Steven Spielberg: "L'antisemitismo non si nasconde più, non succedeva dalla Germania degli anni '30"

Il regista Steven Spielberg ha espresso la sua preoccupazione sul ritorno nella società dell'antisemitismo, mantenendo però la speranza in un futuro migliore.

Steven Spielberg: 'L'antisemitismo non si nasconde più, non succedeva dalla Germania degli anni '30'

Steven Spielberg, durante un'intervista rilasciata a Stephen Colbert, ha parlato delle sue preoccupazioni riguardanti l'antisemitismo esistente nella società contemporanea.
Il filmmaker, senza troppi giri di parole, ha infatti dichiarato che quello che sta osservando in varie parti del mondo dovrebbe suscitare più reazioni tra i cittadini.

Il regista Steven Spielberg, che sta promuovendo il suo progetto biografico The Fabelmans in vista dell'ultima fase della corsa agli Oscar, ha commentato i recenti casi di aggressioni antisemite: "Lo trovo davvero, davvero sorprendente. L'antisemitismo è sempre stato lì, è stato semplicemente dietro l'angolo e leggermente nascosto ma sempre in agguato, o è stato molto più esplicito come nella Germania negli anni '30. Ma è dai tempi della Germania degli anni '30 che non avevo assistito a un antisemitismo che non si nasconde più, ma si mostra orgoglioso con le mani sulle anche come Hitler e Mussolini, in un certo senso sfidandoci a sconfiggerlo. Non avevo mai visto una situazione del genere in tutta la mia vita, specialmente nella mia nazione".

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Il filmmaker ha aggiunto: "In qualche modo, la marginalizzazione delle persone che non fanno parte di qualche tipo di razza che rappresenta la maggioranza è qualcosa che sta facendosi strada tra di noi da molti anni. In qualche modo nel 2014, 2015, 2016 l'odio è diventato una specie di affiliazione a un club che ha ottenuto sempre più membri, raggiungendo livelli che non avrei mai pensato possibili in America. E l'odio e l'antisemitismo procedono di pari passo, non puoi separare uno dall'altro".

Spielberg ha però condiviso la sua speranza per il futuro, citando le parole di Anna Frank: "Penso avesse ragione quando diceva che la maggior parte delle persone sono buone. Ha detto che vedeva il bene nella maggior parte delle persone e penso che, essenzialmente, nel nostro profondo, ci siano bontà ed empatia".