Che ne è stato in dieci anni dei sogni, delle speranze, delle aspettative, dei progetti di quattro giovanissimi napoletani? Agostino Ferrente e Giovanni Piperno ce lo raccontano negli 80 minuti del film-documentario Le cose belle, in programma il 1 settembre, ore 21.00, alla Mostra del cinema di Venezia nelle Giornate degli Autori. Un'avventura che i due registi hanno iniziato nel 1999 con Intervista a mia madre, un documentario realizzato in poche settimane per la televisione con protagonisti due maschietti dodicenni e due signorinelle quattordicenni. Un quartetto in cui allora, in una Napoli che guardava con ritrovata fiducia al futuro, covavano molte attese seppur venate dal disincanto perché "la catastrofe è sempre in agguato nella loro città, come il Vesuvio che vigila dall'alto, imperscrutabile, ed è al tempo stesso una minaccia e un alibi che spesso finisce per rendere le vite dei napoletani immobili, e già allora, da ragazzi, loro lo sapevano, per istinto e per educazione" osservano i registi con rammarico.
Dopo un decennio nel corso del quale si sono avvicendati tre sindaci, si è offuscato il "rinascimento culturale" che stava ridando splendore alla tradizione partenopea e Roberto Saviano ha svelato al mondo i segreti dell'impero economico della Camorra, Ferrente e Piperno hanno riallacciato i fili di quelle quattro vite e li hanno poi sdipanati nell'arco di tre anni. Ma, attenzione: non solo per la curiosità, squisitamente cinematografica, di vedere che fine avevano fatto i loro personaggi. "Anche se eravamo soltanto i registi di un documentario che parlava delle loro esistenze, col tempo è cresciuta in noi la sensazione di aver avuto una qualche responsabilità nel destino di questi ragazzi diventati adulti. Una sensazione dovuta forse ad una specie di senso di colpa di esserci innamorati del lato estetico delle loro esistenze, non riuscendo minimamente a renderci utili per quanto concerne quello reale. Pur avendo provato, nel tempo, ad aiutarli concretamente, il senso di impotenza ci ha spinto a tornare a cercarli, come per volerli risarcire, se non in senso pratico, almeno cinematograficamente, concedendo loro un tempo di narrazione che dieci anni prima ci sembrò insufficiente. Rispetto ad allora la sfida è stata molto più complicata: la luce che quei ragazzini avevano nello sguardo è come spenta e sono peggiorate le condizioni, economiche, psicologiche, umane delle loro storie familiari. Ma non è scomparsa la loro bellissima dignità che li rende, oggi, più consapevoli di allora, dei piccoli eroi del quotidiano. Alle cose belle, di cui allora chiedemmo loro di parlare, oggi i nostri ragazzi non credono più: forse sono già passate. O forse le cose belle non vanno cercate né nel futuro né nel passato, ma in quel presente vissuto con la straziante bellezza dell'attesa, dell'incerto vivere alla giornata, della lotta per una esistenza dignitosa: nuotando talvolta controcorrente e talvolta lasciandosi trasportare". La proiezione sarà seguita da un'esibizione live di Canio Loguercio, autore di alcuni brani usati per la colonna sonora del film, accompagnato da Rocco de Rosa al piano e Silvana Matarazzo come come voce recitante. Le cose belle è stato prodotto da Bianca Film, Parallelo 41, Pasta Garofalo, Pirata M. C. e Point Film. I quattro interpreti, nel loro napoletano stretto, sono Enzo della Volpe, Fabio Rippa, Adele Serra e Silvana Sorbetti.
Agostino Ferrente e Giovani Piperno collaborano dal 1997 e hanno realizzato a quattro mani altri due documentari premiati in vari Festival internazionali, portando parallelamente avanti le loro carriere soliste anche extracinematografiche. Ferrente, in particolare, nel 2001 ha fondato l'Orchestra di Piazza Vittorio composta da una ventina di musicisti provenienti da altrettanti Paesi e che, anche grazie all'omonimo film da lui realizzato, di cui Piperno ha curato la Fotografia, ha mietuto successi in mezzo mondo. Mentre Piperno si è spesso alternato alla conduzione dello storico programma radiofonico Hollywood party. Sono entrambi ora impegnati nella scrittura dei relativi esordi nel cinema di finzione.