Massimiliano Gallo torna a interpretare Valerio Primic, famoso e celebrato scrittore che ha trascurato la famiglia, preferendole i libri. Dopo averlo portato in teatro, Alessandro Gassmann l'ha infatti rivoluto con sé anche per l'adattamento cinematografico di Il silenzio grande, dal 16 settembre in sala, dopo essere stato presentato in anteprima alla 78esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Giornate degli Autori.
Margherita Buy ha il ruolo di Rose, moglie di Primic, mentre Antonia Fotaras ed Emanuele Linfatti sono i figli Adele e Massimiliano. L'unica che riesce però a tenere testa al capofamiglia e a parlarci è Bettina (Marina Confalone), la domestica, nonché colonna portante della casa. È proprio lei a dirgli che a volte le parole bisogna dirle, invece che limitarsi a scriverle e leggerle, soprattutto a chi si vuole bene.
Abbiamo incontrato Massimiliano Gallo proprio al Lido di Venezia, dove ci ha parlato di Il silenzio grande e del suo rapporto con Alessandro Gassmann, che nel film si è anche ritagliato un piccolo ruolo.
La video intervista a Massimiliano Gallo
Il silenzio grande, la recensione: una piccola storia familiare napoletana
Il silenzio grande e l'importanza dei libri
Questo film mi ha fatto pensare a una frase di un film di Ermanno Olmi: "Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico". Sei d'accordo con lui?
Come non essere d'accordo col maestro Olmi. È interessante: è quello che dice anche Bettina, che è il mio grillo parlante, la mia coscienza. Dice: voi avete studiato, sapete tutto di questi libri, ma fidatevi di una persona che invece sta in mezzo alla gente. E quindi il famoso caffè con gli altri. La conoscenza secondo me non è fatta di un insieme di pagine, la conoscenza è fatta di persone, di valori, emozioni. Il viaggio è la più grande esperienza di crescita che uno possa fare. Quindi uno deve tentare di viaggiare anche quando sta fermo: aprire un po' la mente, avere meno punti fermi, cercare di capire un po' gli altri.
Anche tu ordini i libri per omogeneità emotiva, come fa il tuo personaggio? E che rapporto hai con i grandi testi?
No. Secondo me i libri sono diventati, insieme al teatro, uno degli strumenti più moderni: nel senso che meno di tutti hanno avuto bisogno di ammodernamento. Hanno tentato di fare il libro che scorre su un iPad, ma il fascino della carta è rimasto intatto. Anzi, credo che le vendite dei libri siano addirittura aumentate in un periodo in cui la tecnologia la fa da padrone. E così è per il teatro: è rimasto uguale a duemila anni fa e riempie comunque le sale. Credo che i classici, i grandi classici, anche rispetto al lavoro che faccio io, ispirino sempre le storie dei grandi film o delle grandi serie tv. Quando vediamo una grande serie tv in genere stiamo vedendo una cosa di Shakespeare: è sempre così. Sono degli autori che hanno esplorato in maniera straordinaria l'animo umano. Quindi per forza di cose non possono mai passare di moda. È come quando Eduardo De Filippo ha esplorato la famiglia, quando l'ha fatto Čechov: sono dinamiche che rimarranno sempre uguali e quindi universali e quindi fondamentali per la conoscenza anche delle cose che pensi siano moderne.
Il silenzio grande: Massimiliano Gallo canta e balla
Parliamo dei trip onirici in cui canti e balli.
In cui cado. Sono delle proiezioni mentali: Primic ha questa capacità di fantasticare, che è una cosa che quando sei bambino ce l'hai più sviluppata, poi la perdi, un po' per tabù, un po' ti vergogni, un po' pensi di più alle cose reali. Io sono rimasto molto bambino, quindi mi piace molto andarmene con la testa. Questo scrittore lo fa in maniera geniale: riesce a proiettare cose di cui parla, o che succedono in quel momento, in visioni oniriche. È molto interessante anche per lo spettatore, è molto divertente.
Il silenzio grande: Massimiliano Gallo e Alessandro Gassmann di nuovo insieme
In una scena dai del cane ad Alessandro Gassmann: lui ha detto che è stato un onore farsi dare del cane da te.
Io amo Alessandro: per noi è così bello giocare. Quindi quando ho saputo che si sarebbe prestato a questo gioco, a interpretare questo trombone del teatro, per me è stato geniale. Alessandro dimostra sempre di avere questa capacità di montare e smontare quello che fa, di non prendersi troppo sul serio. Su questa linea ci troviamo benissimo. È tanto tempo che collaboriamo insieme, vogliamo farlo ancora. Per quanto riguarda questo testo abbiamo avuto anche un'esperienza simile: veniamo da due famiglie d'arte, con due padri molto importanti, che hanno fatto grandi carriere, quindi ci siamo immedesimati molto. Siamo scesi molto in profondità in questa avventura.