Mercoledì 10 gennaio 2006 alle 21.00 su Cult (canale 142 si SKY), in prima visione assoluta andrà in onda Sorelle di Marco Bellocchio, film prodotto da Rai Cinema in collaborazione con Cult che racconta le vicende di una bambina, Elena, di sua madre Sara, dei suoi zii e dei loro difficili rapporti. Bobbio, il paese del piacentino dove Bellocchio è nato, fa da sfondo silenzioso ma sempre presente durante tutta la storia. Elena vive con le zie, perché la madre insegue il sogno di diventare un'attrice affermata: è sempre in giro e non ha tanto tempo da dedicarle. Quando va a trovare la figlia, è distratta e assente, con la testa rivolta sempre al lavoro e alla carriera. Giorgio, il giovane ed estroverso fratello di Sara, vive a Roma, ma anche lui, pur se per ragioni diverse, torna continuamente al paese natale. Un giorno Sara decide che la figlia deve vivere insieme a lei a Milano, lasciando il paese e le zie che l'hanno cresciuta e coccolata. Si prospetta un distacco che non può non avere conseguenze.
Girato in anni diversi (1999, 2004 e 2005) Sorelle è diviso in tre episodi che corrispondono alle diverse età della piccola Elena durante la sua crescita: 5, 9 e 10 anni. La pellicola vede la complicità e la partecipazione dei figli del regista, Elena e Pier Giorgio nei panni della piccola Elena e dello Zio Giorgio, nonché delle sue sorelle Letizia e Maria Luisa (Mariuccia). Altri attori sono Donatella Finocchiaro che recita nella parte di Sara, l'amico fraterno di Bellocchio, Gianni Schicchi Gabrieli, Valentina Bardi, Silvia Ferretti, Giovanna Beretta. Collaboratori speciali sono gli allievi di Fare Cinema, la scuola di cinematografia di Bobbio diretta da dieci anni proprio dall'autore de La Cina è Vicina, L'ora di religione - Il sorriso di mia madre, Buongiorno, Notte.
Un lavoro in ogni senso familiare, dunque, anche per l'ambientazione scelta. "Il set era già pronto", spiega l'autore, "Non si dovevano portare i mobili, ma solo spostare qualche quadro: una perfetta casa di famiglia per la sua storia che è la mia storia. La sala da pranzo di Sorelle, il tavolo su cui mangiano Giorgio, Elena e Sara, è infatti lo stesso su cui ho mangiato da bambino con le mie sorelle Letizia e Mariuccia che avevano l'età di Elena. Forse la tovaglia è la stessa così come i piatti e le posate. Ed è lo stesso tavolo su cui ha mangiato la famiglia immaginaria de I pugni in tasca".
E proprio alcuni spezzoni de I pugni in tasca e di altre pellicole di Bellocchio si accavallano con le vicende raccontate in Sorelle, sorretti da una colonna sonora costituita da brani di vecchi e nuovi film e da musiche originali eseguite dall'Orchestra sinfonica di Parma.
Ma il film, che è stato presentato nella sezione Extra della Festa Internazionale del Cinema di Roma del 2006, rappresenta anche una lezione di cinema, letteralmente parlando. "Accanto ad una piccola troupe tradizionale professionalmente di prim'ordine", dichiara Bellocchio, "c'è un gruppo di giovani, gli allievi al corso Fare Cinema, che partecipano realmente alle riprese del film sia nel senso di una responsabilità specifica (chi sceglie di fare la segretaria di edizione, o aiutare lo scenografo, occuparsi del trucco o dei costumi) sia nel rapporto diretto con me durante le riprese. Ricevo spesso suggerimenti e ne chiedo, con sincerità. Può forse essere utile ad un giovane cineasta vedermi lavorare, ma facendo contemporaneamente qualcosa, e l'intervenire può rientrare armonicamente nella complessità di un lavoro collettivo".
Precarietà, improvvisazione, libertà, diletto, sono quindi gli ingredienti di questo film, i suoi pregi e la sua particolarità. "Libertà e limiti materiali sono una costante non solo di "Fare Cinema", ma di ogni film", sottolinea ancora Marco Bellocchio, "Un regista sa che deve saperli costantemente combinare per salvare le proprie immagini".