicola. Le nostre previsioni, fortunatamente, sono state ribaltate con la visione del capitolo secondo diretto da John Krasinski (in questo caso anche unica mano alla sceneggiatura), che è stato in grado di stupirci piacevolmente. Al centro della storia lo stesso spunto del precedente, capace di dare il via ad uno sviluppo narrativo che è il naturale proseguimento di quanto raccontato nel primo film, di cui condivide dinamiche e tematiche. A Quiet Place 2, però, risulta anche particolarmente convincente per come riesce a trovare una sua unicità ed originalità. Esattamente ciò che più si può desiderare da un sequel.
Una trama - e qui utilizziamo questo aggettivo nella sua accezione più positiva - particolarmente semplice: un gruppo di personaggi che deve, in un lasso di tempo piuttosto breve, cercare di sopravvivere mentre raggiunge determinati obiettivi. Che cosa rende però così intrigante una storia di questo tipo? La scelta di concentrarsi il più possibile sui propri protagonisti, costretti ad affrontare situazioni incredibilmente difficili - e non possiamo che sottolineare quanto le interpretazioni di vecchi e nuovi membri del cast siano convincenti -, e di non abbassare mai la tensione che permea l'intera pellicola, in un angosciante crescendo che trascina lo spettatore per i 97 minuti della sua durata. Dalla perfetta scena di apertura, che ci riporta indietro, al cosiddetto "giorno 1", veniamo catapultati in un'avventura adrenalinica che non ci permette quasi mai di trarre un sospiro di sollievo, coinvolgendoci in maniera totale in quanto stanno vivendo i nostri personaggi.
Evelyn e i suoi figli abbandonano la sicurezza di casa
Prima di parlare più nel dettaglio di A Quiet Place 2, facciamo un brevissimo passo indietro: dove eravamo rimasti? La pellicola precedente si era conclusa con il sacrificio di Lee (John Krasinski) per salvare i suoi figli, Marcus e Regan; con il parto di Evelyn e con la scoperta del punto debole della razza aliena che ha quasi completamente sterminato il genere umano: se il loro formidabile udito gli permette di braccare e scovare con estrema facilità le proprie perde, al punto da costringere i pochi sopravvissuti ad una vita in completo silenzio, è anche ciò che li rende così sensibili ad un particolare tipo di rumore e frequenza, quella prodotta dall'apparecchio per l'udito di Regan. È con la scoperta della loro mortalità che si apre questo secondo capitolo della storia, esattamente da dove si era chiuso quello precedente.
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Evelyn, Marcus, Regan insieme al neonato appena arrivato in famiglia (fonte di per sé di enorme pericolo, i cui pianti vengono tenuti a bada con l'utilizzo di una bombola ad ossigeno), sono costretti ad abbandonare la sicurezza, ormai compromessa, della propria casa e avventurarsi nel mondo esterno. Il primo ad accoglierli è qualcuno che arriva dal loro passato, l'amico Emmett (Cillian Murphy) che avevamo incontrato nella scena di apertura e che ora, distrutto per la perdita della propria famiglia e amareggiato per non essere riuscito a fare di più, è riluttante ad aiutarli, preoccupato che la loro presenza possa distruggere il precario equilibrio che si è faticosamente costruito. La sua vita, volente o nolente, verrà però molto presto sconvolta: dopo aver scoperto un messaggio in codice via radio che potrebbe condurli ad una comunità sopravvissuta all'invasione (a cui diviene quindi necessario insegnare come uccidere gli alieni), la piccola Regan decide di partire da sola con lo scopo di fare quanto possibile per salvare il genere umano. Convinto a seguirla da Evelyn, che resterà indietro insieme a Marcus (gravemente ferito) e al neonato, Emmett intraprenderà una viaggio pieno di pericoli che si rivelerà per lui un inaspettato percorso di redenzione.
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La storia si sdoppia
Ed è proprio con il dividersi del gruppo che la trama di A Quiet Place 2 trova la sua prima grande differenza con il suo predecessore. Se nel primo film il nucleo familiare - seppur con delle frazioni al suo interno - restava unito nel combattere le minacce che mettevano a repentaglio la sicurezza della loro casa, qui non solo sono costretti a scontrarsi con il mondo esterno ma soprattutto a dividersi. Tutto questo, inoltre, cercando a fatica di elaborare il lutto per la perdita di Lee. È nel rapporto che si crea tra Emmett e Regan che si esprime in modo più evidente la necessità di fare i conti con il dolore per la perdita: da una parte la bambina che cerca di aiutare l'umanità con le sue sole forze, portando avanti l'eredità di suo padre (perché è quello che "lui" avrebbe fatto), dall'altra l'uomo disincantato e amareggiato che cerca di rimediare agli errori del passato, e aiutando Regan è un po' come se salvasse i figli che ha perso.
Il rapporto tra genitori e figli è anche al centro della seconda storyline che seguiamo, quella che vede come protagonisti Evelyn e Marcus: il momento di passaggio tra infanzia ed età adulta, ma anche l'impatto di quanto detto e fatto dai genitori sulla formazione e sul carattere di un figlio, sono solo alcuni degli spunti che permeano la porzione di storia dedicata a loro. I nuovi nuclei formati da Emmett e Regan e da Evelyn e Marcus si ritrovano a portare a termine percorsi separati ma speculari (come sarà particolarmente evidente soprattutto nel finale), in un arco narrativo che sottolinea la forza - anche a distanza - dei legami familiari e dell'amore che lega i genitori ai propri figli.
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Una corsa adrenalinica per la sopravvivenza
Come vi anticipavamo A Quiet Place 2 è capace di mantenere altissima la tensione dai primi minuti fino alla sequenza conclusiva. La prima scena, quella che ci riporta indietro al "giorno 1", imposta il tono che verrà mantenuto per tutto il resto della pellicola, trascinando letteralmente lo spettatore in una corsa senza fiato per la sopravvivenza. Il film non lesina nei jump scares, che risultano comunque convincenti e mai utilizzati esclusivamente per far sobbalzare chi guarda sulla propria poltrona (cosa che accadrà spesso, non dubitate).
A far funzionare alla perfezione quest'adrenalico viaggio post-apocalittico ci pensano i suoi protagonisti che, come nel primo film, sono assolutamente credibili nei diversi ruoli che interpretano: Emily Blunt è splendida nella parte di una madre che con ferocia protegge i suoi figli, e Cillian Murphy (il cui personaggio acquista una centralità che inizialmente non ci aspettavamo) è capace di trasmettere il grande conflitto interiore vissuto da Emmett e a rendere - seppur in poco tempo - molto convincente il suo cambiamento. Detto questo, però, anche in questo secondo capitolo della storia menzione d'onore va fatta ai suoi giovani interpreti, Noah Jupe e, soprattutto, Millicent Simmonds, che porta sullo schermo un personaggio forte e vulnerabile al tempo stesso: è Regan ad averci catturato maggiormente, con il suo bisogno di cambiare le cose e di rendere onore alla memoria di suo padre che (forse nel terzo film?) la porterà a salvare il mondo.
Un terzo capitolo in arrivo?
La domanda sorge quindi spontanea: ci sarà un A Quiet Place 3? Visto il finale di questo secondo film ci sembra quasi scontata una risposta affermativa (anche per se per il momento è stato confermato solo uno spin-off), e noi non vediamo davvero l'ora di proseguire quest'avventura. Il finale, però, è forse la parte più debole della pellicola di Krasinski: il fatto che ci si proietti così tanto verso un terzo capitolo, ma anche la scelta di ripetere quanto già fatto nel primo A Quiet Place, ci fa sembrare il tutto come leggermente affrettato, e un po' spogliato di quell'enorme carica emotiva con cui si era chiuso il precedente. A nostro parere, come abbiamo già più volte sottolineato, questo secondo film della "saga" è comunque il sequel perfetto per la storia inaugurata nel 2018 e ci lascia, tanto come il primo, con la voglia di scoprire che altro John Krasinski regista ci potrà regalare.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di A Quiet Place 2 sottolineando come si tratti di un ottimo sequel del film di Krasinski (qui ancora alla regia e alla sceneggiatura) già diventato cult. Una corsa adrenalinica di 97 minuti che vi farà sobbalzare più volte sulla poltrona ma che trova anche spazio per un buon approfondimento dei personaggi. Estremamente convincenti le interpretazioni di vecchi e nuovi membri del cast.
Perché ci piace
- Questo secondo capitolo ripropone dinamiche e tematiche del primo film in maniera convincente, ma trova comunque una sua originalità.
- La tensione sempre altissima che colpisce e trascina lo spettatore.
- Ottime le interpretazioni, sia dei membri adulti del cast sia dei più giovani.
Cosa non va
- Il finale non ha la stessa carica emotiva di quello del film precedente.