Floria Sigismondi è entrata nella lista delle più interessanti registe di genere grazie al suo The Turning - La casa del male. Nel corso di un'intervista con La Stampa, la regista ha parlato del cinema di Dario Argento e della sua attenzione alle immagini piuttosto che alle parole.
Floria Sigismondi ha parlato di Federico Fellini e di Dario Argento a proposito del suo The Turning - La casa del male e ha dichiarato: "Sono due dei miei registi preferiti, due maestri assoluti. Dario ha sempre diretto con audacia, in modo coraggioso ma anche calmo. Ho amato i suoi film e il suo stile certamente surreale. Anche lui, come Fellini, ha una visione del cinema che non si basa sulle parole ma sull'immagine. Lo reputo un impressionista e penso che il cinema sia diventato troppo normale, troppo realistico, troppo documentaristico, troppo cinema-verité".
A proposito del rapporto tra parole e immagini e del suo modo di concepire il cinema, Floria Sigismondi ha raccontato: "Gli sceneggiatori negli ultimi anni hanno rapito il cinema, che per me, come per Fellini e tanti altri, non è parola scritta ma immagine. Il cinema è sogno e nei sogni il nostro subconscio prende le immagini in modo simbolico, le trasforma, dà loro significato. I sogni non sono didascalici, non prendono le parole e le immagini in senso letterale e così è anche il cinema che amo e che voglio fare".
Infine, la chiosa di Floria Sigismondi ricorda la dimensione su cui indaga Dylan Dog il celebre Indagatore dell'incubo nato dalla fantasia di Tiziano Sclavi: "C'è uno spazio tra la luce e il buio dove tutto diventa possibile. C'è un velo tra la vita e la morte, c'è qualcosa nell'oscurità che non vediamo ma di cui percepiamo la presenza. Si tratta di uno spazio in cui un regista può muoversi con molta creatività. Un mondo oscuro ma allo stesso tempo molto colorato".