Tra le serie presentate alla Festa del Cinema di Roma 2021 è A casa tutti bene - La Serie, il primo prodotto a episodi di Gabriele Muccino prodotta da Sky e Lotus Production e in arrivo a dicembre su Sky e NOW. Il regista romano non nasconde la propria emozione arrivato in conferenza stampa e subito ci tiene a dire agli attori presenti - Francesco Scianna, Silvia D'Amico e Simone Liberati - di "non essere gelosi" dato che deve dire che pensava di fare una serie dal suo film successo al botteghino del 2018 già mentre lo stava girando, e quindi non era ancora arrivato in sala. Non poteva lasciare quei personaggi su quell'isola e doveva scoprire cosa sarebbe successo loro una volta tornati nelle proprie case. Ben presto però si è rivelato impossibile far collimare gli impegni di tutti gli interpreti, dato il cast numeroso, inizialmente disponibile ed entusiasta a partecipare.
A Roma Tutti Bene
"A quel punto capii che dovevo ricreare lo stesso affiatamento con un nuovo cast, in modo che non ci fossero paragoni di inferiorità con il film" - continua Gabriele Muccino - "Era una sfida spaventosa ma allo stesso tempo elettrizzante. Con Francesco Scianna avevo lavorato più volte ma sempre in dei corti, era quasi prigioniero di una favola breve, e A casa tutti bene - La serie mi sembrava il progetto adatto. Di Laura Morante avevo un piacevolissimo ricordo da Ricordati di me. Essendo stato per qualche anno negli Stati Uniti avevo un po' perso la mappatura degli attori italiani promettenti giovani, e così è stato fatto un grande lavoro dal direttore del casting della serie, con cui non avevo mai lavorato. Avevo visto Simone Liberati in Cuori puri e avevo capito di aver trovato Paolo. Silvia D'Amico la conoscevo poco ma capii presto che era l'unica che poteva prendere il testimone da Sabrina Impacciatore per il personaggio di Sara. Uno dei casting più difficili è stato quello di Riccardino (interpretato nella serie da Alessio Moneta e nel film da Gianmarco Tognazzi), poiché aveva questo rapporto di grande conflitto con Carlo e dovevano funzionare insieme e completarsi, come fossero yin e yang. Non solo: tutti i vari interpreti dovevano funzionare col resto del cast, altrimenti non sarebbe scattata la chimica familiare".
Guardare al futuro in salsa thriller
Gabriele Muccino ha già annunciato una seconda stagione in progetto per la serie, per vedere quindi ancora di più dove andranno le storie di questi personaggi, che già nel serial vengono approfondite e maggiormente sviluppate rispetto al film. Una delle novità principali è l'inserimento dell'elemento thriller, un genere mai esplorato da Muccino nei suoi lavori finora: "Il genere mi intrigava proprio perché non lo avevo mai sperimentato pur avendomi sempre incuriosito e pur essendo pericoloso ho voluto buttarmi."
Bisognava guardare al futuro dei personaggi: "Il film finiva con un'evacuazione dell'isola in un certo senso, una fine che era una fuga da un posto nel quale nessuno voleva stare, un finale crudo, severo, implacabile. Quando tornano a casa a Roma come vivono, cosa fanno? La scrittura è stata veloce grazie al deus ex machina che muove spesso i miei film, la famiglia. Poi il team di Barbara Petronio ha scritto il soggetto di serie e gli episodi. Inizialmente avrei dovuto dirigerne solo un paio, ma alla fine li ho diretti tutti. Non avrei voluto buttarmi nella serialità inizialmente - nonostante ci siano moltissimi prodotti validi - ma non sono riuscito a trovare altri registi che avessero la mia stessa visione. Ho sviluppato negli anni un linguaggio talmente personale che l'ho reso quasi uguale nel serial".
"Sapevo che li avrebbe diretti tutti alla fine" scherza Nils Hartmann, Senior Director Original Productions Sky Italia, e Antonella d'Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, aggiunge: "Questa serie aggiunge la cifra narrativa, la personalità, il modo di raccontare le storie di Muccino alla nostra library, molto in sintonia con quello che è il DNA di Sky. La storia di A casa tutti bene è attuale, rilevante come lo sono le relazioni umane che è ciò a cui puntiamo nelle nostre produzioni originali perché ci riguardano tutti".
Il cinema di Gabriele Muccino: famiglie sull'orlo di una crisi di nervi
Lavorare sui personaggi
Come arrivare ai personaggi della serie partendo dai loro corrispettivi di A casa tutti bene? Silvia D'Amico ha raccontato come abbia preso la storia di Sara come riferimento, ma non l'interpretazione di Sabrina Impacciatore: "Gabriele ha ricreato questi personaggi, li ha fatti uscire dalla carta un'altra volta, e noi così abbiamo potuto darne un'altra immagine, è anche questo il bello".
Le fanno eco i colleghi. Francesco Scianna ha visto due volte il film ma poi l'ho rimosso per fare tabula rasa sulla propria interpretazione, soprattutto perché si trattava di storie di partenza estremamente simili con la controparte filmica: "Non amo basarmi su quanto hanno fatto i miei colleghi in questi casi. Ho preso ispirazione piuttosto da Francesco Panella dell'Antica Pesa mi sono affiancato a un ristoratore per capire meglio il personaggio, infatti i primi giorni di set Gabriele scherzando mi diceva 'Meno Panella più Carlo'. Anche il conflitto del personaggio con la figura paterna è stato per me fonte d'ispirazione, un potere d'abuso quasi da parte del personaggio interpretato da Francesco Acquaroli".
Chiude Simone Liberati: "Il riferimento cinematografico per noi era comunque importante ma era altrettanto decisivo rimuoverlo per poter mettere una pagina bianca ed elaborare un personaggio nuovo andando incontro alle esigenze di Gabriele. Speriamo di essere riusciti ad aggiungere delle sfumature solo nostre".
La famiglia, l'uomo e la donna mucciniani
"Direi che continuo a parlare di famiglia perché è un'idea che non si è aggiornata nella storia dell'umanità. Se la famiglia avesse un'unità di coesione e intenti, se l'armonia fosse il comune denominatore anche quando è allargata, noi vivremmo in una società senza conflitti, senza guerre, senza avidità e sopraffazioni, senza il cannibalismo degli uomini sugli uomini. L'aggressività e la violenza dell'essere umano, che sono incomparabili con quelle di qualsiasi altra specie vivente, sono alla base della 'legge del villaggio'. Passano i millenni ma le dinamiche ma sono le stesse. Avere consenso, potere, essere vincenti, altrimenti avremmo avuto una sola Crociata e mezza Guerra Mondiale, forse. Le stesse disfunzioni che vengono dalla famiglia di Čechov. L'uomo non impara nulla dai propri errori, ha una smemoratezza che potremmo definire cronica. Ciò che muove l'arte, al cinema come a teatro o in tv, è il conflitto, il dissenso. Per questo la famiglia non potrò mai finire di raccontarla".
I personaggi di A casa tutti bene - La Serie sono quindi tutti infelici? Come dice Silvia D'Amico: "Come esiste l'homo sapiens, esiste l'uomo mucciniano che non vive come l'uomo medio ma ha dentro di sé una centrifuga di sentimenti, non esiste una gioia o un dolore ma convivono tutti insieme, per noi è stata una scoperta non solo come attori ma anche come esseri uman_i". Le fa eco Scianna: "_Gabriele per me conosce benissimo la macchina del cinema ma è sempre disponibile alla sorpresa, che è importante in uno sviluppo come quello di una serie. È il segno di umanità più grande che ci sia nel chiederti cosa ne pensi come attore, e soprattutto nel farti essere il personaggio, piuttosto che diventarlo, ti dice di andare di pancia, di organi e genitali (ride), questo è il più bel regalo che un regista ti può fare".