I procedurali sono sempre stati famosi per il loro "caso della settimana" e per il non impegnare troppo lo spettatore con storie orizzontali. Come spiegheremo in questa recensione di 9-1-1: Lone Star 3, la terza stagione dell'action drama di Ryan Murphy e soci che torna dal con nuovi episodi ogni mercoledì su Star di Disney+, lo spin-off continua per la propria strada e lo fa con un carico di eventi che, sorprendentemente, fanno proprio dell'orizzontalità del racconto il focus centrale.
Harder, Better, Faster, Firefighter
Tornano i first responders della visione texana di 9-1-1 con lo spin-off 9-1-1: Lone Star capitanato da Owen Strand (Rob Lowe) che ritroviamo in un capanno nei boschi perso e allontanato dalla squadra, oramai smembrata dopo le azioni di Billy Tyson (Billy Burke). Sono passati parecchi mesi dagli ultimi eventi e i membri della squadra sono tutti sparsi e separati. Quello che coinvolgerà questi nuovi episodi sarà un grande evento catastrofico, come da tradizione della serie madre, in questo caso una tempesta di neve in Texas, evento più unico che raro ma in fondo se ci pensiamo specchio dei tempi correnti con il cambiamento climatico in corso. Ciò che però sorprende è che tale evento non dura solamente il tempo di una doppia premiere esplosiva ma più episodi, presentando da subito quindi una sequela di "casi della settimana" tutti legati fra loro e che coinvolgono direttamente i membri della squadra, con conseguenze anche nelle puntate successive.
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Tra le difficoltà impossibili che la neve e il freddo possono portare in una terra calda come il Texas, quindi, i protagonisti dovranno sforzarsi due volte per salvare i cittadini che hanno bisogno d'aiuto e se stessi. Sono tutti finiti in caserme diverse: Marjan (Natacha Karam) sembra essere l'unica a battersi per l'imminente chiusura e demolizione della 126, Paul (Brian Michael Smith) e Judd (Jim Parrack) sono finiti insieme e quest'ultimo ha il bambino di Grace (Sierra McClain) in arrivo, mentre Mateo (Sierra McClain) è di nuovo la recluta e viene trattato come tale. Anche la squadra del Capitano Vega (Gina Torres) ha le proprie gatte da pelare: Carlos (Rafael L. Silva) e T.K. (Ronen Rubinstein) si sono lasciati ma quest'ultimo non vuole raccontare perché ai colleghi, mentre Tommy sta affrontando ancora il lutto in famiglia.
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We are family
La famiglia è proprio la tematica preponderante in questa nuova stagione, sia quella di sangue che quella della 126 che si vuole disperatamente salvare e ricostruire anche se è stata smembrata dei suoi rami. La vita dei protagonisti sarà realmente in pericolo in questi nuovi episodi tanto da farci realmente temere per loro, e mentre alcune guest star femminili fanno capolino intorno a Owen - come Julie Benz e Amy Acker o l'amata Lisa Edelstein - il nucleo familiare-lavorativo si allarga sempre più e genitori e figli avranno delle sfide inaspettate da affrontare, molto più difficili a livello personale che lavorativo.
I casi della settimana sono ancora molteplici e non si riducono a uno solo, per tenere sempre altissima l'asticella della tensione e dell'action al limite che tanto piace ai fan di questo franchise ma in questo caso coinvolgono quasi interamente i protagonisti, che ogni giorno rischiano la vita per salvare le vite di sconosciuti. Lo spin-off dimostra ancora una volta di vivere di vita propria e sapere camminare sulle proprio solide gambe, addirittura migliore e più fluida di quella dell'originale, e il merito va soprattutto al cast ottimamente scelto e alla chimica fra gli interpreti. Non solo: il serial sceglie di non puntare sulle ennesime new entry come aveva fatto nella seconda stagione, ma di concentrare tutto sui personaggi che già conosciamo ed esplorarli maggiormente, facendo piuttosto tornare qualche vecchio volto che in fondo non se ne è mai davvero andato. Perché la famiglia è la cosa più importante, ma non necessariamente quella in cui cresci ma che ti crei, i tuoi amici, i tuoi colleghi, quelli che ti guarderanno sempre le spalle, ti consiglieranno quando ne avrai bisogno e ti urleranno contro quando starai sbagliando. Senza dimenticare mai una bella dose di adrenalina.
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione di 9-1-1: Lone Star 3, la terza stagione dello spin-off di 9-1-1, felici che la serie abbia saputo rinnovarsi ancora una volta e continui a dimostrarsi più fluida e avvincente dell’originale. Complici l’evento catastrofico della tempesta di neve e la storyline orizzontale piuttosto che verticale scelta dagli autori per questa nuova stagione, coinvolgendo direttamente i protagonisti e facendoci davvero temere per loro.
Perché ci piace
- Rob Lowe e gli altri protagonisti sempre in forma e affiatati (tra tutti la coppia Jim Parrack-Sierra McClain).
- L’evento catastrofico che caratterizza la nuova stagione e abbraccia una storia verticale piuttosto che orizzontale mostrando più casi della settimana che coinvolgono direttamente i protagonisti.
- L’assetto familiare del racconto senza dimenticare quello adrenalinico.
Cosa non va
- Gli episodi sono un po’ troppo pieni di retorica e potrebbero urtare il pubblico fedele al procedurale abituato alle stagioni precedenti.