Anonimato veneziano
Elise Ward è la bellissima e ricchissima amante di Alexander Pearce, uno dei miliardari più famosi e ricercati del mondo. Tra i tanti che danno la caccia a Pearce, colpevole di un'evasione fiscale di oltre 700 milioni di sterline, c'è anche un pericoloso gangster russo che pretende la restituzione di una ingente cifra che gli è stata beffardamente sottratta. A cercarlo per altri motivi è anche la stessa Elise, che non lo vede ormai da due anni nonostante le premurose attenzioni che l'uomo le riserva mandandole regali costosi e messaggi in codice per organizzare il loro fatidico incontro lontano da occhi indiscreti. Non avendo alcun riferimento su di lui, le polizie internazionali tengono sotto controllo lei, che vive ormai la sua vita come osservata speciale 24 ore su 24. Approfittando delle voci su un suo cambio di connotati, Pearce suggerisce ad Elise di salire ad un'ora specifica su un treno diretto a Venezia e di scegliere a suo piacimento un uomo qualsiasi della sua statura e far finta che sia lui. Detto e fatto. La donna sale sul treno indicato e sceglie Frank Tupelo, un uomo affascinante dall'aria interessante e sbarazzina che di professione insegna matematica in un liceo americano ed è in viaggio di piacere a Venezia per buttarsi alle spalle i suoi problemi sentimentali. Se in un primo momento l'uomo sembra farsi convincere a seguirla e a 'recitare' la parte del marito, col passare del tempo Elise si renderà conto che non tutto potrà andare come pianificato perché nonostante il grande amore che la lega a Pearce inizia a provare qualcosa anche per questo adorabile sconosciuto. Quell'uomo apparentemente comune si scoprirà essere un individuo dalle mille risorse e dal fascino davvero irresistibile, doti pericolose per una donna apparentemente imperturbabile come lei che ha come unico obiettivo quello di rincontrare il suo amato...
Mancano le novità, manca il mordente, il film stenta a decollare e le gag offerte dal gruppetto degli italiani non fanno che peggiorare il risultato finale, finendo per apparire a volte persino grottesche quando si spazia nei soliti luoghi comuni sull'Italia. Scritto dal regista insieme a due geni premi Oscar come Julian Fellowes (Gosford Park) e Christopher McQuarrie (I soliti sospetti), The Tourist è purtroppo caratterizzato da momenti di scarsa tensione emotiva, da rari momenti sentimentalmente empatici e da inseguimenti tanto rocamboleschi quanto surreali. Allo stesso modo la regia di Florian Henckel-Donnersmarck si limita a svolgere il compitino senza proporre assolutamente nulla di visivamente originale né una lettura particolarmente intrigante del contesto e dell'ambientazione. La città lagunare che ospita quest'avventura, a metà tra il sentimentale e la spy-story, è infatti restituita sullo schermo in maniera un scolastica e racchiusa in una cartolina glamour algida e patinata. Il film risulta così senz'anima, o meglio parte alla grande per poi sgonfiarsi pian piano verso una soluzione finale un po' forzata e prevedibile, senza colpi di scena a parte quello conclusivo che aleggia nell'aria già a metà film.
The Tourist è purtroppo un tentativo poco riuscito di realizzare un mix tra un lungometraggio old style alla maniera del grande Alfred Hitchcock, con l'eleganza delle migliori avventure di James Bond e il fascino luccicante dei film moderni pieni di volti noti sulla falsariga di Ocean's Eleven. Il risultato è un'opera anonima confezionata ad uso e consumo esclusivo dei fan sfegatati dei due attori e dei lustrini hollywoodiani, tutto apparenza e poca sostanza. Non basta, purtroppo, scritturare star di primo piano, un regista dalle potenzialità straordinarie che al suo esordio ha stupito le platee di tutto il mondo ed un'ambientazione fascinosa per realizzare un film di intrattenimento capace di entusiasmare.
Peccato, perchè l'occasione era ghiotta e i nomi coinvolti avevano fatto sperare in un prodotto natalizio coi controfiocchi, invece ci troviamo di fronte a un pacco ben confezionato ma piuttosto deludente per il suo contenuto.
Movieplayer.it
2.0/5