Un disegno perduto di Hideaki Anno per La tomba delle Lucciole, capolavoro di Isao Takahata per lo Studio Ghibli, è stato ritrovato dopo quasi quarant'anni. Il layout raffigura l'incrociatore pesante Maya e sarà esposto dal 27 giugno alla mostra "Takahata Isao: L'uomo che ha piantato l'animazione giapponese", celebrando il regista e la fine della guerra nel Pacifico.
Studio Ghibli e il tesoro sepolto nel tempo
A volte, l'arte dorme nei cassetti della storia. È il caso di un prezioso layout originale firmato da Hideaki Anno per La tomba delle lucciole, riscoperto dopo quasi quattro decenni e pronto a tornare sotto i riflettori. L'immagine, che rappresenta l'incrociatore Maya, è stata realizzata quando Anno, ancora giovane animatore, lavorava al film di Isao Takahata in vista della sua uscita nel 1988. Questo bozzetto sarà mostrato per la prima volta al pubblico nella mostra Takahata Isao: L'uomo che ha piantato l'animazione giapponese, in programma dal 27 giugno al 15 settembre alla Azabudai Hills Gallery. L'esposizione rende omaggio non solo al 90º anniversario della nascita del cofondatore dello Studio Ghibli, ma anche all'80º della fine della guerra nel Pacifico, due eventi che si intrecciano in modo toccante con l'eredità del film.

L'opera perduta di Anno non è solo una curiosità da intenditori: è la testimonianza tangibile di una lunga e fruttuosa collaborazione con il mondo Ghibli. Ben prima di diventare il visionario dietro Neon Genesis Evangelion, Anno aveva già collaborato con Hayao Miyazaki su Nausicaä della Valle del vento e, più tardi, prestato la propria voce al protagonista de Si alza il vento.
I visitatori più fedeli della mostra saranno omaggiati con astucci in edizione limitata, ognuno contenente un'illustrazione inedita di Isao Takahata firmata Hisashi Ishi, a rotazione nei giorni feriali. Questo ritrovamento non solo arricchisce la mitologia di due capisaldi dell'animazione giapponese, ma aggiunge un nuovo tassello alla narrazione incrociata tra Ghibli e Anno: due percorsi paralleli che, ogni tanto, si sono intrecciati come rami sotto la stessa luce crepuscolare.