L'immaginario di Train To Busan sta per espandersi con un quasi-sequel ambientato a distanza di 4 anni nel medesimo universo. Sebbene non riprenderà direttamente le vicende del primo film, Peninsula costituisce un nuovo pezzo del medesimo puzzle, che mira a costruire un mondo distopico allargato ma sempre molto vicino al commento socio-politico coreano.
Il regista Yeon Sang-ho ha rivelato a ScreenDaily che Peninsula non sarà un vero e proprio sequel: "È ambientato quattro anni dopo Train To Busan, nello stesso universo, ma non continua la storia e ha diversi personaggi. Le autorità governative sono state decimate dagli zombie in Corea, e non è rimasto niente se non i tratti geografici della location - che è il motivo per cui il film si chiama Peninsula."
A lavoro su Peninsula torneranno anche il direttore della fotografia Lee Hyung-deok, il supervisiore agli effetti speciali Jung Hwang-su e l'art director Lee Mok-won, che stavolta potranno sbizzarrirsi sul serio, grazie a un budget di 16 milioni di dollari, quasi il doppio di quello utilizzato per il primo film! Ed esattamente come nel primo film, anche stavolta non viene rivelato o approfondito il come e perché dell'apocalisse zombie.
Peninsula, il quasi-sequel di Train to Busan, è ormai in fase di post-produzione. Le riprese sono iniziate a giugno 2019 e sono andate avanti per 62 giorni, tenendo come punti di riferimento grandi titoli della narrativa apocalittica come Land Of The Dead, The Road e Mad Max: Fury Road. Per fortuna il film è stato concluso prima dello stop alle produzioni cinematografiche per il coronavirus, ma anche il nuovo lavoro di Yeon Sang-ho potrebbe avere difficoltà o subire ritardi in fase di distribuzione come tutti i film rimasti in stallo a causa della chiusura delle sale.