Songbird, thriller pandemico prodotto da Michael Bay, sarebbe finito nell'occhio del ciclone perché accusato di non aver seguito i protocolli anti-Covid sul set per risparmiare tempo (e denaro).
Songbird, thriller low budget diretto da Adam Mason e Michael Bay è stato uno dei primi film realizzato a Los Angeles durante la pandemia. Il film ha ottenuto le autorizzazioni grazie a una ridotta presenza umana davanti alla macchina da presa e a una troupe esigua, ma adesso un membro del team avrebbe rivelato a Hollywood Reporter che il film sarebbe stato realizzato senza seguire molte regole imposte dall'emergenza sanitaria:
"Alcuni dei protocolli sono finiti alle ortiche perché a fine giornata non c'era tempo per fare ciò che doveva essere fatto e finire un film in soli 19 giorni. Questo significava avere set più affollati del dovuto, cambiare le luci dopo che gli attori erano già arrivati sul set, non sanificare tutti gli oggetti toccati da altri membri della troupe. Una volta che i protocolli vengono messi in discussione si comincia a dire 'Non importa stare a un metro e mezzo di distanza'. Anche gli addetti alla sicurezza sanitaria non controllavano spesso. Erano quasi come un assistente di produzione, ci dicevano 'Fate così e cambiate mascherina' e poi se ne andavano. Nessuno mi ha mai controllato."
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Songbird è ambientato in un futuro distante solo due anni in cui la pandemia non si è conclusa e si continua ad avere a che fare con i lockdown perché il virus ha continuato a mutare. I personaggi principali sono quindi alle prese con cospirazioni e paranoia crescente. K.J. Apa interpreta Nico, un corriere motociclista immune al virus che stringe una relazione con una giovane artista di nome Sara, interpretata da Sofia Carson. Nel cast troviamo anche Demi Moore, Bradley Whitford, Craig Robinson, Jenna Ortega, Paul Walter Hauser e Peter Stormare.