Che ne pensate dei serial killer di film e serie tv? A quanto pare, secondo il criminologo David Wilson, molti di loro non rifletterebbero la vera realtà delle cose. Nel corso di un video realizzato per Vanity Fair, lo studioso ha commentato il comportamento di alcuni tra i serial killer più famosi del mondo del cinema e ha dato il suo parere su film quali Il silenzio degli innocenti, Zodiac, Se7en e su serie quali Dexter e Mindhunter.
Il professore emerito di Criminologia David Wilson si è accostato ad alcuni tra i più noti serial killer del mondo del cinema e ha provato ad analizzare il loro comportamento. Innanzitutto, Wilson sostiene che molti di loro hanno un comportamento lontano dalla realtà: ad esempio, la tendenza dei serial killer è puntualmente quella di provare a spaventare l'interlocutore. In realtà, in molti titoli, gli assassini vengono presentati quasi come giullari in corrispondenza dei dialoghi con i criminal profiler.
A proposito de Il silenzio degli innocenti, David Wilson ha definito la sequenza in cui Clarice Sterling incontra per la prima volta Hannibal Lecter come molto accurata. Come il personaggio interpretato da Anthony Hopkins, numerosi serial killer, infatti, nella sua esperienza desiderano informarsi bene a proposito del loro interlocutore prima di incontrarlo per la prima volta. Quindi, il comportamento di Hannibal Lecter relativamente ai trascorsi dell'agente Sterling non hanno sorpreso il criminologo.
Per quanto riguarda Se7en, invece, David Wilson ha analizzato il comportamento del serial killer relativo agli indizi lasciati dietro ogni omicidio. Secondo il criminologo, i serial killer si muoverebbero in una sorta di universo morale parallelo o alternativo al nostro in cui non comprendono che certi indizi e segni porteranno alla loro individuazione e cattura. Altri, invece, lascerebbero dietro di sé importanti indizi con l'obiettivo segreto di essere catturati e di trasformarsi, in tal modo, in esseri straordinari e sbalorditivi. In un certo senso, quindi, disseminare indizi celerebbe la segreta volontà, da parte di un assassino, di essere catturato e riconosciuto come (extra)ordinario.
A proposito di Zodiac, invece, un aspetto molto interessante risiede nelle capacità organizzative del serial killer. Durante una particolare sequenza, l'omicida sequestra una coppia, lega l'uomo e la donna e, in tal modo, libera una sorta di fantasia sessuale che si esplicita attraverso il suo controllo sulla coppia rapita e, poi, uccisa. Ogni assassinio, a detta di David Wilson, nascerebbe da una fantasia sessuale repressa.
Poi, il criminologo e docente ha analizzato Ma, interpretato da Octavia Spencer. In questo film, il villain vive una sorta di desiderio paradossale di vivere come qualsiasi altra persona ma, allo stesso tempo, di affermare sé stessa come differente e unica. L'aspetto interessante di questo titolo consiste nel fatto che, finalmente, un film abbia attribuito a un'attrice di etnia diversa il ruolo di serial killer. Negli Stati Uniti, circa il 20% di omicidi è commesso da donne.
Per quanto riguarda Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen, invece, David Wilson ha lodato il fatto che il serial killer sia dinamico e che i suoi continui movimenti e spostamenti geografici siano giustificati da motivazioni psicologiche e fisiche. Tuttavia, il criminologo ha definito esagerato il controllo e il desiderio di potenza dell'omicida: una persona del genere, infatti, a detta di Wilson, non si sporcherebbe le mani uccidendo la gente a caso ma governerebbe una multinazionale o, addirittura, il Paese!