Vincitore della Palma d'Oro a Cannes, Triangle of Sadness fa incetta anche delle candidature agli European Film Awards 2022, risultando il film con più nomination insieme a Close e Holy Spider. Il film di Ruben Östlund è in corsa come Miglior film, Miglior regista, Miglior sceneggiatura e Miglior attore (Zlatko Burić).
La cerimonia di premiazione si terrà il 10 dicembre a Reykjavík, in Islanda, mentre i vincitori dell'Excellence Award nelle categorie tecniche (fotografia, montaggio, scenografie, costumi, trucco e acconciature, colonna sonora, suono ed effetti visivi) verranno annunciati il 23 novembre.
Triangle of Sadness si conferma anche un grande successo di pubblico in Italia e chiude il secondo weekend di programmazione confermandosi l'unico film nella top ten degli incassi presentato da un distributore indipendente come Teodora.
Triangle of Sadness, analisi del finale: un mondo di servi e capitani
Come rivela la nostra recensione di Triangle of Sadness, protagonista del film è una coppia di modelli, Carl e Yaya (Harris Dickinson e Charlbi Dean), che partecipa a una crociera di lusso insieme a un bizzarro gruppo di super ricchi e a un comandante (Woody Harrelson) con un debole per gli alcolici e Karl Marx. Tutto all'inizio sembra piacevole e "instagrammabile", ma un evento catastrofico trasforma il viaggio in un'avventura in cui ogni gerarchia viene capovolta.
Triangle of Sadness è il secondo film di Östlund a conquistare la Palma d'Oro dopo The Square. "Il titolo si riferisce a un termine usato nel mondo della bellezza", spiega il regista. "Una volta, durante una festa, un amico si è seduto accanto a un chirurgo plastico e questo, dopo una rapida occhiata alla sua faccia, gli ha detto: 'Oh, hai un triangolo della tristezza abbastanza profondo, ma... posso risolverlo con del Botox in quindici minuti!'. Si riferiva alla ruga in mezzo alle sue sopracciglia, quella che in svedese chiamiamo 'la ruga dei guai', perché indica che nella tua vita hai dovuto sostenere tante battaglie... Pensavo che questa scelta dicesse qualcosa della nostra epoca e della nostra ossessione per le apparenze".