Tarantino su Django: "Criticato perché non sono un regista nero"

Il regista si è lamentato di essere stato preso di mira perché, da bianco, si è occupato di schiavitù afroamericana. In più ammette di non aver amato particolarmente Selma.

Uomo e regista privo di mezze misure, Quentin Tarantino non perde occasione per esternare i suoi sferzanti pareri sui colleghi. Il regista non sembra aver particolarmente apprezzato Selma - La strada per la libertà, pellicola sui diritti civili diretta da Ava DuVernay che l'anno scorso ha fatto discutere per la scarsa attenzione riservata al film dall'Academy.

Al riguardo, Tarantino ha affermato: "Ava DuVernay ha fatto un buon lavoro con Selma, ma il film meritava un Emmy". A dargli manforte, è intervenuto nella discussione lo scrittore Bret Easton Ellis, anche lui noto per i suoi giudizi non proprio teneri, soprattutto nei confronti delle donne che lavorano nell'industria cinematografica. Queste sparate gli hanno fatto conquistare la nomea di misogino.

Parlando del film di Tarantino Django Unchained, Ellis ha affermato di ritenerlo superiore a Selma: "Django Unchained, con il suo modo di mostrare il razzismo istituzionalizzato prima della Guerra Civile, le lotte tra i Mandingo e l'odio tra neri, è molto più scioccante e fa riflettere molto di più di Selma. Questa ha fatto sì che il pubblico lo abbia trasformato nel più grande successo di Tarantino. Però il film è stato attaccato, tra le altre cose, per essere stato scritto e diretto da un bianco."

Le critiche piovute su Quentin Tarantino all'epoca di Django Unchained sono state piuttosto pesanti. Solo per ricordare uno dei suoi principali detrattori, Spike Lee ha affermato che non sarebbe andato a vedere il film e ha twittato: "La schiavitù americana non era uno spaghetti Western di Sergio Leone. E' stato un Olocausto". Tuttavia Tarantino non pensa che le critiche a un'opera debbano dipendere dal colore della pelle del regista: "Quando i critici hanno attaccato Django Unchained, non ero preoccupato. Se alle persone non piacciono i miei film, non è un problema. Ciò che mi ha disturbato è stato preoccuparsi del colore della pelle di chi ha scritto il film, cioè me. Il colore della pelle non dovrebbe influenzare il risultato di un'opera, eppure certa critica non si accanisce con altri registi come con me per il fatto che sono bianco".