Tim Burton era quasi certo di aver smesso di fare film fino a quando non ha diretto i primi quattro episodi della serie Netflix Mercoledì. La popolarissima serie soprannaturale non lo ha solo aiutato a uscire dalla routine, ma lo ha direttamente ispirato a realizzare Beetlejuice Beetlejuice, il seguito del suo classico cult del 1988.
Lo stesso Tim Burton ha raccontato in un'intervista a TotalFilm:
"Sono partito per la Romania per nove mesi e ho avuto il tempo di vagare per i Carpazi e di pensare alle cose. Mercoledì mi ha ricollegato al motivo per cui mi piace fare le cose. È stato come girare un film in un programma televisivo. È stato veloce. È stato rinvigorente!"
Beetlejuice Beetlejuice: la nascita del sequel raccontata dal regista
Tim Burton ha poi aggiunto di come gli sia venuta l'idea di Beetlejuice Beetlejuice:
"Non volevamo fare un sequel. Volevamo prima che si parlasse di franchising. La prima volta che ho sentito quella parola, tra l'altro, è stato per Batman Returns. Ricordo di averla sentita per la prima volta e di aver provato un brivido freddo lungo la schiena".
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Durante la serie targata Netflix, Mercoledì, il regista tra una ripresa e l'altra, ha iniziato a pensare a quanto sia cambiata la sua vita da quando ha iniziato a lavorare nel settore, il che gli ha fatto pensare alla Lydia Deetz di Beetlejuice, portata in vita da una Winona Ryder quindicenne, e a come sarebbe potuta diventare.
"C'era qualcosa di emotivo che mi ha fatto venire voglia di farlo. C'era qualcosa che riguardava quel personaggio e ciò che accade alle persone 35 anni dopo. Questo è stato l'aggancio emotivo per me. Cosa succede alle persone, una volta invecchiate? Si affrontano cose diverse. Si hanno dei figli. Si cambia. Ora capisco meglio queste cose. Ci sono passato anch'io".