Stephen King torna a parlare di The Stand, nuovo adattamento de L'ombra dello scorpione in arrivo su CBS All Access il 17 dicembre, paragonandolo alla vecchia miniserie degli anni '90 e alla pandemia di COVID-19 che imperversa nel mondo.
In una lunga intervista a EW, Stephen King ha accennato alle differenze tra la nuova versione di The Stand e quella del 1994:
"Ovviamente è stata aggiornata. Così ci sono i cellulari e la tecnologia è cambiata, così sono cambiati alcuni aspetti della storia. Ma i personaggi sono fantastici. Tutti sono davvero bravi. Non credo che nessuno sia in grado di superare Gary Sinise nel ruolo di Stu Redmond. Ma Alexander Skarsgard è un ottimo Randall Flagg, ha fatto un lavoro da maestro. Mettiamola cosa, è grandioso".
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Per quanto riguarda l'influenza della vera pandemia di COVID-19 sulla trama di The Stand, King esclude collegamenti diretti:
"La mia è un tipo di epidemia in cui le persone non devono indossare mascherine perché sia che la metti che non la metti non cambia niente. Non è come il COVID-19 da cui ti puoi proteggere. Ma ci sono alcune somiglianze nella gestione governativa dell'emergenza che può costare delle vite. Il governo è ossessionato dall'idea di nascondere la gravità dell'emergenza alle persone e questo ricorda ciò che sta accadendo oggi".
Per il nuovo The Stand, Stephen King ha scritto l'episodio finale aggiungendo una parte inedita che modifica la fine del romanzo:
"Sono stato in grado di riportare le cose indietro. Ho avuto un'idea per l'ultimo episodio che ho sempre rimpianto di non aver messo nel libro - il libro è lungo a sufficienza. Non posso anticiparvi niente, ma ho visto un premontato e credo che sia ok".