30 Rock: la TV si racconta (e si prende in giro)

Uno show entusiasmante, sorprendente e innovativo nei contenuti e nei linguaggi e allo stesso tempo innegabilmente e fragorosamente divertente.

Elizabeth Lemon, newyorkese, brillante, single e amabilmente nevrotica, è alla guida del team di sceneggiatori di The Girlie Show, un programma di sketch comici della NBC. Alla vigilia di una nuova stagione televisiva, Liz e il suo serafico produttore Pete Hornberger scoprono con orrore che la General Electric, che possiede la NBC, ha piazzato alle redini del network Jack Donaghy, un pezzo grosso del marketing corporativo che ha nel suo curriculum un trionfo invidiabile grazie al forno ad azione combinata Trivection Oven. La prima mossa di costui è obbligare la produzione di The Girlie Show a reclutare una nuova star, Tracy Jordan, un irruento comico black con qualche problema di stabilità mentale. La prima donna dello show, Jenna Maroney, non prende bene la cosa, tanto più che il nome del programma viene ben presto modificato in TGS with Tracy Jordan. Liz è costretta a gestire la situazione con tutto il tatto di cui è capace: le toccherà placare Jenna, accontentare i capricci dell'incontenibile Jordan e arginare le pretese di Donaghy, che per di più ha il dono di farla sentire sciatta, vecchia, inadeguata e sovrappeso (calcola a occhio i suoi ignominiosi 57 chili) ogni volta che apre bocca.

Uno scenario glam ma non troppo, una Manhattan intellettuale e sofisticata ma solare e autoironica, e una prospettiva del tutto inedita sul mondo della produzione televisiva e sui giochi di potere delle corporation per uno show metatelevisivo che è decisamente la cosa più originale sul fronte della commedia vista sul piccolo schermo dopo Ti presento i miei - Arrested Development. La vulcanica mente creativa che dobbiamo ringraziare per 30 Rock è quella di Tina Fey, attrice e sceneggiatrice che ha alle sua spalle diversi anni di lavoro al Saturday Night Live e una sceneggiatura cinematografica candidata al WGA (Mean Girls). Suo è anche il ruolo principale, e a Liz (che è del resto il suo nome, dato che all'anagrafe è Elizabeth Stamatina Fey) Tina ha dato molto di sé stessa, inclusi i suoi inseparabili occhialini di plastica, la sua coscienza femminile, il suo senso dell'umorismo intelligente eppure, all'occasione, deliziosamente grossolano, e il suo anticonvenzionale sex appeal. A dividere la scena con questa magnifica protagonista (e con gli altri eccellenti comprimari di 30 Rock, dalla vanesia Jenna all'ingenuo paggio Kenneth, dai litigiosi sceneggiatori alla laconica bellezza ventenne Cerie) ci sono Tracy Morgan - newyorkese del Bronx che prima di 30 Rock aveva già lavorato con Tina Fey al Saturday Night Live, e che è uno degli eroi della commedia demenziale USA del momento, e soprattutto Alec Baldwin, che, come è noto, ha vissuto una vera e propria rinascita negli ultimi anni, e che grazie 30 Rock è diventato - meritatamente - uno dei personaggi televisivi più popolari in America. La chimica sul set con la Fey è elettrizzante, anche perché gli autori non hanno voluto giocare la carta dello scontato coinvolgimento sentimentale tra Liz e Jack, ma hanno preferito mantenerne la possibilità nell'aria, generando una tensione davvero irresistibile, che contribuisce a umanizzare personaggi i cui sentimenti trovano poco spazio per rivelarsi coi ritmi incalzanti della sit-com.

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui 30 Rock è uno show entusiasmante, sorprendente e innovativo nei contenuti e nei linguaggi e allo stesso tempo innegabilmente e fragorosamente divertente: scoprite gli altri visitando voi stessi gli studi della NBC al 30 di Rockefeller Plaza. Non ve ne pentirete.