Nei giorni scorsi, il trailer di The Revenant ha conquistato molti cinefili, perché il nuovo film di Alejandro González Iñárritu promette davvero bene, e così anche le intrepretazioni di Leonardo DiCaprioe Tom Hardy, almeno a giudicare dalle prime immagini. Il film racconta la vera storia di Hugh Glass, un cacciatore del 19esimo secolo e della sua lotta per la sopravvivenza nel Nordamerica più selvaggio e isolato, tra scontri con i nativi americani e (brutti) incontri con orsi. Già da queste premesse si intuisce che non è un film di facile realizzazione, ma Inarritu ha ammesso che nonostante tutti i disagi ai quali sono andati incontro lui, la troupe e gli attori, non avrebbe voluto mai facilitare le cose facendo ricorso al digitale. Lo ha detto molto chiaramente: "Se avessimo utilizzato i green screen, e tutto fosse filato liscio, con gli attori tranquilli a bere caffè, il film sarebbe venuto una me**a, perché questo è un film sulla sopravvivenza"
Per quanto riguarda la sopravvivenza, quindi, alcuni membri del cast devono essersi trovati in condizioni davvero estreme, anche se il primo assistente alla regia Scott Robertson, ci tiene a sottolineare che la sicurezza degli attori è sempre stata valutata con attenzione. Eppure, stando a quanto riportato da_ The Hollywood Reporter_, alcuni attori si sono trovati immersi nell'acqua gelida (con temperature esterne proibitive) e con la muta da sub tagliata ad altezza del collo perché non si vedesse nel film.
Un altro attore invece ha dovuto girare una scena in cui viene gettato a terra e trascinato completamente nudo sul terreno. Inarritu si è preoccupato più volte per lui e si è assicurato che il ragazzo avesse qualcosa che gli proteggesse adeguatamente i genitali dall'attrito, ma a quanto pare non è bastato e l'attore ha passato un brutto quarto d'ora.
Un altro problema - forse il più grave - è sorto tra Inarritu e il produttore Jim Skotchdopole, che aveva già collaborato con lui per Birdman. Tra i due sono nati problemi di comunicazione insormontabili, ingigantiti anche dal fatto che non è stato sempre facile avere le giuste condizioni di luce e meteo per girare, e i due hanno interrotto la loro collaborazione. Inarritu si è rivolto ad un'altra produttrice, Mary Parent, perché lo aiutasse a rimettere il progetto in carreggiata, considerati le settimane di ritardo accumulate sulla tabella di marcia.
Sei settimane di ritardi non sono affatto poche, soprattutto se consideriamo che gli attori sono stati costretti a rivedere la loro agenda. Tom Hardy ad esempio ha dovuto rinunciare a Suicide Squad proprio perché l'impegno sul set di The Revenant non era ancora stato portato a termine.
Infine, a complicare la situazione, ci si sono messe le scelte del direttore della fotografia, Emmanuel Lubezki, che ha voluto girare solo con luci naturali, e questo significa che cast e crew aveva poche ore a disposizione, ogni giorno, per girare e non sempre le condizioni erano favorevoli. Per farla semplice: se un giorno c'era sole, e il giorno dopo, alla stessa ora, era nuvoloso, la differenza di illuminazione, sarebbe stata evidente, una volta montato il film.
Adesso la troupe è volata in Argentina per continuare le riprese che in Canada non era stato possibile effettuare, e ci auguriamo che in Sudamerica possano lavorare più serenamente. Una cosa però è certa e lo garantisce Inarritu: "quando vedrete il film, vi renderete conto. E direte "wow"..."