Nel corso di un'intervista concessa a Vanity Fair, Scarlett Johansson ha ricordato come le offrissero in continuazione ruoli da "oggetto sessuale" dopo il successo di Lost in Translation (2003) di Sofia Coppola, che vedeva Johansson, allora diciassettenne, al fianco di Bill Murray.
"Dopo Lost in Translation, ogni ruolo che mi è stato offerto per anni era quello de 'la fidanzata', 'l'altra donna', insomma un oggetto sessuale - non riuscivo a uscire da questo ciclo", ha dichiarato Johansson. "Mi sono anche detta a un certo punto: 'Oh, credo che questa sia la mia identità ora come attrice'. Non potevo farci molto".
L'attrice, che questa estate ritroveremo al cinema nel blockbuster Jurassic World - La rinascita, ha aggiunto che i suoi agenti all'epoca non l'avevano aiutata a evitare questi ruoli, anche se "stavano solo reagendo a quella che era la consuetudine. L'industria funzionava così da sempre".
Scarlett Johnasson: "Quello che ho vissuto è stato una specie di sfruttamento"

"La tua sessualità e la tua desiderabilità sono parte della tua crescita, ed è eccitante sbocciare in te stessa", ha continuato. "Indossi i vestiti che vuoi, ti esprimi, e poi all'improvviso ti volti e pensi: 'Aspetta, mi sento come se fossi' - non voglio dire sfruttata perché è una parola estrema. È un termine davvero pesante, ma sì, era una specie di sfruttamento".

Parlando della sua esperienza in Lost in Translation - L'amore tradotto in generale, Johansson ha aggiunto: "Sono piuttosto orgogliosa di come mi sono comportata. Ho svolto davvero il mio lavoro. È una buona tattica per superare le cose. Occhi sempre fissi sul premio".
Johansson, dopo aver detto addio al Marvel Cinematic Universe, ha ora abbracciato il franchise di Jurassic World, il cui nuovo capitolo diretto da Gareth Edwards arriverà nelle sale il 2 luglio 2025, nello stesso mese in cui approderanno al cinema sia Superman dei DC Studios sia I Fantastici 4: Gli Inizi dei Marvel Studios.