Alessandro Gassman regista de Il silenzio grande: “Un film dal taglio internazionale che danza con gli attori”

Intervista ad Alessandro Gassmann, regista e interprete di Il silenzio grande, tratto dall'opera teatrale di Maurizio de Giovanni, presentato a Venezia78 nella sezione Giornate degli Autori.

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Il silenzio grande: una sequenza

Dopo essere stato presentato in anteprima alla 78esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Giornate degli Autori, è in sala dal 16 settembre Il silenzio grande, quinto film da regista di Alessandro Gassmann, che si è ritagliato anche un piccolo ruolo di un attore famoso per lo spot di una pasta dentifricia che definisce "un essere infimo".

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Il silenzio grande: un'immagine del film

Per il regista e attore non è la prima volta alle prese con il testo di Maurizio de Giovanni: Alessandro Gassmann ha infatti portato prima in teatro Il silenzio grande. Per l'adattamento cinematografico ha scelto di nuovo come protagonista l'amico Massimiliano Gallo, a cui ha affidato il ruolo di Valerio Primic, scrittore di grande fama e prestigio, che ha però finito per trascurare la moglie Rose (Margherita Buy) e i figli, Adele (Antonia Fotaras) e Massimiliano (Emanuele Linfatti).

Con loro non riesce a comunicare. L'unica in grado di tenergli testa è la domestica Bettina (Marina Confalone), colonna portante della casa e della famiglia. Costante del film sono i libri: impolverati, ammucchiati ovunque nello studio di Primic, che lo scrittore ordina "per omogeneità emotiva". Abbiamo parlato del film proprio con Alessandro Gassmann, incontrato al Lido di Venezia.

La video intervista ad Alessandro Gassmann

Il silenzio grande, la recensione: una piccola storia familiare napoletana

Il silenzio grande: l'importanza dei libri

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Locandina di Il silenzio grande

Questo film mi ha fatto pensare a una frase di un film di Ermanno Olmi: "Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico". Sei d'accordo con lui?

Dipende dall'amico. Dagli amici si possono ricevere anche grandi delusioni. Condivido questo, però è molto importante dare attenzione ai libri. Una cosa non leve l'altra. Sarebbe interessante avere una libreria come quella del nostro protagonista e frequentare amici simpatici. Questo sarebbe fantastico. Il fatto che ti sia venuto in mente Ermanno Olmi mi riempie di orgoglio, perché è un regista che amo profondamente.

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Il silenzio grande: un momento del film

Quanto è importante riscoprire i testi fondamentali? Cose scritte 200 - 300 anni fa sono ancora attualissime, solo che non le leggiamo.

Se rimangono dei capolavori della letteratura ci sarà un motivo. Shakespeare lo puoi leggere cento volte, magari alla centesima un po' ti annoia, soprattutto se lo fai consecutivamente, però ogni volta che lo leggi scopri qualcosa di nuovo. Il fatto di essere partito con questa storia prima in teatro, grazie alla scrittura di Maurizio de Giovanni, che ringrazio per il lavoro che ha fatto, e poi trasformandola in un film, mette in luce che se si parte dal testo di qualcuno che sa scrivere è fondamentale. Non esistono buoni film senza una buona scrittura. Possono esistere buoni film senza attori fantastici, ma se non c'è una buona storia non si può fare cinema e non si può fare teatro.

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Il silenzio grande: un'immagine

Anche tu ordini i libri per omogeneità emotiva, come fa il protagonista?

No. Però ci ho pensato tanto. Li ordino per genere, in maniera molto più banale. È molto strano: nella storia raccontata, nel personaggio di Primic descritto nel mio film, inevitabilmente ritrovo molte delle manie che aveva anche mio padre. Un grande capofamiglia con un grande successo di fama internazionale, come è stato mio padre e come è stato quello di Massimiliano Gallo. Alcune manie del mio, che aveva una passione per la lettura e per la lingua italiana fuori dal comune, non dico che assomiglino a quel protagonista però me lo ricordano. Mio padre per esempio era uno che scriveva molti appunti nei libri: nella sua libreria, abbiamo tenuto tutti i suoi libri, ogni volume racconta un'altra storia. Quindi diciamo che sono nato e cresciuto nei libri e nelle tarme.

Il silenzio grande: Alessandro Gassmann dirige e recita

Nel film ti sei ritagliato anche un piccolo ruolo.

Hanno molto insistito perché io facessi questa cosa. L'ho fatta molto volentieri, ma in realtà avevo trovato un attore perfetto. Mi sono divertito: mi sono ritagliato un ruolo orrendo, di un essere infimo.

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Il silenzio grande: una scena

Soprattutto ti fai dare del cane: come è stato farsi dare del cane da Massimiliano Gallo?

È un personaggio di cui si parla moltissimo nella storia: è un attore di teatro, un po' un trombone, che però raggiunge il successo attraverso la pubblicità di una pasta dentifricia. Ci sono dei sogni ricorrenti del nostro protagonista e in uno di questi vede proprio questo orrido individuo, questo fesso, che sono io. Farmi dare del cane da Massimiliano Gallo è sempre di grandissima soddisfazione.

Il silenzio grande e il lavoro sullo spazio

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Il silenzio grande: una sequenza del film

È molto interessante come hai lavorato sullo spazio: si sente l'origine teatrale, ma sei riuscito a rendere la storia cinematografica.

Ho lavorato molto con Mike Stern, il mio direttore della fotografia polacco, giovane, ha 38 anni. Volevo farne un film di taglio internazionale. Volevo che la macchina da presa danzasse con gli attori, che fossero gli attori a muoversi e noi assecondare quello che loro inventavano sul set. Infatti abbiamo fatto, cosa che si fa raramente purtroppo in Italia, una settimana di prove con operatore di macchina e attori nella villa con tutti gli oggetti. Abbiamo immaginato il film prima di cominciare a girare e questo è stato di grandissimo aiuto.